Digitando, digitando... n. 05/2009 del 09.02.2009 Google Latitude, ovvero... ecchimeccuà! :-) E’ il gran parlare giornalistico, e te pareva!, di questi giorni: Google, la “ditta” più cliccata al mondo, se n’è inventata un’altra delle sue. Dopo i vari “di tutto, di più” (le varie estensioni/utility mirate, soprattutto, a rompere le scatole ai concorrenti, perfino quelli che non avrebbero mai pensato di entrare in concorrenza con la “Grande G”) ha deciso di spingersi ancora un po’ oltre, presentando il tanto discusso “Latitude”. Qualcuno, a questo punto, ha subito detto che le scatole, questa volta, ha deciso di romperle direttamente agli utenti, senza intermediari insomma. Se non l’avete ancora fatto, provate a interrogare i vari motori di ricerca (nessuno esGluso!) digitando “Google Latitude” potete farvi un’idea del clamore che la notizia ha suscitato. Possiamo leggere (e cliccare...) titoli del tipo: “Grande fratello sui telefonini: saremo sorvegliati 24 ore su 24”, “Attacco finale alla privacy: arriva Google Latiude”, “Bufera privacy su Google Latitude”, “ecc. ecc.” :-) A volte mi domando: ma i giornalisti, che lavoro fanno?!? :-))) Una persona (ad esempio me medesimo di persona) decide, spontaneamente, di voler dire ai SUOI amici – e solo a questi! – dove si trova, geograficamente parlando, e questo sarebbe UN GRAVE ATTACCO alla Privacy? Ma stiamo scherzando? Ma saranno caxxi miei se voglio o meno dire a chi caxxo mi pare, utilizzando le tecnologie già a disposizione, dove mi trovo in un determinato istante? Che c’entra la Privacy? Facciamo un passo indietro, a beneficio di molti o pochi che siano, nell’eventualità che non sia del tutto chiaro di cosa stiamo parlando. Anzi, se volete, guardatevi pure questo video su Youtube. Un po’ tutti, nel mondo digitale, conoscono o dovrebbero quantomeno averlo sentito nominare Google Maps (maps.google.it ): è il sistema messo a punto da quei “fetentoni” di Mountain View per avere informazioni, soprattutto stradali e satellitari, su una determinata località. Come in ogni “TomTom” a portata di click che si rispetti, è possibile arricchire le varie mappe visualizzate con opportuno “POI”, Point Of Interest (punti di interesse). Soprattutto attività commerciali – immagino che dietro vi siano sacrosanti interessi pubblicitari – e/o altre informazioni aggiunte, eventualmente, dagli utenti stessi. Chiaramente esiste anche la versione per computer palmari e smartphone. Anzi, a dire il vero il prodotto (Google Maps) è molto più utile a portata di tasca che di scrivania. Alcuni produttori (Apple e HTC, ad esempio) lo danno già preinstallato sui loro dispositivi, tanto è gratis! :-) Praticamente, cosa hanno fatto quelli di Google? In realtà non tantissimo, hanno “solo” dato la possibilità a due tecnologie (la loro, “Maps”, e la normale rete cellulare) di interagire costruttivamente, per DARE LA POSSIBILITA’, del tutto controllabile, di comunicare ai propri contati – e solo a questi! – la propria posizione sul globo terrestre. Per essere più precisi, se il nostro palmare o smartphone è dotato – oltre che naturalmente di connettività GMS/GPRS/UMTS – di un modulo GPS, la nostra posizione sarà rilevata con una tolleranza di qualche decina di metri, in caso contrario dovremo accontentarci di uno o due ordini di grandezza maggiore, centinaia di metri o km a seconda se ci troviamo in un punto ricco di celle GSM (ad esempio in città) o meno (ad esempio in aperta campagna, leggi: autostrada, treno, ecc.). Il sistema, dal punto di vista di Google, è del tutto gratuito: non un solo centesimo, nostro, finisce nelle tasche di Big-G. Il problema, eventualmente, lo potremmo avere col gestore telefonico, colui che ci offre connettività Internet, visto che tutto si appoggia sulla Rete, con la “r” maiuscola. Una volta connessi al sistema (previa registrazione di un proprio indirizzo di posta elettronica, e NON del proprio numero di cellulare, come qualcuno va raccontando sulle pagine dei quotidiani!) Google Maps, costantemente, conoscerà la nostra posizione geografica. Fintantoché, ovviamente, non decidiamo di disconnetterci. A questo punto possiamo aggiungere i nostri amici alla lista contatti, semplicemente spedendo un invito tramite il sistema stesso: è un po’ come accade con Facebook, MSN, Skype ecc. ecc. Chi riceve il nostro invito, altrettanto liberamente, può aderire o meno. Se vuole installa anche lui/lei “Maps” sul suo palmare o smartphone, registra l’utenza e si connette al sistema. Da quel momento in poi io potrò vedere (fintantoché me lo consentirà) la sua posizione geografica e lui/lei la mia (fintantoché glielo consentirò). Tra l’altro questa “libera scelta” può essere effettuata contatto per contatto (a questo sì, a quest’altro/a meglio no, ecc.) così come, addirittura, è “concessa” la possibilità di forzare una propria posizione geografica. Ovvero far credere agli altri (sempre dei propri contatti stiamo parlando...) che mi trovo in un determinato posto a mio piacimento! Questo a dimostrare che, comunque, tanto certi dei fatti loro, io, e dei fatti miei, loro, non possiamo e non possono esserlo. A questo punto la domanda delle domande: ma a che serve tutto ciò? O, per meglio dire, a cosa può essere utile? Sempre sui quotidiani di cui sopra qualcuno (ma forse la colpa è del comunicato stampa di Google stessa, visto che l’assurdità l’ho trovata scritta in più pagine...) ha scritto che così è comodo ritrovarsi con i propri amici nelle folle oceaniche, ad esempio quelle dei concerti: forse sapere che nel raggio di qualche decina o centinaia di metri c’è un nostro amico non ci aiuta molto se, in mezzo, ce ne sono altre centinaia o migliaia: meglio chiamarlo e chiederglielo a voce! Io leggo altri tipi di utilità. Ad esempio, se un mio contatto sta ancora in ufficio non lo disturbo, meglio attendere che sia a casa. Oppure sapere che è felicemente arrivato nel luogo di villeggiatura (dall’altro capo del mondo... beato lui!) o sapere, sempre ad esempio, che si trova dalle mie parti: una buona occasione per chiamarlo e andarci a prendere qualcosa, di non virtuale, insieme! Insomma... io non ci vedo nulla di male. Almeno di “intrinsecamente negativo”. Dubito che Google faccia tutto questo per sapere, lei, i fatti nostri: sarò poco malizioso, ma non riesco a trovare un qualcosa di così interessante dal loro punto di vista. Anzi, un po’ tutto questo mi dispiace addirittura: fossi io nella stanza dei bottoni di “G” offrirei, semmai, questa possibilità come facoltativa, magari anche a pagamento. Lasciare che Google possa memorizzare i miei spostamenti (o per meglio dire quello del mio “telefonino”, se vogliamo essere più precisi) in modo da poter risalire anche in futuro ai miei tragitti. Ma in quella località, a quell’appuntamento, quando ci sono andato? Lo chiedo a Google, “lui” sa sempre tutto! :-) AdP PS: se volete sapere dove mi trovo in questo momento “geolocalizzatemi” iscrivendovi anche voi a Google Latitude (tramite il vostro palmare o smartphone, al momento purtroppo la cosa non è possibile tramite “semplice” computer). Il mio account su Maps è adpware(a)gmail.com, come sempre mettendo al posto di “(a)” la classica chiocciolina. Accorgimento antiSPAM. :-)
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