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dT n. 30/2025 del 02.02.2025
Cornice stile Ritorno al futuro
FEB 02 2025


Immagine di apertura

brAInstorming

Con la ‘AI’ maiuscola, in evidenza, perché di quello parliamo.
Mettetevi comodi…

Partirei dall’affermare che nella mia esistenza digitale mi sono immerso, tuffato a bomba, nell’AI dopo aver visto - e meditato su… - un video trovato su YouTube. Immagine_inlineAnzi, come spesso succede, è stato lui a trovare me, visto che  è saggIAmente comparso tra i contenuti di probabile mio interesse. Che dire, colpito affondato! Si tratta di un intervento di Giulio Deangeli al TEDxBari dello scorso anno (2024) dal titolo “Come pensa un’intelligenza artificiale?”. La parte però che mi ha colpito si trova a pochi secondi dalla fine, ma non correte lì subito dopo aver cliccato su Play in fondo alla pagina, dal momento che il video è interessantissimo tutto. La frase in questione, che mi ha generato il classico brivido blu, cito testualmente, è: «L’AI non vi ruberà il lavoro, sarà qualcuno in carne e ossa che usa l’AI a rubarvelo»

Immagine_inlineOra, non è che temessi (per varie ragioni, che non sto qui a raccontarvi) di perdere il lavoro, ma quel concetto ha finalmente sbloccato qualcosa in me, ridimensionando significativamente quella diffidenza di fondo che ho avuto nei confronti di ChatGPT & simili, sin dal loro avvento un paio scarso d’anni fa. Tant’è che all’inizio con le AI più che altro ci giocavo e mi divertivo a percularle a piacere. Ad esempio tendendogli veri e propri tranelli, dal chiedergli chi fosse Garibbaldi (con due b) per poi riprenderlo sonoramente subito dopo circa il fatto che NON mi riferissi all’eroe dei due mondi. Almeno Nonno Google, più educato, ti evidenzia "Risultati relativi a garibaldi. Cerca invece garibbaldi" (con tanto di link per eseguire) aprendo almeno alla possibilità che non fosse un errore di battitura.

Né mi sono sottratto al gusto di stuzzicarlo con supercazzole varie, a partire dalla famosa frase di Totò “Per andare, dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?”. Immagine_inlineIn questo caso non ha azzardato risposte allucinate, ma si è limitato a rispondermi più saggiamente “Mi dispiace ma non riesco a comprendere la domanda. Potresti chiedermelo in modo diverso o fornire maggiori dettagli?”. Salvo poi etichettare e salvare la mia domanda come “Unclear Request For Destination”. Sta ancora lì, in fondo alla mia (oggi lunghissima) lista di chat salvate.

Ma dove mi sono davvero incazzato, è quando gli ho chiesto (mi riferisco sempre alle mie primissime domande fatte a gipitì-signò) cosa fosse il Commocoffee. Immagine_inlineAvrei scommesso qualsiasi cifra che non avrebbe saputo rispondere e, come sempre, se avesse detto “non ne so nulla” avrebbe fatto più bella e dignitosa figura. Invece, come al solito (ripeto, mi riferisco sempre a quanto avveniva all’inizio) è partito per la tangente forzando una risposta totalmente campata in aria.

Tenetevi forte: “Il puntini-puntini è una bevanda innovativa che combina caffè e colostro bovino, un prodotto naturale derivato dal primo latte prodotto dalle mucche dopo il parto. Il colostro è ricco di nutrienti…”. Il resto potete leggerlo nello screenshot, non mi va di riportare in chiaro troppe minkiate. E soprattutto passare agli occhi del nonno come uno che le spara, da qui il puntini-puntini di cui sopra, capisciammè!

Successivamente mi è capitato (una sola volta, visti i risultati) di chiedergli anche una mano per un pezzetto di codice, ma non perché non fossi in grado di sbrigarmela da solo, era più che altro per velocizzare i tempi. Mezzo disastro anche in quel caso in quanto le righe ottenute non funzionavano, pur rappresentando comunque una buona base di partenza per arrivare più speditamente alla meta. Non nascondo di aver pensato male - di Andreottiana memoria - ovvero: ma ‘questo’ molla codice non testato (e molto probabilmente errato) per imparare ‘lui’ con i successivi passaggi come arrivare al risultato richiesto?

(Uhm!)

Arriviamo alle settimane più recenti (parlo di inizio dicembre scorso) e al momento in cui ho deciso di rimetter mano al vecchio sito, per troppi-troppi-troppi anni abbandonato - mea culpa! - a se stesso. Immagine_inlineVisto che era mia intenzione ricominciare ad alimentarlo di contenuti, era il momento di dargli non una rinfrescata ma di rifarlo da zero: dinamico, responsive e soprattutto un po’ più attraente. Magari regolarizzando anche la questione GDPR, che pure avevo sottovalutato nel tempo. Peccati di non-gioventù, mettiamola così.

Il primo tentativo l’ho fatto con Perplexity, il secondo con Gemini, il terzo con ChatGPT. La domanda, uguale per tutti, era molto semplice e diretta: devo inserire in una tabella responsive (tre colonne nella visualizzazione desktop, colonna unica nella visualizzazione mobile) e nelle caselle vanno inserite delle immagini, che hanno dimensioni diverse. Vorrei che ogni immagine sia tagliata al formato 300x400 pixel, centralmente. Puoi fornirmi il codice?

Risultati? Perplexity si è limitato a darmi un codice molto asciutto e minimale, ma almeno funzionava. Gemini ha fatto un disastro, non funzionava nemmeno alla lontana: non capiva quello di cui avevo bisogno. Viceversa ChatGPT mi ha stupito, non solo perché il risultato corrispondeva esattamente a quanto richiesto, come successo con il primo dei tre, ma aveva decorato il tutto con un robusto CSS curando anche gli aspetti grafici, non richiesti ma più che graditi: inclusi effetti, vari, di “hover”, al passaggio del mouse, così come ombre e quant’altro a, sacrosanti, fini estetici. Tombola!!!

Immagine_inlineE così, passaggio dopo passaggio, insieme ABBIAMO (il plurale è d’obbligo, visto da entrambi i lati) realizzato il nuovo sito che, finalmente, mi soddisfa e spero soddisfi anche i visitatori. La cosa interessante è che praticamente non ho fatto altro che usare ChatGPT come un mio collaboratore, esattamente come ho fatto negli anni passati con risorse (umane) esterne con le quali mi interfacciavo per realizzare o curare i siti di cui ero, professionalmente, responsabile. Con la differenza che quando mi veniva in mente una modifica, prima la giravo a chi di dovere ottenendo riscontro, se andava bene, dopo 1-2 giorni. Ora dopo 1-2… secondi!

Magari non sempre funzionante al 100% al primo colpo (cosa che nel caso delle risorse umane, di solito, non succedeva) ma che al massimo una mezzoretta dopo, giusto il tempo de capisse con l’AI, ne venivamo a capo. E scusate se è poco!

Immagine_inlineArriviamo, per concludere, al titolo di quest'articolo: al di là delle maiuscole interne, perché brainstorming? Per un motivo molto semplice e anche facilmente intuibile: strada facendo, non fatico ad ammetterlo anche a me stesso, s’è creato esattamente uno stimolante rapporto di collaborazione. Man mano che andava avanti la costruzione del sito mi venivano nuove idee con le quali mi sono LETTERALMENTE confrontato con l’amico digitale - con cui in più di un'occasione ho finanche scherzato, amichevolmente - tutte cose alle quali non avevo pensato all'inizio, ma che obiettivamente non potevano mancare in un sito fatto… come dico io: non sono uno che si accontenta facilmente e questo, spesso, è un problema.

Lasciamo perdere, va’… :-))) 

AdP

AGGIORNAMENTO 12.02.2025

È finalmente successo. Alla prima occasione, dopo settimane di domande che non solo facevo, ma che mi facevo, sono finalmente riuscito a togliermi un dubbio. Immagine_inlineL'amichetto GPT fa tesoro anche di quello che apprende dagli utenti. O, per meglio dire, dalle interazioni con gli utenti?

Me lo chiedevo da tempo e, tutto sommato, lo speravo. Nel senso che figuriamoci se potessi essere contrario... da divulgatore post-analogico incallito come sono solito definirmi.

Molte volte, infatti, le soluzioni da lui proposte erano poco, come dire?, convincenti. Così partivano vere e proprie interlocuzioni costruttive per arrivare a risultati migliori (o, se preferite, più validi, che poi era quello che cercavo).

Altre volte la soluzione finale saltava fuori quasi per caso, e glielo facevo notare, come nel passaggio in questione riguardante una finestra di servizio per scaricare un file online nella cartella locale Downloads, che si apriva per effettuare l'operazione e che, inaspettatamente (ma opportunamente) si richiudeva alla fine. Non so perché accadeva, ma era un effetto collaterale più che gradito!

Immagine_inlineQuando ho visto che anche lui ne prendeva atto... non ho potuto non chiedergli se ne avrebbe fatto tesoro. Pare di sì. Al solito non so quanto sia sincero, ergo... inutile chiederglielo!

(ma va?!? :-)))

A ulteriore conferma del fatto che si tratti inequivocabilmente di brainstorming, ChatGPT mi propone, a volte, anche ulteriori upgrade alle modifiche stesse che avevo richiesto. Come nel caso delle immagini zoomabili (ma solo nella visualizzazione desktop, in quella mobile non ha senso) per le quali mi ha suggerito anche lo scroll tra le stesse, pescandole da solo - e dinamicamente - tra quelle presenti.

Come direbbero a Roma, nun ce se crede!!!


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#digiTANTO#Commocoffee#VideoYT#AI

Progetto a cura di  Andrea de Prisco - AdP

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