Articolo pubblicato sul n.     di Reflex (Editrice Reflex Srl - Roma) nel gennaio 1994

Reflex


Dal click al bit

di Andrea de Prisco

C'era una volta la macchina fotografica... Prima di poter parlare in questi termini forse dovranno ancora passare alcuni decenni. Decenni di convivenza di due mondi, la fotografia tradizionale ed elettronica, fusi sempre più in un connubio tanto riuscito quanto felice. Sentiremo ancora per molto tempo il dolce sbattere dello specchio reflex, il suono ovattato dell'otturatore a tendina, a fine rullo riavvolgeremo la nostra pellicola e continueremo a portarla al laboratorio per lo sviluppo e, eventualmente, la stampa. Solo da quel momento in poi, molte cose potrebbero cambiare. In realtà non si tratta affatto di un futuro lontano, ma di un futuro che è già iniziato, forse in sordina, da un po' di tempo. Le nostre immagini hanno infatti trovato nuovi supporti per essere conservate, visionate, elaborate, utilizzate.
Il nuovo mondo, della fotografia elettronica come continuazione della fotografia tradizionale è già realtà. Purtroppo se n'è parlato, e forse se ne continua a parlare, troppo poco, come fosse qualcosa di ancora fantascientifico o al massimo di talmente improponibile da non sembrare appartenere a realtà. Siamo ormai pronti per la camera chiara (ben contrapposta alla nota camera oscura) con la quale effettuare ogni tipo di elaborazione senza ingranditore, bacinelle, pinzetta, ma con un computer in grado di trattare immagini. Potremo correggere a video le dominanti, effettuare tagli o correzioni di esposizione, aggiungere effetti di post produzione esattamente come i più esperti di noi hanno fatto o comunque sanno fare in camera oscura. Ma anche fare elaborazioni assolutamente impensabili o estremamente complesse in camera oscura, come eliminare particolari indesiderati, modificare le proporzioni, correggere le linee cadenti, aggiungere effetti speciali. Un mondo totalmente nuovo nel quale potremo fare nuove esperienze o riviverle con mezzi tecnici completamente diversi. Alla portata, questo forse non è stato mai detto, non solo del professionista esigente ma, buon per noi, anche del fotoamatore evoluto. Una camera chiara, nel caso minore costituita da un personal computer, un monitor a colori, un programma di elaborazione digitale, non costa più di un buon corredo fotografico e può aprirci nuovi orizzonti assolutamente impensabili fino a pochi anni fa. L'importante è capire bene i meccanismi.
La catena e gli anelli. Con le tecniche tradizionali, per ottenere una fotografia occorre di solito effettuare almeno i seguenti passaggi: comporre l'immagine, effettuare la ripresa, sviluppare la pellicola, eseguire la stampa su carta. Se escludiamo la fotografia immediata Polaroid, queste quattro fasi, dal secolo scorso ai giorni d'oggi, sono sempre esistite e continueranno ad esistere per un po' di tempo ancora. L'elaborazione digitale di un'immagine è, al giorno d'oggi, una quinta fase che va ad inserirsi esclusivamente dopo lo sviluppo della pellicola e prima della successiva stampa su carta. Per essere più precisi, la stampa di una fotografia digitale ha poco a che vedere con la stampa di una fotografia tradizionale in quanto non avviene più per proiezione dell'originale su carta fotosensibile e successivo trattamento chimico, ma direttamente utilizzando una stampante a colori (di elevata qualità) collegata al computer. Visto però che oggi una stampante di questo tipo può anche costare alcune decine di milioni, non sarà di certo un oggetto acquistabile direttamente dall'utente finale ma dai soliti laboratori ai quali occorrerà ancora rivolgerci per ottenere le nostre stampe.
Dal lato opposto, i tentativi finora effettuati per ottenere un'immagine digitale direttamente dall'apparecchio elettronico (utilizzando un sensore CCD tipo quello presente nelle videocamere ma con una risoluzione superiore) hanno dato risultati poco interessanti per qualità ma soprattutto a prezzi ancora proibitivi a causa dell'alto costo degli apparecchi. In definitiva la fotografia elettronica è ancora qualcosa fortemente legato a quella tradizionale, per il fatto che le fasi iniziali, dalla composizione fino allo sviluppo negativo (o positivo) compreso, restano assolutamente invariate. Una volta ottenuti i negativi, per effettuare l'elaborazione digitale, è necessario trasferire su un computer l'immagine da trattare. Esistono vari procedimenti per effettuare questo importante passaggio, diversi tra loro e descritti in dettaglio nelle pagine seguenti, ma tutti accomunati dal fatto di effettuare una digitalizzazione dell'immagine. Partendo dalla pellicola (o, come vedremo, da una stampa iniziale) l'immagine viene scandita e convertita in un segnale numerico utilizzabile dal computer. In pratica avviene una suddivisione dell'immagine in alcuni milioni di piccoli elementi, denominati pixel, per ognuno dei quali viene generato un numero che ne rappresenta il colore. L'immagine così digitalizzata è trasferita all'interno del computer dove può essere elaborata digitalmente. Tramite un apposito programma di elaborazione grafica potremo effettuare tutte le modifiche che riterremo opportune verificandone i risultati direttamente sul video dell'elaboratore. Terminata questa fase, l'immagine modificata può essere trasferita su carta attraverso un procedimento complementare alla scannerizzazione: il segnale numerico viene riconvertito in immagine su stampando ogni pixel del colore codificato dal numero che lo rappresenta.
L'apparecchio che converte l'immagine tradizionale in immagine digitale si chiama scanner e, a seconda della qualità fornita (numero di pixel e numero di colori) può costare dalle poche centinaia di migliaia di lire per gli apparecchi amatoriali ad alcuni milioni per quelli professionali, fino alle centinaia di milioni per i modelli industriali. Non è necessario, fortunatamente, disporre di uno scanner per trasferire le immagini tradizionali su computer in quanto la soluzione più economica (ma non per questo di scarsa qualità) è quella di far effettuare la digitalizzazione da un laboratorio fotografico. Come? Semplice, chiedendo di trasferire le nostre immagini su PhotoCD. Quest'ultimo non è altro che un supporto di costo contenuto per immagini digitali. E' sufficiente che il nostro computer abbia un economico (poche centinaia di migliaia di lire) lettore di CD-ROM per evitare di acquistare uno scanner. Il vantaggio non è da poco, soprattutto considerato che la qualità di una digitalizzazione PhotoCD (sei milioni di punti in sedici milioni di colori) dal costo unitario di un migliaio di lire, può essere ottenuta, in alternativa, solo acquistando uno scanner da diversi milioni. Anche la stampa finale potrà essere effettuata dai laboratori PhotoCD che dispongono dell'attrezzatura adeguata e offrono tale servizio a poche migliaia di lire.
L'unico anello mancante riguarda il fatto che con il nostro computer potremmo sicuramente leggere i PhotoCD ma non siamo in grado di scriverci sopra a meno di non disporre di un'unità CD-R dal costo unitario di una buona decina di milioni (senza contare il costo del software di compressione). In attesa di una futura standardizzazione di un formato di memoria di massa rimovibile e a basso costo utilizzabile per portare le proprie immagini digitali in laboratorio per la stampa e/o il successivo trasferimento su PhotoCD, è necessario mettersi d'accordo con il fotolaboratorio per stabilire un supporto di memorizzazione comune. Non è escluso che possano andare bene anche i comuni dischetti per computer, dal costo di poche migliaia di lire (anche se ne servono almeno tre per ogni foto alla massima risoluzione), sui quali fornire le immagini da trasferire.



SCANNER PER FILM
Esempi sul mercato:
Nikon Coolscan
Nikon LS-3510
Kodak PCD 200
Agfa Scanner Vision 35
Sorgente: pellicola negativa o diapositiva 35mm
Dove: direttamente al computer
Qualità: milioni di pixel/milioni di colori
Risoluzione: migliaia di punti per pollice
Tempo: pochi minuti per ogni immagine
Costo: dai 7 milioni in su

E' la soluzione migliore per avere risultati eccellenti in pochissimo tempo. E' costituito da un apparecchio da collegare direttamente al computer (un modello Nikon può essere addirittura installato all'interno come una normale unità a dischi) nel quale inseriremo la diapositiva o il negativo da digitalizzare. In pochi minuti possiamo effettuare la digitalizzazione ottenendo risultati eccellenti. Gli scanner di questo tipo lavorano a 16.7 milioni di colori con una risoluzione di alcune migliaia di punti per pollice. Il che significa che per un fotogramma 35mm può essere digitalizzato leggendo anche dieci milioni di punti! L'unico difetto di un dispositivo del genere è il fatto di avere un costo per nulla adatto alle tasche dei fotoamatori: si parte dai 7 milioni in su.

Pro:
- Alta qualità
- Alta velocità
Contro:
- Apparecchiature costose per utilizzo esclusivamente professionale


SCANNER MANUALE PER STAMPE
Esempi sul mercato:
Logitech ScanMan Color
Vobis Highscreen Handy Color II
Genius GS-C105
Sorgente: stampe max 10x15cm
Dove: direttamente al computer
Qualità: centinaia di migliaia di pixel/milioni di colori
Risoluzione: centinaia di punti per pollice
Tempo: pochi minuti per ogni immagine
Costo: poche centinaia di migliaia di lire

Soluzione economica per digitalizzazioni di qualità media in pochissimo tempo. Si utilizza con stampe formato 10x15cm (o con porzioni di stampe più grandi) passando su queste lo scanner manuale che in genere ha una fessura di lettura larga appunto una decina di centimetri. Con alcuni dispositivi, come il Logitech, è però possibile leggere stampe più grandi suddividendole in strisce che poi vengono automaticamente cucite insieme.
Si collega direttamente al computer e digitalizza le immagini con una risoluzione fino a 400 punti per pollice: circa 3,5 milioni di pixel partendo da una stampa 10x15. Dato che la digitalizzazione avviene facendo scorrere manualmente l'apparecchio sopra la foto, è necessario un po' di allenamento per ottenere risultati soddisfacenti: movimenti a scatti o traiettorie non perfettamente rettilinee possono produrre errori di digitalizzazione e... occorre ricominciare da capo.

Pro:
- Apparecchi poco costosi adatti anche all'uso amatoriale
- Alta velocità

Contro:
- Obbligo di lavorare a mano libera con risultati non costanti
- Formato massimo 10x15 cm per alcuni modelli



SCANNER PIANO PER STAMPE
Esempi sul mercato:
Apple Color OneScanner
Epson GT 6500
Hewlett Packard ScanJet II C
Vobis Highscreen Color Flatbed II Plus

Sorgente: stampe max 20x30
Dove: direttamente al computer
Qualità: milioni di pixel/milioni di colori
Risoluzione: centinaia di punti per pollice
Tempo: pochi minuti per ogni immagine
Costo: dai 2 milioni in su

Lo scanner piano, dal punto di vista dell'utilizzazione, potrebbe assomigliare ad una piccola fotocopiatrice. Una volta collegato al computer e caricato il software di gestione inseriamo nello scanner la fotografia da digitalizzare così come faremmo con l'originale in una fotocopiatrice. Il risultato, però, non è ovviamente una copia su carta, ma il trasferimento sul computer della nostra immagine. Il risultato che otterremo sarà determinato tanto dalla bontà dell'originale quanto dalle sue dimensioni: più è grande l'immagine di partenza (naturalmente senza eccedere le dimensioni massime ammesse dal piano di lettura) maggiore sarà il numero di pixel letti, che nel caso migliore può raggiungere alcuni milioni. Per quanto riguarda i colori riconosciuti, di solito si arriva tranquillamente ai classici 16.7 milioni di sfumature, sufficienti nella totalità dei casi.

Pro:
- qualità medio/alta
- alta velocità

Contro:
- E' necessario avere una stampa di generose dimensioni per risultati soddisfacenti




PHOTOCD + LETTORE DI CD-ROM
Sorgente: pellicola negativa o diapositiva
Dove: presso un laboratorio fotografico
Qualità: milioni di pixel/milioni di colori
Risoluzione: migliaia di punti per pollice
Tempo: alcuni giorni
Costo: 1000 lire per immagine
Costo lettore: poche centinaia di migliaia di lire

La soluzione di non provvedere in proprio alla digitalizzazione delle immagini, ma di demandare l'onere ad un laboratorio PhotoCD, a fronte di un tempo di attesa molto superiore (pochi giorni contro pochi minuti) permette di ottenere risultati eccellenti senza eccessivi investimenti di denaro. E' sufficiente che il nostro computer sia dotato di un lettore di CD-ROM da poche centinaia di migliaia di lire per eliminare il problema alla radice. Dal punto di vista software sarà necessario che i programmi di elaborazione digitale da noi utilizzati siano in grado di leggere il formato di compressione PhotoCD o, alternativamente, possiamo utilizzare apposite utility di conversione.

Pro:
- alta qualità
- costo contenuto

Contro:
- E' necessario disporre di un lettore di CD-ROM collegato al computer


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