Articolo pubblicato sul n. di
Reflex
(Editrice Reflex Srl - Roma) nel giugno 1994
Domande e risposte
di Andrea de Prisco
Pur occupandomi, ormai da piu' di un anno, sulle pagine di
Reflex di fotografia digitale, computer, unita' di
memorizzazione, stampanti e affini, la mia passione e' e
rimane quella per la fotografia. Per essere ancor piu'
precisi, ho iniziato ad occuparmi seriamente di fotografia
quasi venti anni fa, e solo molto dopo (anche perche' allora
ancora non esistevano) ho iniziato a dedicarmi, prima per
diletto poi per professione, ai personal computer.
Quest'ultimi, all'inizio, non utilizzavano nemmeno il
monitor a colori, lavoravano in assenza assoluta di grafica
ma, soprattutto, disponevano di potenze di calcolo che oggi
farebbero sorridere (per la verita' "sbellicare dalle
risate") anche la piu' innocua agendina elettronica
tascabile. Due mondi cosi' diversi che non lasciavano ancora
intravedere alcun punto di contatto.
Oggi non mancano, naturalmente, i puristi della fotografia
tradizionale che guardano con occhio eccessivamente (e
inutilmente) critico la fotografia digitale. C'e'
addirittura chi sostiene che trattare al computer una
fotografia e' come mangiare una pizza cotta al forno a
microonde, rispetto ad una pizza napoletana cotta nel forno
a legna (ma soprattutto preparata da un pizzaiolo vero,
ndr).
Fortunatamente le cose non stanno affatto cosi'. Il primo
aspetto da sottolineare riguarda innanzitutto il fatto che
un computer e' solo un mezzo passivo ai nostri ordini: non
crediate, infatti, che un groviglio di chip e un buon
monitor a colori possano sostituire la vostra creativita'.
Il computer, come la macchina fotografica, e' solo capace di
mettere in pratica le vostre idee, la vostra ispirazione del
momento. Rispetto ai procedimenti tradizionali, ottenibili
in camera oscura, si ha il non indifferente vantaggio di
verificare il risultato via via ottenuto, consentendovi di
provare varie strade senza dover ogni volta ricominciare
tutto da capo. Ma siete comunque voi i padroni del mezzo e
non semplici operatori tecnici in grado di far funzionare il
"coso". Sono sicuro, a questo punto, che tutti, ma proprio
tutti i lettori di Reflex, hanno ben capito di che sto
parlando, dal momento che le stesse sensazioni, gli stessi
sforzi, le stesse emozioni le vivono continuamente
coltivando la passione per la fotografia. E' un po' come la
storia della fotografia subacquea: se insegniamo ad un
fotografo ad andare sott'acqua e poi ad un bravo sub ad
utilizzare una macchina fotografica i migliori risultati,
dal punto di vista fotografico, li otterremo senza dubbio
dal primo.
Quello che si cerca di fare, su Reflex, e' proprio di far
conoscere la nuova tecnologia agli utenti tradizionali che,
meglio dei piu' alti esperti informatici, possono in poco
tempo ottenere risultati interessanti.
Prendendo poi spunto da alcune lettere giunte in redazione,
ma soprattutto chiacchierando spesso con altri appassionati
di fotografia (anch'io mi definisco tale), abbiamo deciso
per questo mese di riassumere brevemente gli aspetti piu'
interessanti della fotografia elettronica, proponendovi un
articolo di domande e risposte, cosi' come ci sarebbero
rivolte da un ipotetico fotoamatore, se vogliamo
completamente a digiuno di computer, interessato a questo
nuovo mondo.
Inutile dirvi che siete vivamente invitati a continuare a
inviare le vostre domande, scrivendo in redazione, per
fugare ogni minimo dubbio o semplicemente soddisfare la
vostra curiosita'. Ok?
1 - Qualsiasi tipo di fotografia puo' essere elaborata al
computer?
Certamente. Non esistono limiti di questo tipo, riguardo al
tipo di immagine o al supporto utilizzato. Sia che
disponiamo di una fotografia su carta sensibile (una stampa,
volendo anche molto antica e/o rovinata) o su pellicola
(negativa o diapositiva) e' sempre possibile trasferirla
all'interno di un computer per eseguire un'elaborazione
digitale.
A parte la possibilita' di poter ritoccare alcune
imperfezioni dell'immagine originale (equivalente alla "spuntinatura"
effettuata dai comuni laboratori fotografici), nell'uso di
un sistema di questo tipo non deve mancare fantasia e
creativita'. Nel caso contrario, il computer diventa uno
strumento inutile se non addirittura dannoso per la nostra
fotografia originale.
D'altro canto, e' anche vero che grazie alla rapidita' di
risposta di un computer nell'effettuare una qualsiasi
elaborazione (in genere pochi secondi o pochi minuti)
possiamo utilizzare lo strumento elettronico anche per
stimolare la nostra stessa creativita', semplicemente
provando ora l'uno ora l'altro effetto digitale sulla nostra
immagine. Con in piu' la possibilita' di tornare
immediatamente indietro sui nostri passi per percorrere
altre strade. Infine, il computer puo' essere piu'
semplicemente utilizzato per correggere eventuali dominanti
colore dovute alle condizioni di ripresa o ad un trattamento
non proprio corretto in fase di sviluppo.
2 - Nel trasformare una fotografia da tradizionale a
digitale, si ha una perdita di dettaglio o riguardo la
fedelta' dei colori?
In linea teorica si, in pratica ASSOLUTAMENTE no. Per
trasferire una fotografia all'interno di un computer, la
stessa viene suddivisa dal punto di vista logico in tanti
minuscoli punti (pixel), ognuno di un preciso colore. Tanto
piu' piccoli sono i pixel, minore sara' la perdita di
dettaglio. Dal momento, pero', che anche il nostro originale
e' formato da tanti punti elementari (la grana) e'
sufficiente che i pixel siano piu' piccoli dei granuli
affinche' non si abbia la benche' minima perdita di
dettaglio.
Riguardo al secondo aspetto, dato che ogni singolo pixel
viene codificato con un ben preciso colore e dal momento che
non e' possibile codificare tutti, ma proprio tutti, le
infinite sfumature cromatiche presenti in natura (e
riprodotte sulla nostra fotografia a colori) sembrerebbe che
anche in questo caso, nel trasferimento, ci rimettiamo
qualcosa. In questo caso e' il nostro apparato visivo (occhio+cervello)
a venirci incontro, anche utilizzando un numero finito, ma
sufficientemente ampio di colori (di solito sedici milioni
di tinte). In questo modo la nostra percezione visiva, non
essendo in grado di notare alcuna differenza tra un'immagine
con infiniti colori e un'immagine in cui vengono utilizzati
solo sedici milioni di colori, fa si' che anche riguardo
quest'altro aspetto possiamo stare tranquilli: una
fotografia digitale puo', volendo, eguagliare
qualitativamente una fotografia tradizionale.
3 - Quali metodi si utilizzano per trasferire una
fotografia all'interno di un computer?
Esistono vari metodi a seconda del livello qualitativo
richiesto. Un apparecchio (in gergo tecnico scanner) in
grado di rilevare, analizzando la nostra fotografia, milioni
e milioni di pixel costera' di piu' di un apparecchio che
non va oltre alcune centinaia di migliaia di pixel. Discorso
analogo per il numero di colori codificati, ma anche per la
velocita' di lettura o l'accuratezza ottica e meccanica. Lo
scanner puo' essere specificatamente realizzato per leggere
diapositive e negativi o per trattare originali su carta
(stampe). Dal momento che uno scanner di buona qualita'
costa dai due milioni in su, la soluzione attualmente piu'
consigliabile e' quella di non acquistarlo affatto,
delegando l'operazione di trasformazione (in gergo
digitalizzazione) ad un comune laboratorio fotografico. E'
sufficiente, infatti, richiedere un PhotoCD Kodak a partire
dalle nostre fotografie (pellicola negativa o diapositiva)
per avere, ad un costo di circa 1000 lire ad immagine, una
digitalizzazione di elevatissima qualita'. Per poter
recuperare dal PhotoCD le nostre fotografie digitalizzate e'
necessario collegare al nostro computer un lettore di CD-ROM
(predisposto per il PhotoCD) dal costo ben inferiore, poche
centinaia di migliaia di lire, a quello di uno scanner di
buona qualita'. Nel sistema PhotoCD, da un fotogramma 24x36
vengono rilevati oltre sei milioni di pixel (ben al di sopra
del numero di granuli presenti nell'originale) e per ognuno
di questi codificato un colore tra gli oltre sedici milioni
riconoscibili dal sistema. L'immagine digitale contenuta su
un PhotoCD a piu' alta risoluzione (che non ha niente a che
vedere con quella che, eventualmente, vedremmo in TV
collegando l'apparecchio Kodak al nostro televisore di casa)
non ha nulla da invidiare alla nostra immagine tradizionale
di partenza.
4 - E' possibile trattare digitalmente una fotografia con
qualsiasi tipo di computer?
Anche in questo caso la risposta ha sia un aspetto teorico
che pratico. Qualsiasi computer dotato di un buon monitor
grafico (al limite anche in bianco e nero, purche' in grado
di visualizzare diverse sfumature di grigio) puo' essere
utilizzato per elaborare digitalmente le nostre fotografie.
Quanta piu' memoria avra' il nostro computer, tanto piu'
grandi o definite potranno essere le immagini trattate. Dal
punto di vista pratico, pero', tutto questo non e' affatto
sufficiente. E' necessario anche un buon programma di
elaborazione o, meglio, e' necessario che per il nostro
computer sia disponibile, per poterlo acquistare, un
adeguato programma di questo tipo. Scartate, in ogni caso,
la possibilita' di poter utilizzare il computerino per i
videogiochi che molto italiani hanno collegato al televisore
nell'era del boom di questo tipo di (finta) informatica
domestica. Il computer sicuramente piu' adatto per questo
tipo di applicazioni e' il Macintosh, seguito dai comuni
sistemi DOS/Windows con i quali, sia pure con minore
immediatezza e semplicita', e' possibile ottenere gli stessi
risultati. Volendo anche un Amiga (della nota Commodore) o
un Archimedes (della inglese Acorn) puo' essere utilizzato,
disponendo dell'adeguato software di elaborazione (piu'
difficile da reperire che per gli altri sistemi) e
verificando la possibilita' di poter effettivamente leggere
le immagini da PhotoCD.
5 - Per elaborare digitalmente una fotografia sono
necessari lunghi periodi di apprendimento?
Se avete gia' avuto a che fare con i computer, sono
necessarie solo poche ore di apprendimento per iniziare ad
utilizzare tutte le funzioni base del vostro programma di
elaborazione. Poi, man mano che familiarizzerete col
sistema, riuscirete a sfruttare tutte le funzionalita'
offerte, sempre grazie (non ci stancheremo mai di ripeterlo)
alla vostra fantasia e creativita' alla quale nessun
computer si puo' sostituire.
Se, invece, non avete mai utilizzato un computer, sono
sufficienti si e no un paio di giorni per apprendere le
funzioni base che vi permetteranno di muovere i primi passi
in questo nuovo (ormai mica tanto) mondo. In ogni caso la
risposta e' decisamente negativa: oggi come oggi e' molto
piu' difficile avere la completa padronanza di una reflex
ultramoderna supercomplicata (e non sono affatto rare...)
che non imparare ad utilizzare un sistema per l'elaborazione
digitale delle fotografie.
6 - Volendo attrezzare una "camera chiara" (un sistema
per il trattamento digitale delle immagini), qual e' la
spesa minima cui si va incontro?
Scegliendo opportunamente i componenti, ce la possiamo
cavare anche con due-tre milioni: un prezzo simile a quello
di un medio corredo fotografico autofocus (reflex piu' due o
tre obiettivi non molto costosi). E' necessario un computer
con almeno otto o sedici megabyte di memoria, un monitor a
colori (anche se non e' escluso l'utilizzo di un monitor
monocromatico), un lettore di CD-ROM e, naturalmente, il
programma di elaborazione digitale. Quest'ultimo, ad onor
del vero, puo' anche costare piu' di un milione (come il
mitico, ancorche' splendido, PhotoShop della Adobe), ma
all'inizio e' possibile utilizzare programmi meno evoluti,
dal costo anche dieci o venti volte inferiore. E' il caso
dei programmi cosiddetti shareware, per l'utilizzo dei quali
e' richiesta semplicemente un'offerta (difficilmente piu' di
poche decine di dollari) da inviare all'autore del
programma, generalmente indicato all'inizio. Il meccanismo
dello shareware ha consentito a migliaia di sviluppatori in
tutto il mondo di produrre software di buona qualita' senza
lavorare soltanto per la gloria. In altre parole non si
commette alcun reato a riprodurre e a cedere gratuitamente
il programma shareware (o al massimo richiedendo solo le
spese di distribuzione) ma ogni utilizzatore che ne viene in
possesso ed effettivamente lo utilizza (questo aspetto e'
molto importante) ha l'obbligo morale di corrispondere la
gia' citata offerta all'autore. In questo modo si diventa
utenti registrati col vantaggio, oltre a sentirsi a posto
con la coscienza, di ricevere automaticamente le nuove
versioni del programma o, addirittura, vedersi recapitare a
casa nel giro di poche settimane, una versione molto piu'
completa e potente del programma utilizzato.
7 - Tra un sistema amatoriale per il trattamento digitale
dell'immagine e un sistema professionale, quali sono le
differenze in termini di costo e di potenzialita' offerte?
Si potrebbe fare un paragone diretto con un sistema
tradizionale, prendendo come esempio un'attrezzatura per
camera oscura amatoriale a colori e un completo laboratorio
di sviluppo e stampa professionale. La differenza di prezzo
puo' anche essere di 100 volte. Con un paio di milioni, come
visto, possiamo acquistare tutto l'occorrente per una
"camera chiara" amatoriale, ma si puo' arrivare anche alle
centinaia di milioni e piu' per un sistema professionale. Le
differenze, pero' (questo e' il bello!!!), non riguardano
principalmente le capacita' di elaborazione digitale dei due
sistemi, ma quasi esclusivamente la velocita' di risposta e,
naturalmente, la completa autonomia. Un sistema
professionale sara' sicuramente dotato di uno o piu'
scanner, una o piu' stampanti a colori, non solo un lettore
di CD-ROM, ma probabilmente anche un apparecchio in grado di
incidere i PhotoCD. Non manchera', inoltre, nel sistema
professionale, un buon film recorder, apparecchio molto
sofisticato che permette di ottenere un nuovo negativo o una
nuova diapositiva dall'immagine elaborata. Insomma,
svolgera' autonomamente tutte quelle funzioni che saremo
costretti a richiedere proprio al laboratorio.
Non e' detto, pero', che il sistema professionale sia in
grado di compiere funzioni diverse, sulle fotografie, di
quelle offerte dal nostro sistema amatoriale. Dipende solo
dal software utilizzato e anche su un sistema piuttosto
economico possiamo far funzionare programmi da brivido.
Provare per credere...
8 - Qual e' il vantaggio piu' evidente del trattamento
digitale di una fotografia?
Dopo aver trasferito la nostra fotografia all'interno del
computer possiamo intervenire sia per effettuare correzioni,
sia per modificare la nostra immagine utilizzando filtri
digitali ed altri strumenti potentissimi. Con un sistema
digitale e' anche molto facile effettuare fotomontaggi, come
sostituire uno sfondo con un altro, cambiare le dimensioni o
spostare il soggetto principale, eliminare parti
indesiderate, capitate per sbaglio o per forza di cose nella
nostra inquadratura. Fare tutto questo davanti al computer,
piuttosto che lavorare di forbici e taglierino su una foto
ingrandita (ma con quali risultati?) per poi rifotografare
il tutto, significa lavorare nella massima tranquillita' dal
momento che possiamo in pochi attimi ripetere un passaggio o
ricominciare tutto da capo se non siamo soddisfatti del
risultato.
E' la velocita', infatti, il vantaggio principale
dell'utilizzo di un sistema digitale. Oltre a questo
possiamo aggiungere veri e propri effetti speciali alle
nostre fotografie, alcuni addirittura tipici della ripresa e
difficilmente ottenibili con metodi tradizionali in camera
oscura.
9 - Quali sono gli effetti ottenibili?
Tantissimi, pressocche' infiniti (grazie al fatto che
possono essere combinati tra loro), limitati come sempre
dalla sola fantasia e creativita' di chi sta utilizzando il
computer e non certo di chi l'ha progettato o venduto.
Alcuni effetti sono derivati direttamente da analoghi
trucchi da camera oscura, come la solarizzazione o l'effetto
lith. Con la differenza che, per solarizzare un'immagine in
camera oscura bisogna eseguire una stampa con tutti i tempi
necessari al suo sviluppo e al suo fissaggio, mentre col
computer possiamo apprezzare o bocciare il risultato in tre
o quattro secondi: il tempo di impostare la funzione.
Troviamo poi effetti tipici della ripresa che, con molta
facilita', possono anche essere applicati ad una parte
dell'immagine. Possiamo, ad esempio, aggiungere un effetto
panning (soggetto piu' o meno fermo, sfondo molto mosso per
via della velocita' del primo) finanche ad una fotografia di
un soggetto completamente immobile. Inserire un filtro
cross-screen o un filtro soft-focus e' anche questo un
giochetto, cosi' come intervenire sinteticamente sulla
profondita' di campo, non certo per aumentarla, ma semmai
per diminuirla: possiamo, in altre parole, sfocare
maggiormente lo sfondo dietro al soggetto, cosi' come
avremmo potuto fare aprendo maggiormente il diaframma prima
dello scatto.
Esistono, poi, alcuni filtri digitali che non trovano in
pratica alcuna corrispondenza nel campo della fotografia
tradizionale. E' possibile, tanto per fare un esempio,
trasformare un'immagine fotografica nella riproduzione di un
dipinto ad olio su tela oppure acquerello, tempera,
pastello, matita, magari scegliendo anche la mano
dell'artista: provate, se siete coraggiosi ad immaginare un
procedimento per ottenere di questo tipo effetto in camera
oscura. Senza, ovviamente, convocare un pittore...
10 - L'elaborazione digitale riguarda solo le immagini a
colori ?
L'elaborazione digitale riguarda anche le immagini in bianco
e nero, facilmente ottenibili anche partendo da quelle a
colori. In ogni momento possiamo dire al computer di
scartare il colore per ottenere un'immagine a livelli di
grigio sulla quale continuare a lavorare. E' anche
possibile, in linea teorica, trattare immagini a colori pur
disponendo solo di un monitor monocromatico: certo, ogni
trasformazione che riguarda il colore la dovremo immaginare
nella nostra testa, ma ci sono tantissime operazioni da
compiere che non riguardano affatto il lato cromatico. Ad
esempio i filtri di sfocatura e di effetto mosso, non
modificano il colore dell'immagine originaria e quindi
possono essere pienamente controllati anche tramite un
monitor in bianco e nero. Lo stesso discorso vale, inoltre,
per i monitor a colori di fascia bassa. Anche se il nostro
sistema non e' in grado di visualizzare piu' di qualche
centinaio di colori, non vuol dire che non possiamo trattare
immagini codificate con i fatidici sedici milioni di colori.
Il risultato visibile sul video, molto semplicemente,
approssima quello effettivo, che potremo vedere solo quando
faremo stampare da un laboratorio la nostra immagine
elaborata.
Infine, con un po' di abilita' ed una buona conoscenza dei
vari strumenti a disposizione, e' addirittura possibile
aggiungere il colore alle immagini in bianco e nero, cosi'
come abbiamo visto fare ad esempio per i vecchi film di
Stanlio ed Onlio "miracolosamente" disponibili oggi anche a
colori.
11 - Effettuata l'elaborazione al computer, come possiamo
ottenere nuovamente una stampa o una diapositiva della
nostra immagine?
L'unico modo e' quello di rivolgerci ad un laboratorio
fotografico attrezzato con un sistema professionale di
trattamento digitale dell'immagine. Portando loro l'immagine
elaborata, sono in grado di restituirci in pochi giorni una
diapositiva o un negativo dal quale ottenere tutte le stampe
che desideriamo. Se, invece, vogliamo una stampa diretta, il
nostro laboratorio dovra' essere attrezzato anche con una
stampante a sublimazione termica, ma difficilmente potra'
fornirci formati superiori al 30x40cm. Per portare la nostra
immagine elaborata al laboratorio, utilizzeremo un supporto
di memorizzazione rimovibile, come i comuni dischetti per
computer o i piu' capienti magneto-ottici o hard disk
rimovibili. In ogni caso e' necessario che il nostro sistema
sia dotato dello stesso dispositivo di memorizzazione del
sistema in laboratorio, dal momento che non esiste
compatibilita' alcuna tra supporti magnetici di tipo
diverso. Sarebbe come tentare di suonare un compact disc su
un giradischi tradizionale o, peggio, cercare di infilarlo
nella nostra autoradio a cassette (magari piegato in due).
Prima di recarci al laboratorio, e' consigliabile sentirli
telefonicamente per non correre il rischio di effettuare un
viaggio a vuoto.
12 - Non sarebbe piu' diretto utilizzare un apparecchio
fotografico completamente digitale?
Sicuramente si, ma al momento attuale, anche gli apparecchi
(pochi in verita') professionali dal costo di decine di
milioni non si avvicinano nemmeno minimamente alla qualita'
ottenibile dal procedimento pellicola+scanner (anche
attraverso l'uso di un PhotoCD). Un apparecchio
completamente digitale memorizza al suo interno le immagini
riprese (non piu' di alcune decine, allo stato attuale) e
collegato al computer le trasmette direttamente al suo
interno per l'eventuale elaborazione digitale. I tempi,
pero', non sono affatto maturi per disporre di un
apparecchio di questo tipo a basso costo e con una qualita'
piu' che soddisfacente per un utilizzo amatoriale evoluto.
Credo che passeranno ancora molti anni prima di vedere sul
mercato apparecchi di questo tipo... ma certamente
succedera'. Basta aspettare.
13 - Quali sono i limiti attuali di questi sistemi?
Costo elevato degli apparecchi, poca autonomia di ripresa
(alcune decine di immagini, dopodiche' occorre scaricare le
immagini su un computer), livello qualitativo, per quel che
riguarda la risoluzione offerta, ancora non sufficientemente
elevato. Attualmente il livello ottenibile e' piu' che
sufficiente per scopi giornalisti (immagini da stampare sul
giornale o da mandare in TV), ma confrontato con una buona
pellicola tradizionale deve solo scappar via dalla vergogna.
Soprattutto considerato che gli attuali apparecchi di questo
tipo costano davvero tantissimo: dieci milioni di lire e
anche piu'.
14 - Cosa sara' delle nostre reflex quando la fotografia
diventera' completamente digitale?
Dipendera' soprattutto dalle intenzioni dei costruttori.
Arriveranno certamente sul mercato macchine fotografiche
completamente nuove, ma non e' escluso che saranno proposti
dei dorsi digitali (da sostituire a quello originario pressa
pellicola) in grado di trasformare una reflex tradizionale
in una reflex completamente digitale. La Kodak, per utilizzo
assolutamente professionale (visto il prezzo) costruisce e
vende sia un dorso digitale per Nikon 801 che per Nikon F90.
In questo modo tutti gli accessori originari del sistema
(obiettivi, filtri, flash) possono essere utilizzati anche
per le foto digitali, con ovvi vantaggi dal punto di vista
economico. Otturatore, messa a fuoco (manuale o automatica),
programmi di esposizione continueranno ad essere utilizzati
come al solito, riprendendo le nostre immagini come sempre,
ma senza caricare alcuna pellicola nel nostro apparecchio.
15 - Diremo, un giorno, addio alla cara, vecchia,
indimenticabile camera oscura tradizionale?
Ogni volta che una nuova tecnologia si affaccia sul mercato,
c'e' sempre qualcuno che annuncia la morte imminente di
quella precedente. L'esperienza pero' insegna che questi
falsi indovini hanno spesso sbagliato le loro previsioni,
anche quando sembravano scontate. E' successo per la radio e
per il cinema con l'avvento della televisione, per la
fotografia in bianco e nero con l'arrivo delle pellicole a
colori, ma c'e' addirittura chi ha provato a dare per
spacciata la fotografia amatoriale con l'avvento delle
videocamere tascabili. Ma roba da matti...
Alla luce di tutto questo non crediamo affatto che la camera
oscura tradizionale potra' mai sparire... a meno che non ci
si mettano di mezzo ragioni di natura ecologica, vietando ad
esempio la produzione dei bagni di trattamento o delle
stesse pellicole all'argento. Anche se cio' in futuro
dovesse succedere, siamo sicuri che l'industria trovera'
metodi alternativi e meno inquinanti per continuare ad
offrire agli appassionati il piacere di stampare e
sviluppare in proprio le fotografie.
Lunga vita, dunque, alla nostra inseparabile lampadina
rossa!
Articolo pubblicato
su
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