Articolo pubblicato sul n. 145 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel novembre 1994

MCmicrocomputer


Reportages:
Photokina '94
Esplode la fotografia digitale!
Colonia, 22-27 settembre 1994
 

di Andrea de Prisco  

Spedire ADP, il sottoscritto, alla Photokina (la piu' importante fiera mondiale di fotografia che si tiene ogni due anni in Germania, in quel di Colonia) e' come regalare a Lucignolo un biglietto omaggio per il Paese dei Balocchi. Al ritorno dal massacrante tour de force nei ciclopici padiglioni della Koln Messe, non so perche', ma le mie orecchie si erano allungate di una buona ventina di centimetri. C'e' mancato poco che non mi spuntasse anche la coda...Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo

La verita' e' che coltivo la passione per la fotografia da quando ero bambino e ancora ricordo con commozione la mia prima macchina fotografica ricevuta in regalo in eta' scolare/elementare. Il caso ha voluto che, diventato adulto (e' inutile usare il termine "diventato grande" dal momento che il mio tonnellaggio non mi ha mai permesso di esprimermi con frasi del tipo "quando ero piccolo" o "...da piccolo" ecc.) mi occupassi di informatica e, devo confessarlo, il Commodore 64 che una decina d'anni fa violentavo continuamente con le mie elucubrazioni in linguaggio macchina (ADPbasic, EXMA, Galileo/J per citare qualcosa) fu acquistato dal sottoscritto cedendo ad un negozio di Pisa (dove studiavo informatica) la mia attrezzatura fotografica Contax/Zeiss. Che dolore!

Tornando alla Photokina, MCmicrocomputer non si e' occupata di questa fiera dal momento che, fino a pochi anni fa, ben poco collegamento esisteva tra il mondo fotografico e quello dell'informatica (personale e non). Ma quest'anno alla Photokina si respirava un'aria diversa. Macchine fotografiche, obiettivi, cavalletti, proiettori, accessori foto, come in ogni edizione a piu' non posso, ma quasi in ogni angolo della mostra si sentiva profumo di bit.

Per essere un po' brutale (in realta' la cosa mi riesce sempre molto facilmente), l'impressione che ho avuto al rientro da Colonia e' che una parte dei costruttori foto-cine si sia rimbecillita (o stia rimbecillendo) con la fotografia digitale. Un rimbecillimento, pero', per certi versi assolutamente benigno, come potrebbe essere quello di un neo padre, sonaglino in mano, davanti al malcapitato pargolo appena nato dallo sguardo certamente piu' lucido e intelligente del primo.

In questa Photokina, digitalmente parlando, si e' visto di tutto. Dai megaplotter a colori formato parete (avete letto proprio bene!) fino alle macchinette per fototessera immediata, quelli presenti in strada per intenderci, basati su una telecamera, un digitalizzatore ed una stampante elettronica, con la possibilita' di scegliere lo scatto meglio riuscito prima di impostare la stampa. Quasi tutti gli espositori "tecnologicamente avanzati" offrivano qualcosa anche nel campo digitale, alcuni impiegando tecnologie realmente innovative, altri, purtroppo, riciclando tecniche non eccessivamente moderne.

Partendo, ad esempio, dalla ripresa, sono esplorate praticamente tutte le soluzioni possibili ed immaginabili. Esistono dorsi digitali da applicare a fotocamere convenzionali, ma anche apparecchi completamente digitali alcuni derivati da macchine fotografiche standard altre create ex novo. Ma passare direttamente da un'immagine reale al formato digitale (senza passare dalla pellicola, prima sviluppata e poi scannerizzata) non vuol dire che i vari dorsi o apparecchi abbiano un funzionamento simile. Partendo dall'alto troviamo i sensori CCD da milioni e milioni di pixel i quali, posti sul piano focale (al posto della pellicola), congelano in un istante l'immagine ripresa per poi trasferirla sull'hard disk integrato (oltreche' rimovibile) o su una meno capiente scheda di memoria. Questi apparecchi permettono praticamente qualsiasi tipo di foto, dalla ripresa in studio di oggetti fermi al fotogiornalismo d'assalto nelle piu' disperate condizioni di lavoro.

Chi non disponeva della tecnologia "superficie CCD", utilizzando un "CCD lineare" ricorreva al microscanner piano, posto sempre in sostituzione della pellicola, rinunciando sia al fotogiornalismo d'assalto che alla ripresa, in studio, di oggetti o soggetti in movimento. In pratica con questo sistema scattando una foto si fa partire il microscanner piano che in alcuni secondi spazzola l'immagine riprodotta dall'obiettivo per fornire in uscita il file digitale corrispondente. Gli scanner di prima generazione, solo monocromatici, consentono la ripresa a colori sono effettuando i consueti tre passaggi attraverso l'utilizzo di un filtro rosso, un filtro verde e un filtro blu.

Ma c'e' anche ci vuol tagliare la testa al toro e per le riprese in studio consiglia di buttare tutta l'attrezzatura tradizionale per installare al suo posto una vera e propria telecamera ad alta (altissima?) definizione sapientemente collegata ad un digitalizzatore e all'immancabile computer.

In mezzo a tante soluzioni altamente professionali (a giudicare dai prezzi il target e' sicuramente quello) spiccava anche qualche costruttore assolutamente consumer che proponeva macchinette fotografiche digitali, tutte automatiche e col flash incorporato, da collegare al televisore o al computer per rivedere o elaborare le immagini riprese. In questo caso anche la risoluzione offerta e' di tipo "consumer" visto che difficilmente si va oltre i quattro-cinquecentomila pixel offerti da CCD di utilizzo prevalentemente videoamatoriale.

Saltando a pie' pari la miriade di soluzioni software per il trattamento e l'elaborazione delle immagini digitali, mi piacerebbe atterrare direttamente nel settore della stampa. Qui i bit erano molti di piu', facevano molta piu' scena, ma e' necessario valutare con molta attenzione la bonta' dell'offerta. La periferica di stampa piu' inflazionata di questa Photokina e' stata senza dubbio il plotter a getto d'inchiostro, in grado di stampare a colori su foglio continuo largo un metro e lungo... tutto il rotolo. Macchine di questo tipo, offerte da molti marchi, stampavano in continuazione (e anche piuttosto velocemente) vere e proprie gigantografie sotto gli occhi increduli (nonche' entusiasti) del pubblico visitante. Ho sentito piu' di una persona osannare queste macchine come prodigiose apparecchiature in grado di restituire qualita' fotografica anche se per esprimere giudizi simili bisogna proprio essere miopi. Anzi, presbiti o ipermetropi, dal momento che il presunto fotorealismo e' ottenuto solo grazie al fatto che gigantografie simili sono generalmente osservate da almeno mezzo metro o un metro di distanza da dove la retinatura della stampa a getto d'inchiostro (grazie anche all'algoritmo di dithering piuttosto evoluto) svanisce nel nulla della nostra illusione ottica. Un bel colpo, non c'e' che dire: visto che e' molto difficile rendere la stampa a colori a getto d'inchiostro realmente ad alta definizione (attualmente, che ci risulti, la piu' accurata da questo punto di vista rimane la Epson Stylus Color, 1.190.000+IVA, che con i suoi incredibili 720 dpi nasconde il suo dithering gia' osservando le stampe da una distanza di venti centimetri) i costruttori hanno pensato di capovolgere il problema offrendo soluzioni di "stampa a metro". A questo punto, pero', vorrei sapere se e' giusto pagare svariate decine di milioni una "stampante" a getto di inchiostro (scusate, ma del plotter hanno solo la forma esteriore!) che offre una risoluzione non superiore a quella della mia stampatina a colori che ho sulla scrivania, ma che vanta su un prolungamento del carrello porta testina (probabilmente rinforzato, ma sempre pilotato da un motore passo passo), serbatoi di inchiostro piu' capienti per non rimanere a secco a meta' lenzuolo e su un rotolone di carta speciale del quale non oso chiedere il prezzo al metro quadro.

La stampa digitale fotorealistica si ottiene, oggi, con la tecnologia a sublimazione di Kodak, Tektronics, Mitubishi o con la tecnologia a sviluppo termico della Fuji. Sarebbe stato bello vedere stampanti di questo tipo nei formati superiori ai vari A4-A3, vero ed unico limite attuale della tecnologia digitale.

In ogni caso, la visita alla Photokina e' stata un'ottima occasione per capire meglio questo futuro, toccando con mano tecnologie che solo due o tre anni fa appartenevano al capitolo fantascienza. Sono sicuro che nella prossima edizione della Photokina il digitale occupera' un posto meno spettacolare ma piu' concreto e culturalmente maturo, come certamente merita di essere considerato. Buona lettura!

 


 

Fuji Photo Film

 

Presso il gigantesco stand della Fuji un'intera sezione era dedicata alla fotografia digitale e venivano coperti praticamente tutti gli aspetti della materia. Innanzitutto faceva bella mostra di se' la fotocamera digitale realizzata in collaborazione con la Nikon di cui vi riferiamo in un apposito riquadro al centro dell'articolo.

La HC-1000 e', invece, una telecamera ad alta definizione funzionante con tre CCD (uno per colore primario) in grado di fornire immagini digitali in formato 1280x960 a 24 bit. Dotata di interfaccia SCSI nasce per essere utilizzata con i sistemi Macintosh sui quali trasferisce un'immagine completa in circa otto secondi.

Altra regina dello stand Fuji era la stampante Pictography 3000 che, pur con le sembianze di una banale fotocopiatrice, offre una qualita' di stampa addirittura superiore a quella a sublimazione. La risoluzione e' di ben 400 punti per pollice, stampa i consueti 16.7 milioni di colori, ma cio' che la differenzia dalle stampanti a sublimazione e' la tecnologia utilizzata assolutamente diversa. Non troviamo piu' una testina di stampa termica ed un nastro contenente i colori primari da trasferire sulla carta, ma l'utilizzo di due supporti complementari e di un sistema di esposizione a diodi laser. L'immagine viene generata su un primo supporto (che viene eliminato al termine del processo) e successivamente sviluppata e trasferita termicamente sulla carta di stampa vera e propria. La velocita' e' piuttosto elevata: la prima copia esce dopo due minuti, ogni copia successiva della stessa immagine impiega appena 70 secondi. Tutto il processo avviene in un'unica passata, rendendo impossibile qualsiasi tipo di "fuori registro" possibile, sebbene molto improbabile, con le stampanti a sublimazione.

Presso lo stand Fuji era esposta anche la workstation Crosfield Midi Mamba, basata su un sistema multiprocessor, hard disk e unita' backup da 2 gigabyte, memoria centrale da 100 megabyte, tavoletta grafica formato A3, alla quale era collegato lo scanner per pellicole Celsis 360 in grado di accogliere fino a 30 negativi o diapositive per automatizzare il processo di scannerizzazione in serie. Oltre a salvare le immagini nei formati standard piu' diffusi puo' utilizzare anche i formati "nativi" di Photoshop 2.0 e 2.5

 


 

Hasselblad

 

Il marchio Hasselblad non dovrebbe risultare nuovo nemmeno ai meno interessati di fotografia. Gli apparecchi Hasselblad, senza tema di smentita, sono il riferimento assoluto nel campo della fotografia in formato 6x6 grazie anche all'utilizzo dei mitici obiettivi Carl Zeiss di cui sono dotati. E' Hasselblad, tanto per citare qualcosa, la macchina fotografica utilizzata dalla Nasa durante le missioni Apollo. Gli apparecchi che ci hanno restituito le piu' famose immagini del nostro satellite stanno ancora li', sulla Luna, lasciati dagli astronauti insieme a tanta altra attrezzatura scientifica per minimizzare il carico durante il rientro verso la terra. Se volete un'Hasselblad gratis accomodatevi pure: correte sulla Luna e scegliete liberamente il modello che piu' fa per voi...

Anche nel campo della fotografia digitale Hasselblad non intende rimanere dietro e propone diverse soluzioni basate sulle sue mitiche fotocamere in abbinamento con i dorsi digitali messi a punto da altri costruttori come Kodak, Leaf e PhaseOne. Da parte sua Hasselblad ha messo a punto uno speciale corpo denominato FlexBody che permette basculaggio e decentramento obiettivo-piano focale grazie al fatto che il sensore CCD attualmente utilizzato ha dimensioni di gran lunga inferiori al formato originale 6x6 mentre la copertura degli obiettivi Zeiss e' ovviamente sufficiente al formato originario.

 


 

Nikon

 

Gia' da alcuni anni Nikon, leader incontrastato nel settore professionale delle fotocamere 35mm, offre alcuni scanner per la fotografia digitale. Il primo, LS-3510AF, e' uno scanner per pellicole utilizzabile fino al formato 40x40 mm con una risoluzione massima di 5.000x5.000 pixel. Accetta sia diapositive intelaiate che fotogrammi in striscia tramite un apposito adattatore.

Piu' interessante, e anche dal costo piu' contenuto, il Nikon Coolscan e' uno scanner per pellicola di dimensioni tanto ridotte da poter essere inserito all'interno di un computer in una qualsiasi predisposizione per drive da 5.25". Con la sua risoluzione massima di 2700 dpi riesce a scannerizzare il formato 35mm in ben 2593x3888 pixel, sempre a 24 bit ovvero in 16.7 milioni di colori. Il suo nome, Coolscan, deriva dall'utilizzo di un illuminatore a luce fredda utilizzato per il processo di scannerizzazione. Nella versione per Macintosh e' fornito di serie del plug-in per Photoshop, mentre nella versione PC/AT troviamo le utility software per Microsoft Windows.

La novita' relativa a questa edizione della Photokina, oltre alla fotocamera digitale E-2 realizzata in collaborazione con la Fuji di cui vi riferiamo separatamente, e' lo scanner piano denominato Scantouch. Accreditato di una risoluzione di ben 1200 punti per pollice, utilizza per la digitalizzazione un metodo a tre passate da 10 bit per colore primario. Ottima la velocita' di scannerizzazione: un'intera pagina formato A4, a 300 dpi, full color, viene letta in appena 30 secondi (modo veloce, senza compensazione dell'esposizione). Infine, l'interfacciamento con il computer e' assicurato da una SCSI-II e puo' essere utilizzato sia con i Macintosh che con i sistemi Windows.

 


 

Kontron Electronik

 

Kontron Electronik esponeva il suo sistema di ripresa digitale da studio basato su una telecamera ad altissima risoluzione in grado di restituire immagini a 36 bit con risoluzione di 3000x2300 pixel. La velocita' di digitalizzazione varia da 1 secondo per le immagini a bassa risoluzione di 500x380 pixel fino ad un massimo di 16 secondi per la risoluzione massima. Utilizza un CCD da 2/3 di pollice e trasferisce le immagini alla velocita' di 20 megabyte/secondo. Puo' essere collegato ad un Macintosh tramite una scheda NuBus, ad un PC con una scheda AT-Bus e via SCSI ad una workstation. Dal punto di vista software puo' utilizzare un plug-in per Photoshop o un programma stand alone. Per il suo funzionamento sono necessari da 32 a 48 megabyte di RAM, 50 megabyte di spazio sull'hard disk, e una scheda grafica a 24 bit.

 


 

Dicomed

 

Nota nel campo della fotografia digitale per i suoi dorsi, Dicomed esponeva alla Photokina tutti i suoi sistemi comprese le workstation, gli scanner e i film recorder.

Il dorso digitale Dicomed si utilizza con le diffuse (in ambiente professionale) macchine fotografiche a banco ottico e si inserisce al posto del magazzino portapellicola dopo aver effettuato come sempre inquadratura, messa a fuoco, correzione prospettrica attraverso il vetro smerigliato posteriore. Dato che la digitalizzazione puo' durare da alcuni secondi ad alcuni minuti e' necessario che l'oggetto ripreso sia assolutamente immobile e che sia presente un'illuminazione continua della scena. La risoluzione offerta e' di 83 punti per millimetro, pari a 2116 punti per pollice. Considerato che l'area di ripresa e' pari a 72x90 millimetri, la risoluzione effettiva e' di 6000x7250 pixel. Per l'utilizzo fuori studio, funziona anche a batterie ricaricabili e puo' contare su un hard disk interno per la memorizzazione delle immagini.

Il DeskTop Scanner, come recita il suo nome e' uno scanner da tavolo. E' adatto alla digitalizzazione di pellicole negative o diapositive fino al formato 4x5 pollici. La risoluzione massima e' di 6000x8000 pixel e fornisce immagini a colori a 24 bit o monocromatiche a 4096 livelli. Per la digitalizzazione utilizza un CCD lineare (trilinea) da 6000 pixel mosso, come sempre, da un motore passo-passo. Dotato di interfaccia SCSI, puo' essere controllato sia da un Macintosh che da un sistema Windows.

Imaginator Pentia Pro2 e' una workstation grafica professionale basata su due (diconsi due!) Pentium a 90 MHz, 96 megabyte di RAM, 2 gigabyte formattati di hard disk, un monitor a 21 pollici, un'unita' tape da 10 gigabyte, un lettore di CD-ROM e un'interfaccia SCSI-3

 


 

Microtek

 

Tre prodotti per tre differenti esigenze. L'offerta Microtek si articola principalmente su tre scanner: uno scanner piano, lo ScanMaker III, e due scanner per pellicola, 35t e 45t, rispettivamente per il formato 35mm e per il formato 4x5 pollici. Del modello 35t, per fare un'anticipazione, ne riparleremo al piu' presto sulle pagine di MCmicrocomputer con una prova dettagliata del prodotto che ha dalla sua un prezzo di vendita piuttosto contenuto, di poco superiore a quello di uno scanner piano di buona qualita'. Lo scanner 45t permette di digitalizzare fino alla risoluzione ottica di 5000x5000 pixel che diventano 10.000x10.000 attraverso l'algoritmo di interpolazione. Per ogni colore primario vengono trattati 4096 livelli, per un totale di oltre 68 miliardi di colori, catturati con un passaggio unico tramite un CCD lineare trilinea e un'illuminazione fluorescente tarata a luce naturale.

ScanMaker III e' il nuovo scanner piano di Microtek con risoluzione ottica di 600dpi x1200dpi che diventano 1200x2400 con l'interpolazione software. Nel funzionamento monocromatico lo ScanMaker III assicura 256 o 4096 livelli di grigio, a colori offre 24 o 36 bit di profondita'. Anche in questo caso la digitalizzazione avviene in un unico passaggio, utilizzando un CCD lineare trilinea. L'interfacciamento avviene attraverso porta SCSI e puo' essere utilizzato sia con sistemi Macintosh che con sistemi Windows.

 


 

Kodak

 

Piu' che di stand Kodak bisognerebbe parlare di Universo Kodak. E una buona parte di questo Universo era dedicato al mondo della fotografia digitale. Accanto al PhotoCD e alle relative stazioni grafiche per la digitalizzazione delle immagini, la masterizzazione e la registrazione dei dischetti dorati contenenti cento e piu' immagini, abbiamo potuto ammirare la nuova fotocamera digitale DCS 460 che incorpora al suo interno un CCD da ben 6 milioni di pixel (2036x3060), la stampante XLS 8600 PS, il dorso data per le fotocamere medio formato e il film recorder LTV 1010VL.

La fotocamera digitale DCS 460 deriva dalla preesistente DCS 420 ed utilizza come corpo macchina una Nikon F90 e l'intero parco ottiche Nikon. Al posto del tradizionale pressa pellicole e' installato il dorso Kodak contenente il CCD, che si estende sotto al fondo della macchina (come un grosso motore di avanzamento) per far posto all'elettronica di gestione e alla sede per l'hard disk rimovibile in standard PCMCIA tipo III. L'alimentazione della fotocamera e' assicurata da batterie ricaricabili che assicurano un'autonomia di almeno 300 immagini con un tempo di ricarica di appena un'ora. Nell'apparecchio e' inoltre integrato un microfono che consente la registrazione audio di una annotazione vocale (in pratica una didascalia sonora) in modo da identificare agevolmente ogni immagine. Puo' essere collegata ad un monitor video per visionare velocemente le immagini memorizzate e collegata ad un computer attraverso la porta SCSI integrata. Naturalmente e' possibile estrarre l'hard disk dalla fotocamera ed inserirlo in un apposito lettore per computer e scaricare ancora piu' velocemente e facilmente le immagini memorizzate. Data l'enorme quantita' di dati da salvare per ogni scatto (un'immagine da 6 milioni di pixel in 16.7 milioni di colori occupa ben 18 megabyte in formato non compresso) e' possibile effettuare una ripresa, istantanea, ogni 12 secondi. Lo stesso CCD presente nella DCS 460 e' disponibile nel dorso denominato DCS 465 adatto alle fotocamere medio formato.

La stampante a sublimazione Kodak XLS 8600 PS e' l'evoluzione della eccezionale XLS 8300 gia' presente sul mercato da qualche tempo. Caratteristica principale della nuova stampante e' la compatibilita' PostScript level 2 (stampa ovviamente anche le immagini raster) e il nuovo formato del supporto che consente la stampa in formato A4 pieno. Anche il tempo di stampa e' stato notevolmente ridotto: la XLS 8600 stampa una pagina in appena 75 secondi. Riguardo l'interfacciamento con il computer, la stampante e' dotata di interfaccia SCSI, parallela e LocalTalk. Tramite una scheda di rete opzionale e' possibile aggiungere il supporto per EtherTalk, Novell NetWare e i protocolli TCP/IP. Tutte le porte sono indipendenti e multisensibili, consentendo alla stampante di ricevere diversi tipi di input senza cambiare le connessioni.

 


 

Rollei

 

Anche la Rollei, veterana nel mondo della fotografia tradizionale, non ha tralasciato il settore della fotografia elettronica offrendo due diversi dorsi digitali per le sue fotocamere medio formato. Il primo, denominato ScanPack, si basa su un microscanner piano posizionato sul piano della pellicola e offre una risoluzione di 5.800x5.000 pixel  su una superficie di 41.2x35 millimetri, con risoluzione cromatica di 12 bit per colore (36 bit/pixel). Il secondo dorso, denominato ChipPack, si basa su un sensore monocromatico da 2.048x2.048 pixel davanti al quale scorrono i tre filtri cromatici rosso, verde e blu per riprese a colori a 24 bit/pixel. Fotocamera piu' dorso, utilizzato in abbinamento ad uno speciale proiettore per diapositive 6x6, consente la digitalizzazione automatica di un intero caricatore di diapositive: dalla fotocamera al film scanner in pochi secondi.

 


Leaf

 

Anche per la Leaf, azienda del gruppo Scitex, la Photokina ha rappresentato una base di lancio per il suo nuovo prodotto, il dorso digitale CatchLight. Degno successore del precedente modello monocromatico DCB (Digital Camera Back) il nuovo CatchLight consente riprese a colori a scatto singolo grazie all'utilizzo di uno speciale filtro multicolorato utilizzato sulla superficie del CCD da quattro milioni di pixel. La trasformazione in immagine RGB avviene all'interno del computer (un Power Macintosh 8100) che interpola opportunamente i dati ricevuti dal dorso attraverso uno speciale algoritmo messo a punto dalla Leaf. La risoluzione cromatica arriva a ben 14 bit per colore pari a 42 bit/pixel. La minima quantita' di RAM richiesta per il Power Macintosh utilizzato e' di almeno 72 megabyte e l'interfacciamento avviene attraverso una scheda NuBus da installare all'interno del computer.

 


 

Realta' Virtuale Ottica

 

L'oggetto, pur non avendo alcun riferimento diretto al mondo dell'informatica, non puo' non essere "raccontato" in queste pagine. Si chiama Spaceshot, e sul suo depliant fa bella mostra lo slogan "The only medium for spaces". Cerchiamo di capire di che diavoleria si tratta.

Avete mai sentito parlare delle fotografie stereoscopiche? Sono sicuro di si': sono quelle immagini riprese con una coppia di fotocamere (o un adattatore installato sull'obiettivo di una fotocamera singola) e osservate attraverso un apposito visore che invia l'immagine sinistra all'occhio sinistro e l'immagine destra all'occhio destro. Il risultato e' una visione tridimensionale dell'immagine dovuta proprio al fatto che al nostro cervello arrivano in pratica le due stesse immagini che un ipotetico osservatore reale avrebbe percepito dal medesimo punto di osservazione.

Avete mai sentito parlare delle fotografie panoramiche? Forse no, ma il concetto e' ancora piu' semplice. Basta una speciale fotocamera ruotante che, mentre effettua la ripresa, gira su se' stessa (facendo avanzare in perfetto sincronismo la pellicola) per cogliere tutto quello che si trova intorno all'apparecchio. Il risultato e' una fotografia che riproduce l'intero panorama a 360 gradi.

Provate a combinare le due tecnologie dotando di un doppio obiettivo la fotocamera rotante ed effettuando una doppia ripresa, prima con l'obiettivo destro e poi con l'obiettivo sinistro. Otteniamo, conseguentemente, due panoramiche: resta un problema, come facciamo a dirottare la prima sull'occhio destro e la seconda sull'occhio sinistro? La risposta e' Spaceshot:  con questo diabolico apparato, a funzionamento giroscopico, le due pellicole scorreranno davanti ai nostri occhi a seconda di come muoviamo l'apparecchio. Il risultato e' entusiasmante: si impugna come un binocolo e girando verso sinistra ci mostrera' la visione tridimensionale della parte sinistra dell'immagine, invertendo il nostro movimento la pellicola scorrera' nel senso opposto consentendoci la visione, sempre tridimensionale, della parte destra della scena ripresa. Il tutto con un realismo da far paura, visto che la qualita' e' assolutamente fotografica e che nulla a da spartire nemmeno col piu' sofisticato dispositivo di realta' virtuale... tradizionale.

Uno degli esempi mostrati riguardava una ripresa effettuata in un giardino. Sembrava proprio di stare li. Mancava solo il profumo dei fiori!

 


 

Nikon E2s - Fijix DS-515

 

Nikon, da sempre protagonista nel mondo della fotografia professionale e amatoriale e Fuji, rivale giapponese del colosso americano Kodak, hanno unito le forze per dare alla luce una fotocamera reflex completamente digitale di stampo altamente professionale, adatta principalmente al fotogiornalismo.

Diversamente dall'apparecchio Kodak, l'apparecchio Nikon non utilizza un corpo macchina tradizionale, ma e' stata realizzata ex novo: di tradizionale utilizza solo gli obiettivi Nikon grazie ai quali mette a fuoco automaticamente il soggetto inquadrato. Il sensore CCD utilizzato, di produzione Fuji, offre una risoluzione di 1280x1000 pixel su una diagonale da 2/3 di pollice e fornisce immagini a 24 bit/pixel. Dal momento che il CCD ha una superficie assai piu' piccola della copertura standard delle ottiche Nikon per il 35mm, all'interno dell'apparecchio (e sfruttando la profondita' dello stesso) e' stato inserito un condensatore ottico che riduce l'angolo di copertura alle dimensioni del CCD utilizzato. Grazie a questo artificio, si ha corrispondenza tra la focale utilizzata e l'angolo di campo effettivamente ripreso, nonostante le dimensioni inferiori del sensore.

Come memoria di massa utilizza una scheda RAM da 15 megabyte in standard PCMCIA type I, in grado di immagazzinare fino a 43 immagini in modalita' normale. Dato che il metodo di compressione e' di tipo JPEG, a seconda del livello di compressione/qualita' adoperato, potremo memorizzare su una singola scheda piu' o meno immagini, da un minimo di 5 ad un massimo di 84. Nello stesso alloggiamento e' possibile inserire anche schede PCMCIA di tipo II, ma non di tipo III dunque non e' previsto, almeno per il momento, l'utilizzo di un hard disk rimovibile per immagazzinare le foto via via scattate.
Per il trasferimento delle immagini e' possibile utilizzare la porta RS-422 incorporata nella fotocamera o utilizzare un lettore per schede PCMCIA collegato al computer. Naturalmente e' anche possibile visionare le immagini memorizzate collegando la fotocamera ad un monitor PAL o NTSC.

 


Articolo pubblicato su www.digiTANTO.it - per ulteriori informazioni clicca qui