Articolo pubblicato sul n. 77 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel settembre 1988

MCmicrocomputer


Prove prodotti:

Zenith SupesPORT 286
Zenith supersPORT 286

di Andrea de Prisco

Avete mai provato a mettervi un AT in tasca ? Probabilmente no, a meno che non abbiate tasche dalle dimensioni, per usare un termine "fantozziano", a dir poco galattiche.

E a metterlo in borsa, la nostra amata e affezionata portadocumenti? Forse ancora no, ma è il caso che cominciate ad abituarvi all'idea. Il portatile che proveremo questo mese (ormai, ahimè, è un appuntamento fisso) non è il solito compatibile a forma di valigetta dalle caratteristiche normali... Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolotrasportabili, ma è un vero e proprio AT compatibile con tanto di 80286 clock-ato a 12 MHz (0 wait state), 1 mega di ram, disco rigido, autoalimentatazione e tante altre interessanti caratteristiche cha analizzaremo meglio in seguito.

Come potrete immaginare la velocità di questa macchina, trattandosi di un portatile, è a dir poco impressionante. Basta giocerellarci anche pochi minuti per rendersi subito conto di quanta potenza di calcolo troviamo concentrata in questo piccolo oggetto. Tanta da competere con tutti i sistemi da tavolo in commercio oggi, restando seconda solo alle macchine basate sull'80386 (competizione, però, sleale) o a rari esperimenti di '286 a 16 MHz.

Portatile da... portare o portatile perché è bello ?

Francamente spero (anche se ufficiosamente ne sono certo) che un giorno non molto lontano tale distinzione non avrà più senso. Semplicemente perché credo che scomparirà definitivamente il concetto di personal computer fisso, per fare spazio (è proprio il caso di dirlo) da un lato a computer come questo, dall'altro a veri e propri main frame da ufficio al quale attaccare un ventina di terminali (quindi tutt'altro che "personal") o altrettanti portatili in rete. Non solo, ma sono anche convinto che se avessero inventato gli schermi piatti con qualche anno di anticipo, questa fase transitoria dei personal computer fissi non sarebbe nemmeno esistita. Come dire che è tutta colpa dei monitor...

Descrizione esterna

Inizierei la descrizione del portatile Zenith supersPORT 286 dicendo che questa macchina... è proprio bella. Il design curatissimo della carrozzeria ha un aspetto davvero elegante, e al contempo professionale, che facilmente attirerà l'interesse anche degli occhi più critici.

Il supersPORT 286, come già detto, dispone di alimentazione propria fornita da un apposito modulo batterie ricaricabili che si applica (a dire il vero in maniera non troppo stabile) sul retro. Con esso disporremo di diverse ore di autonomia "in campo" e non saremo costretti a portarcelo dietro se non ne abbiamo assoluto bisogno. L'ideale è infatti disporre di più d'un modulo (magari uno a casa e uno in ufficio) e trasportare tra i luoghi la sola macchina che risulta così molto più maneggevole e leggera. Scon-sigliamo comunque l'uso senza batterie "in linea" che ci salvaguardano da spiacevoli cadute o interruzioni di tensione provocate (a torto o a ragione) da mamma Enel. Avremmo gradito, unica pecca, una ulteriore piccola batteria (questa volta interna al computer) come sul Toshiba T1200, che preservi la memoria a computer spento. In questo caso, oltre al discutibile "spengo senza salvare", avrebbe avuto anche l'importante funzione di salvaguardare la memoria in caso di interruzione dell'alimentazione nell'uso senza batterie. Così non saremmo costretti, per paura di perdere tutto sul più bello, a portare sempre dietro anche l'accumulatore quando il luogo in cui ci rechiamo è sì dotato di presa di corrente ma non di una energetica batteria a nostra disposizione. 

Tornando alla descrizione esterna, il retro della macchina è occupato dalle connessioni esterne che comprendono una uscita seriale, una porta parallela, una presa per drive esterno, un'uscita RGBI per monitor, nonché la presa per l'alimentazione (sia essa proveniente dall'alimentatore o dalle batterie ricaricabili). Le suddette connessioni sono tutte coperte da un apposito coperchio di protezione che dovremo ribaltare prima di allacciare la batteria se intendiamo utilizzare le uscite. Questo potrebbe essere fastidioso quando, una volta pronti per stampare e quindi collegare la stampante, scopriamo di aver dimenticato lo sportello chiuso. In tal caso infatti occorre uscire dall'eventuale programma in esecuzione, spegnere il computer, togliere la batteria, aprire lo sportello, reinserire la batteria, riaccedere la macchina e... ricominciare tutto daccapo.

Sul fianco destro della macchina troviamo l'interruttore di accensione, la meccanica per microfloppy da ben 1.44 mega e la presa per tastiera esterna. Dal lato opposto, troviamo uno sportellino celante l'hard disk interno da 20 o 40 mega, e la sede per il modem.

Aprendo il vano coperchio superiore accediamo alle due meraviglie del portatile Zenith: la tastiera e il display. Entrambe di ottima qualità, offrono una ergonomia delle migliori per disposizione dei tasti e feeling la prima, visibilità e corrette proporzioni base-altezza il secondo.

La tastiera conta ben 79 tasti, disposti ergonomicamente, di cui 13 accessibili anche in seconda funzione una volta prefissati dal tasto Fn. Come nella maggioranza dei portatili il tastierino numerico non è separato ma "immerso" nei tasti alfanumerici e accessibile dopo aver selezionato la funzione PadLock (Fn+NumLock).

Sempre col tasto Fn possiamo variare la velocità del clock commutandolo tra 6 e 12 MHz, attivare il display esterno, variare il contrasto caratteri/sfondo, utile quando si visualizzano schermate a colori. Agendo contemporaneamente sui tasti Crtl-Alt (di destra e sinistra) e sul tasto Ins, accediamo al programma Monitor col quale oltre ad esaminare o modificare il contenuto della memoria, possiamo lanciare un programma di test e uno di setup. Con quest'ultimo possiamo cambiare l'ora e la data dell'orologio in tempo reale, settare le porte seriale, parallela e il modem, stabilire da quale device effettuare il boot, indicare la velocità del clock di default, attivare o meno una eventuale espansione di memoria presente. Dulcis in fundo, il programma di setup ci permette di stabilire un time out per la retroilluminazione del display e per l'attività dell'hard disk: molto comodo per salvaguardare la durata delle batterie. Mentre per l'HD il tempo limite viene computato dall'ultimo accesso in lettura o in scrittura, per il display (che non potrebbe mai accorgersi da quanto tempo... nessuno lo guarda) si spegne allo scadere dei K secondi fissati dall'ultimo uso della tastiera. Conseguentemente questo si reilluminerà a "nuova pressione" mentre l'hard disk al successivo accesso al device (a dire il vero il risveglio di questo è un po' lento...)

Per quanto riguarda il display, rimandandovi al prossimo paragrafo per quanto riguarda le note qualitative, diciamo semplicemente che esso dispone di una risoluzione pari a 640x400 pixel in luogo dei "normali" 200. Purtroppo, non trattandosi di una risoluzione standard, non tutti i programmi si accorgono della maggiore densità e il più delle volte il risultato è semplicemente di vedere i pixel accesi a coppie (double scan).

A ridosso del display troviamo tre led che segnalano l'accensione (nonché la carica o le batterie in fin di vita), l'uso del microfloppy, dell'hard disk, più due cursori che regolano, rispettivamente, il contrasto e la retroilluminazione del display. Proprio sopra alla tastiera, altri 4 led indicano l'attivazione del CapsLock, NumLock, PadLock e ScrollLock. Per finire, come abbiamo già fatto con altri portatili in prova, critichiamo il fatto che a computer acceso e display richiuso non c'è modo di zittire il beep beep di "aiuto... mi stai dimenticando acceso!!!". Ma saranno o meno fatti nostri se desideriamo lasciarlo acceso? O dobbiano dar conto a tutto il vicinato? Ben vengano 10-15 beep sia pure a tutto volume... ma poi basta!

L'ergonomia

Non vi abbiamo ancora detto niente circa la visibilità del display. Potremmo riassumerla in poche parole: mai visto niente di meglio! Il contrasto elevatissimo, la retroilluminazione grigio-argento, il colore dei caratteri blu vivo, la superficie antiriflesso, l'ottima leggibilità sotto varie angolazioni, fanno del visore del supersPORT 286 un pericoloso concorrente dei migliori CRT monocromatici in circolazione per computer. Volendo a tutti i costi imputare un difetto, potremmo dire che, a differenza di altri display retroilluminati passati per le mie retine, questo non è praticamente usabile con il fondo non illuminato. Ma poco importa dal momento che comunque le batterie reggono per parecchio tempo e volendo economizzare a tutti i costi si può sempre comandare un time out come detto sopra.

Per quanto riguarda la tastiera, il tocco dei tasti è decisamente favorevole anche se lo "spessore" del portatile può provocare un certo affaticamento degli avambracci che devono praticamente mantenere le mani sospese sopra i tasti. Anche sulla disposizione dei tasti muoviamo una seppur lieve critica, dovuta ai tasti PageUp e affini non disponibili in prima funzione. Per l'uso come Lap Top (sulle gambe) a causa della presenza della pesante appendice batterie il tutto risulta essere particolarmente sbilanciato al punto di credere che ci possa cadere in avanti da un momento all'altro. Sempreché non siate alti 2 metri e possediate femori lunghi una sessantina di centimetri...

L'interno

Francamente spero che l'esemplare in nostro possesso sia una prerelease...

Non foss'altro per i molteplici collegamenti volanti comprendenti perfino un integratino posticcio, incollato a gambe all'aria sulla piastra, coi piedini abilmente riportati, sempre a mezzo filo, nei punti opportuni del rimanente circuito. Ma procediamo con ordine.

Per aprire lo Zenith supersPORT 286 è sufficiente svitare alcune viti dal fondo della macchina. L'operazione è, dunque, molto semplice. Tolto il coperchio superiore (dopo aver scollegato il display), per accedere alla piastra madre bisogna ancora togliere i due dischi (quello "morbido" e quello "duro") e la tastiera. Quando ho effettuato per la prima volta l'intera operazione, a momenti svenivo: la piasta madre, pur essendo ricca di piste e fori metallizzati delle migliori qualità, si presentava praticamente spoglia.

Passato l'attimo di smarrimento il trucco risiedeve semplicemente nel fatto che la piastra portava, banalmente, l'elettronica dal lato opposto.

Voi direte: se non è zuppa...

Sì, è vero, ma vi assicuro che non mi era mai capitato di vedere un computer con la piastra retroversa. Tutto qui.

Tralasciando le chiacchiere e passando ai contenuti, l'elettronica dello Zenith supersPORT 286 ha tutte le carte in regola per essere un vero AT in formato ridotto: troviamo oltre alla solita manciata di chip "standard", il processore 80286, lo zoccolo per il coprocessore matematico, un mega di Ram, controller dell'Hard Disk montato su una scheda separata, connettori per un box di espansione esterno che ci permetterà di inserire schede compatibili IBM a nostro uso e consumo.

Concludendo

Amici miei, il portatile Zenith appena provato è davvero una favola. Peccato solo che costi ben 7300000 più iva, nella versione "base" ossia con HD da 20 mega. Con questo non voglio dire che non li valga tutti fino all'ultimo centesimo, ma semplicemente che a causa di questo "piccolo" particolare, non avrà purtroppo la diffusione che un oggetto con tali caratteristiche meriterebbe. Il problema è semmai inverso: siamo proprio sicuri che abbia senso un portatile così "bomba" ? A chi, veramente, può servire una macchina dotata di tali capacità, concentrate in così poco spazio ? Difficile dirlo, anche perché l'idea di super manager che deve calcolare i suoi chilometrici spreadsheet in aereo (personale, naturalmente) o sul sedile posteriore della Rolls, prima di arrivare alla seduda conclusiva del "grande affare da miliardi"... la vedo un po' fantascientifica. Né credo che alla Zenith abbiano sviluppato questa macchina per quella quindicina di uomini che hanno tali necessità. Ma allora chi comprerà questo benedetto computer ? Io un'idea l'avrei: se state per acquistare un compatibile AT per il vostro ufficio e avete anche il minimo sospetto che presto avrete le necessità di possedere anche un portatilino per "ogni evenienza" fate la somma dei due (come costo totale "quasi-siamo-lì"...) e risparmiate un bel po' spazio sulla vostra scrivania. Il vostro nuovo portatilone di lusso, lo Zenith supersPORT 286, certo non vi farà rimpiangere neanche un po' peso, ingombro, rumore, vulnerabilità ai blackout, tipici di tutte le macchine fisse.


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