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dT n. 06/2009 del 16.02.2009
Cornice stile Ritorno al futuro
FEB 16 2009


Immagine di apertura

Facebook: attenti al lupo!

Dov'è il reale business di Facebook? Non è che PER CASO :-) il fiume di soldi lo porta quel 'fiume di codice' che circola su questa piattaforma?!?

Sono relativamente fresco di Facebook. La mia iscrizione al libro delle facce (toste?) risale ad appena 4 mesi or sono... come spesso capita, su espresso invito di una mia carissima amica (Lucia). Immagine_inlineDiciamo che ho cavalcato il boom (tutto italiano) di fine 2008. Non si parlava d’altro in quelle settimane, TG compresi!, ed era veramente difficile rimanere indifferenti al fenomeno. Mi sono sempre chiesto, nel frattempo, di cosa campano tali signori. E’ vero che è sempre presente una colonnina, a destra, con qualche avviso pubblicitario (spesso, almeno a me, del tipo: cercati una donna che è meglio! :-) ma, detto francamente, mi pare un po’ poca roba considerate le dimensioni dell’intera baracca. I numeri, di Facebook, parlano del resto assai chiaro: un centinaio abbondante di milioni di utenti (non paganti) nel mondo deve costare un bel po’ in termini di strutture in grado di ospitarli. Con le loro chiacchiere, i loro messaggi, le loro immagini, i loro video e i loro quant’altro.

Immagine_inlineQuel che mi suona ancora più strano – si badi bene: agli occhi miei di incompetente! – sono le quotazioni, vertiginose, dell’affaire in questione. Secondo fonti non ufficiali (copio & incollo da Internet, tanto per cambiare!): Il sito, fondato da Mr. Mark Zuckerberg nel 2004 (un ragazzotto appena ventenne, ndr) con un investimento di mezzo milione di dollari provenienti dalle tasche del co-fondatore di Paypal Mr. Peter Thiel ha subito ricevuto iniezione di capitali per 12,8 milioni di dollari l’anno successivo dalla Accel Partners e poi ancora per 25m$ da Greylock Partners and Meritech Capital Partners. Perché tutta questa disponibilità di capitale di rischio anche se formalmente il sito non vendeva nulla? BusinessWeek riportò a Marzo del 2006 che un potenziale acquisto del sito era in negoziazione. Facebook dichiarò di aver declinato un’offerta di acquisto per 750m$ e voci di corridoio parlarono di un prezzo d’acquisto richiesto di almeno 2b$ (miliardi di dollari). Microsoft annunciò poi nell’Ottobre del 2007 che avrebbe comprato l’1.6% delle azioni di Facebook per 246m$. Anche Yahoo e Google espressero interesse per Facebook e ad oggi la valutazione del prezzo d’acquisto del sito da fonti interne all’azienda è attorno agli 8 miliardi di dollari. La notizia, pare, non è nemmeno tanto aggiornata: su Wikipedia già si parla di 16 miliardi di dollari di valore: minchia!!!

Immagine_inlineA me, ripeto, i conti non tornano! Ma, ripeto ancora, parlo da assoluto incompetente. Quello che, viceversa, mi preoccupa è tutt’altro: ma quanto è sicuro un luogo come Facebook? Che rischi si corrono facendovi parte? Non mi riferisco, certo, al problema virus... :-))) almeno nella sua accezione classica di virus informatico (qui dentro non immagino proprio come potrebbero passare). Il vero problema, quello che secondo me può creare qualche disagio, sono le applicazioni su Facebook che, l’avrete certamente notato, si moltiplicano come funghi. Velenosi, a parer mio. Ho un centinaio appena di contatti e, quotidianamente, ricevo inviti ad accettare questa o quella applicazione. C’è che ha finalmente trovato la propria anima gemella e mi viene chiesto di trovare anche io la mia. Poi scopro di essere stato rapito da un Rapitore seriale con esplicito, ancorché cliccabile, invito a scappare!

Qualcuno, poi, pensa che il sottoscritto sia stato truffato nel test (che vor dì???) e subito compare (giustamente) il link: Clicca qui per saperne di più. Ma la vera ciliegina sulla torta – di quelle che mi hanno portato a riflettere – mi è giunta due o tre settimane fa. Una mia capa (anch’essa su Facebook) giocando inconsapevolmente con una di queste applicazioni, cito testualmente: ha risposto alla domanda ‘Pensi che Andrea de Prisco ha mai usato il sesso per far progredire la loro carriera? Immagine_inlineNon appena si clicca su uno di questi link di chiarimento (alzi la mano destra e dica lo giuro chi non l’ha fatto almeno una volta!) un messaggio di solito NON letto avvisa l’utente: Consenti l’accesso all’applicazione XYZ? L'applicazione potrà accedere alle informazioni presenti nel tuo profilo, alle foto, alle informazioni dei tuoi amici e ad altri contenuti di cui si rivelerà necessaria l'elaborazione. Segue un bel tasto EVIDENTE con scritto Consenti e un link piccolo piccolo con scritto annulla. Ancora più piccola, e in colore grigiolino, la scritta sottostante: Se scegli di proseguire, consentirai all’applicazione XYZ di accedere alle tue informazioni e accetterai le Condizioni d'uso di Facebook relativamente all'uso di XYZ.

Ora, da esperto (vabbè... si fa per dire!), la domanda MI nasce spontanea: ma non è che PER CASO il vero business è proprio DENTRO queste applicazioni, tanto di moda?. Quanto ci vogliamo scommettere che dietro tutto questo fiume di codice aggiunto (a Facebook) vi sia il vero fiume di soldi che circola lì sotto all’insaputa, ma in un certo senso a spese, degli utenti?

Allora, da non non esperto, anzi, per non sapere né leggere né scrivere sapete cosa ho fatto? Oggi pomeriggio mi sono studiato un po’ di Facebook-Privacy scoprendo che, non senza la prevista difficoltà del caso, è possibile mettersi al riparo da tutto ciò. Incredibbbbile!!! Basta cercare bene nelle pagine delle impostazioni, smadonnare quel tanto che basta come era da attendersi in un ambiente simile e FINALMENTE cliccare sulla casella desiderata: Non condividere alcuna mia informazione attraverso l’API di Facebook.

Speriamo sia vero!

AdP


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Progetto a cura di  Andrea de Prisco - AdP

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