AppleNews:
da Las Vegas con furore
Anche se il viaggio d'andata è stato ((massacrante con brio)), la presentazione dei nuovi prodotti Apple al Comdex era proprio da non perdere. In una Las Vegas più ((gettonata)) che mai, in un Comdex forse un po' “moscetto”, ma in uno stand Apple di fuoco, i vari personaggi della presentazione (primo tra tutti il megadirettore galattico Sculley) apparivano, grazie ad una regia ed a un nutrito set di cameramen disseminati nello stand, sullo schermo gigante proprio sopra al palco dell'intera, accresciuta, famiglia Mac. Tutt'intorno, dentro e fuori lo stand che ad un certo punto ha spalancato i suoi battenti anche alle folle (noi giornalisti eravamo già in gabbia ...), centinaia di visitatori seguivano attentamente le parole di Sculley dal motto “The revolution continues... “.
Rivoluzione verso il basso, verso l'alto, e verso l'esterno, magari in una bella valigetta, a portata di mano.
Così nasce il Macintosh Classic Il, con 68030 a 16 MHz (ciao Mac SE/30 ...) i nuovi Macintosh Ouadra, basati sul 68040 a 25 MHz e ben tre notebook (ciao Portable ...) dall'estetica, dall'ergonomia, dalle caratteristiche a dir poco sorprendenti.
Le origini
Spaghetti all'aragosta. Che delizia. Mai mangiato nulla di più buono. A San Francisco, the day after, tra granchi giganti ed aragoste diventava sempre più difficile decidere il secondo. E così ho finito per fare il solito «asso piglia tutto» e mangiare tutt'e due le cose. Considerato poi che il primo, gli spaghetti appunto, erano praticamente già loro stessi un piatto unico, e che la Sacher Mousse certo non stava lì ad aspettare, alla fine la mia cravatta stava praticamente orizzontale: con me, entro determinate tolleranze, ancora spasmodicamente in piedi. Ma nell'aspettare il taxi del ritorno, mandando cavallerescamente avanti gli altri, il sottoscritto, Santo Strati (di M) e Pierfilippo Roggero (della Apple). ci siamo messi a parlare del buon vecchio, e sfortunato, Lisa che forse ha avuto la sola colpa di essere un po' troppo ingombrante. Sorte diversa toccò, invece, al fortunatissimo Macintosh, il primo computer da tavolo nato per risolvere anche problemi di spazio. Impronta minima sulla scrivania, monitor incorporato e tastiera addirittura priva di tastierino numerico tant'era importante occupare meno spazio possibile. Poi, con il suo incavo-maniglia era facilmente trasportabile di stanza in stanza, quando e se necessario. Ora che i Macintosh entrano addirittura in valigetta, cosa succederà?
P come PowerBook
Intanto i modelli sono 3, due basati sul 68030 a 16 e 25 MHz, il terzo, più piccolo, sul 68000 a 16 MHz. Che vuoi dire, per quest'ultimo, una velocità doppia rispetto a quella di un Classic e pressoché simile a quella di un più agile LC.
Lasciando però momentaneamente da parte le caratteristiche tecniche di tutto rilievo (che riprenderemo più avanti). Vorrei dapprima soffermarmi su quelle ergonomiche ed estetiche che, sempre secondo il sottoscritto, rappresentano la vera arma vincente dei tre prodotti. Le dimensioni sono molto contenute specialmente per il modello inferiore che vanta un peso di soli 2.3 kg (batterie incluse) e dimensioni inferiori ad un foglio A4. Il loro nuovo look «grigio-marron-verdastro» (dipende dal livello di daltonia di chi li guarda) ben diverso dal classico grigetto Mac (prima, ricordate, beigeolino) trova risposta proprio nella natura estremamente trasportabile dei tre computer, soggetti quindi a sporcarsi più facilmente dei fratelli (o cugini) da tavolo. Ma la grande genialità sta nella disposizione tastiera-trackball integrata che a prima vista può lasciare un po' sconcertati, ma che appena si cominciano ad assaporarne in campo le doti viene subito da pensare come mai non fossero tutti così i portatili. In pratica la tastiera è stata avanzata verso il display, la trackball è posta al centro dello spazio sotto la tastiera il quale funge anche da poggia polsi quando si premono i tasti. E per la prima volta al mondo (uauh l) si ha la possibilità di utilizzare trackball e tastiera contemporaneamente e senza spostare le braccia: le dita «lunghe» corrono velocemente sui tasti; i pollici, oltre a comandare la barra spaziatrice, con movimento quanto mai naturale possono manovrare pallina e tasto mouse, quest'ultimo sapientemente duplicato per non forzare alcuna scelta d'utilizzo.
Inoltre due piedini ruotabili posti sul retro permettono di variare l'inclinazione dei PowerBook quando questi sono utilizzati sul tavolo, né più, né meno, di come si fa normalmente con le tastiere standard. Insomma, un'idea bomba del «da oggi famoso» Robert Brunner manager dell'industriai design di Apple.
Tornando alle caratteristiche tecniche, dicevamo che il modello inferiore è anche più compatto. Ciò è dovuto al fatto che il PowerBook 100 (questo il suo nome) non è dotato di drive per floppy disk interno ma del solo HD da 20 megabyte. Il SuperDrive (mini nelle dimensioni), in grado come di consueto di leggere e scrivere dischi da 400K, 800K, 1.44 MB, nel formato Macintosh e 360K, 720K, 1.44 MB nel formato MS-DOS, è però fornito a corredo del notebook come periferica esterna da utilizzarsi quando è necessario, ad esempio, importare o esportare file MSDOS.
Per il trasferimento, invece, da o verso Mac da tavolo, abbiamo a disposizione o la classica Appletalk o, addirittura, utilizzando la presa SCSI disponibile anch'essa, possiamo vedere dal Mac fisso l'hard disk del portatile come un secondo disco del primo.
I due modelli superiori (PowerBook 140 e 170) hanno in più il processore 68030 rispettivamente a 16 e 25 MHz oltre che il già citato drive per floppy disk interno che fa crescere un po' le dimensioni. Il modello top della gamma dispone anche del coprocessore matematico 68882 e di un display a matrice attiva di gran lunga superiore a qualsiasi display supertwist mai visto in giro.
In tutt'e tre i casi l'LCD ha una risoluzione di 640x400 punti, è retroilluminato, e comunque assicura una visibilità eccellente anche per i modelli dotati di display supertwist.
Terze parti stanno comunque già provvedendo a realizzare adattatori per permettere l'utilizzo di monitor esterni, sia a colori che monocromatici.
L'hard disk è, per i due modelli superiori, da 40 MB (il 140 è anche disponibile con quello da 20) la Ram va da un minimo di 2 MB (4 per il 170) ad un massimo di 8 MB.
L'autonomia di funzionamento è di 2-4 ore per il 100 e di 2-3 ore per il 140 e il 170 assicurata nel primo caso da una batteria al piombo negli altri casi da una batteria al nichel cadmio. Un'opzione di «stop" automatica o selezionata dall'utente «congela» il sistema e il disco rigido riducendo il consumo di corrente, necessario al solo mantenimento del contenuto della RAM· toccando, in questo stato, un qualsiasi tasto il sistema riprenderà «vita» esattamente dallo stesso punto in cui aveva (o era stato) sospeso.
Non manca, naturalmente, la possibilità di inserire un modem interno a 2400 bps in trasmissione-ricezione e 9600 bps in trasmissione fax. MNP4 e 5, V.42 e V.42bis compresi nel prezzo, sole 700.000 lire più IVA.
Per quanto riguarda invece i prezzi dei nuovi portatili abbiamo di che rallegrarci: si va da un minimo di 3.140.000 per il 100 con 2 Mega di Ram ai 6.990.000 del 170 con 4 Mega e modem/fax già installato. Il 140 costa circa un milione in più del modello inferiore. Piccola chicca finale: nel prezzo dei PowerBook è compresa una supergaranzia composta tra l'altro di un'assicurazione incendio e furto per un anno e di sostituzione gratuita del portatile per l'eventuale periodo di riparazione.
Q come Quadra
Non meno interessanti, i nuovi Macintosh Quadra 700 e 900 rappresentano il top dell'intera famiglia Macintosh. Grazie al 68040 a 25 MHz del quale entrambe le nuove macchine dispongono, i Quadra arrivano ad essere anche due volte più veloci del IIfx, il precedente sistema Apple ad alte prestazioni.
Anche nella grafica i Macintosh Quadra hanno di che sbalordire: supporto per tutti i monitor Apple (compreso il nuovissimo 21" doppia pagina) senza bisogno di installare schede video, con anche 16.7 milioni di colori e supporto addizionale per le modalità VGA, SuperVGA, PAL e NTSe. L'elaborazione grafica è poi velocizzata dalla presenza di una VRAM autonoma dotata di controller che collabora con il 68040 per migliorare i tempi. La VRAM, di base pari a 512K per il 700 e 1 MB per il 900, può essere facilmente espansa fino a 2 MB in modo da ottenere il true color anche sui monitor Apple da 12 e 13 pollici. Non manca una porta Ethernet su entrambi i modelli in modo da permettere connettività ad alta velocità anche qui senza aggiungere altro hardware.
Inoltre, le capacità della SCSI e del NuBus risultano essere raddoppiate grazie all'aggiunta di un nuovo sottosistema di input/output ad alte prestazioni basato su tecnologia ASIe. Le differenze tra i due nuovissimi Quadra riguardano prevalentemente l'estetica (minitower il 700 e tower il 900) con conseguente maggiore espandibilità del secondo sia come Ram (può arrivare a 64 MB, mentre il primo si ferma a 20) che come numero di slot NuBus disponibili, 5 invece che 2. Ai possessori di Mac Ilcx e IIci sarà concesso l'aggiornamento della scheda interna sfruttando così le nuove funzionalità offerte dal Quadra 700. I prezzi, di tutto rispetto viste le effettive caratteristiche offerte, vanno da 10.730.000 del Quadra 700 con 4 MB di Ram e disco da 80 MB ai 14.100.000 del Quadra 900 sempre con 4 MB di Ram ma con disco fisso da 160 MB.
C come Classic II
Con il nuovo Classic Il e grazie al suo 68030 a 16 MHz dotato, come noto, di MMU interna, saranno disponibili anche su un modello entry level le migliori prestazioni offerte dalla memoria virtuale del System 7 che permette di utilizzare applicazioni a consumo intensivo di Ram anche in assenza di espansioni di memoria, comunque possibili fino a 10MB (pensate che il primo Mac aveva solo 128K ...).
All'interno, sulla scheda logica, troviamo un nuovo connettore per l'installazione del coprocessore matematico opzionale. Anche il Classic Il, come l'LC e i modelli superiori, è fornito di microfono utilizzabile per input sonori, per l'aggiunta facile e veloce di suoni o commenti vocali ai documenti.
Anche per gli attuali utenti Classic è prevista la possibilità di upgradare il loro sistema verso il Classic Il mediante un kit che contiene la scheda logica sostitutiva con 2 MB di Ram, il microfono, il software di sistema e la documentazione completa. I prezzi del nuovo Classic Il sono di 2.600.000 lire per la versione con 2 MB di Ram e hard disk da 40 MB e 3.400.000 per la versione superiore dotata di quantità doppia sia di Ram che di spazio sull'hard disk.