Digitando,
digitando... n. 06/2009
del 16.02.2009
Facebook:
attenti al lupo! :-)
di
Andrea de Prisco
Sono
relativamente “fresco” di
Facebook.
La mia iscrizione al libro delle facce (toste?) risale ad
appena 4 mesi or sono... come spesso capita, su espresso
invito di una mia carissima
amica
(Lucia). Diciamo che ho cavalcato il boom (tutto italiano)
di
fine 2008. Non si parlava d’altro in quelle settimane, TG
compresi!, ed era veramente difficile rimanere indifferenti
al “fenomeno”.
Mi sono
sempre chiesto, nel frattempo, di cosa campano tali signori.
E’ vero che è sempre presente una colonnina, a destra, con
qualche avviso pubblicitario (spesso, almeno a me, del tipo:
cercati una donna che è meglio! :-) ma, detto francamente,
mi pare un po’ poca roba considerate le dimensioni
dell’intera baracca.
I
numeri, di Facebook, parlano del resto assai chiaro: un
centinaio abbondante di milioni di utenti (non paganti) nel
mondo deve costare un bel po’ in termini di “strutture” in
grado di ospitarli. Con le loro chiacchiere, i loro
messaggi, le loro immagini, i loro video e i loro
quant’altro.
Quel che
mi suona ancora più strano – si badi bene: agli occhi miei
di incompetente! – sono le quotazioni, vertiginose,
dell’affaire in questione.
Secondo
fonti non ufficiali (copio & incollo da Internet, tanto per
cambiare!): “Il sito, fondato da Mr. Mark Zuckerberg nel
2004
(un
ragazzotto appena ventenne, ndr) con un investimento di
mezzo milione di dollari provenienti dalle tasche del
co-fondatore
di Paypal Mr. Peter Thiel ha subito ricevuto iniezione di
capitali per 12,8 milioni di dollari l’anno successivo dalla
Accel Partners e poi ancora per 25m$ da Greylock Partners
and Meritech Capital Partners. Perché tutta questa
disponibilità di capitale di rischio anche se formalmente il
sito non vendeva nulla? BusinessWeek riportò a Marzo del
2006 che un potenziale acquisto del sito era in
negoziazione. Facebook dichiarò di aver declinato un’offerta
di acquisto per 750m$ e voci di corridoio parlarono di un
prezzo d’acquisto richiesto di almeno 2b$ (miliardi di
dollari). Microsoft annunciò poi nell’Ottobre del 2007 che
avrebbe comprato l’1.6% delle azioni di Facebook per 246m$.
Anche Yahoo e Google espressero interesse per Facebook e ad
oggi la valutazione del prezzo d’acquisto del sito da fonti
interne all’azienda è attorno agli 8 miliardi di dollari”.
La
notizia, pare, non è nemmeno tanto aggiornata: su
Wikipedia già si parla di 16 miliardi di dollari di
valore: minchia!!!
A me,
ripeto, i conti non tornano! Ma, ripeto ancora, parlo da
assoluto incompetente.
Quello
che, viceversa, mi preoccupa è tutt’altro: ma quanto è
sicuro un “luogo” come Facebook? Che rischi si corrono
facendovi parte?
Non mi
riferisco, certo, al problema virus... :-))) almeno nella
sua accezione classica di virus informatico (qui dentro non
immagino proprio come potrebbero “passare”). Il vero
problema, quello che secondo me può creare qualche disagio,
sono le applicazioni “su” Facebook che, l’avrete certamente
notato, si moltiplicano come funghi. Velenosi, a parer mio.
Ho un
centinaio “appena” di contatti e, quotidianamente, ricevo
inviti ad
accettare questa o quella applicazione. C’è che ha
finalmente trovato la propria anima gemella e mi viene
chiesto di trovare anche io la mia.
Poi
scopro di essere stato rapito da un “Rapitore seriale” con
esplicito, ancorché cliccabile, invito a scappare!
Qualcuno, poi, pensa che il sottoscritto “sia stato truffato
nel test” (che vor dì???) e subito compare (giustamente) il
link: “Clicca qui per saperne di più”. Ma la vera ciliegina
sulla torta – di quelle che mi hanno portato a riflettere –
mi è giunta due o tre settimane fa.
Una mia
“capa” (anch’essa su Facebook) giocando inconsapevolmente
con una di queste applicazioni, cito testualmente: “ha
risposto alla domanda ‘Pensi che Andrea de Prisco ha mai
usato il sesso per far progredire la loro carriera?”.
Non appena si clicca su uno di questi link di chiarimento
(alzi la mano destra e dica lo giuro chi non l’ha fatto
almeno una volta!) un messaggio di solito NON letto avvisa
l’utente: “Consenti l’accesso all’applicazione XYZ?
L'applicazione potrà accedere alle informazioni presenti nel
tuo profilo, alle foto, alle informazioni dei tuoi amici e
ad altri contenuti di cui si rivelerà necessaria
l'elaborazione”. Segue un bel tasto EVIDENTE con scritto
“Consenti” e un link piccolo piccolo con scritto “annulla”.
Ancora più piccola, e in colore grigiolino, la scritta
sottostante: “Se scegli di proseguire, consentirai
all’applicazione XYZ di accedere alle tue informazioni e
accetterai le
Condizioni d'uso di Facebook relativamente all'uso di
XYZ”.
Ora,
da “esperto” (vabbè... si fa per dire!), la domanda MI nasce
spontanea: “ma non è che PER CASO il vero business è proprio
DENTRO queste applicazioni, tanto di moda?”. Quanto ci
vogliamo scommettere che dietro tutto questo fiume di codice
aggiunto (a Facebook) vi sia il vero fiume di soldi che
circola lì sotto all’insaputa, ma in un certo senso a spese,
degli utenti?
Allora,
da non “non esperto”, anzi, “per non sapere né leggere né
scrivere” sapete cosa ho fatto? Oggi pomeriggio mi sono
studiato un po’ di “Facebook-Privacy” scoprendo che, non
senza la prevista difficoltà del caso, è possibile mettersi
al riparo da tutto ciò. Incredibbbbile!!!
“Basta”
cercare bene nelle pagine delle impostazioni, “smadonnare”
quel tanto che basta come era da attendersi in un ambiente
simile e FINALMENTE cliccare sulla casella desiderata: “Non
condividere alcuna mia informazione attraverso l’API di
Facebook”.
Speriamo
sia vero!
I commenti
su
Facebook...
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Enrico Maria Ferrari alle 21.14 del 14 febbraio
Caro Adp,
il business plan di Facebook è apparentemente incongruo, ma il solo fatto che grandi società ci hanno messo dentro decine di milioni di dollari fa pensare che non sia tanto sconclusionato. La pubblicità ad esempio: Facebook mira a creare un nuovo "advertising model", legato al modo in cui gli utenti socializzano al suo interno, mi viene in mente così su due piedi una pubblicità mirata secondo gli interessi dei gruppi, tanto per cominciare.
Comunque la storia di Google è identica, prima di monetizzarsi ci hanno impiegato un po': l'obiettivo immediato è diventare leader dei social network (e ci sono già riusciti), con una base fidelizzata di centinaia di milioni di utenti praticamente già profilati o auto-profilati.
Io credo che quelle cagatine di applicazioni che ci annoiano tanto non siano che la bozza del sistema futuro di Facebook basato sulla monetarizzazione delle informazioni da dare a milioni di utenti.
Ti conviene leggere un po' di report del Financial Time e simili. |
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Corrado Conforti alle 1.12 del 15 febbraio
Sono convinto che Adp ci abbia visto giusto. Il ragionamento sulle applicazioni l'avevo fatto anche io e difatti il mio conteggio sta sulle dita di una mano e rifiuto categoricamente qualunque cagata mi venga propinata.
Che qualcuno stia investendo dei denari pensando di poter utilizzare i profili delle persone ci sta tutta, e non è neanche illecito. Per conto mio continuerò a limitare l'accesso alle applicazione e deciderò ogni volta quali informazioni condividere e quali no :-) |
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Andrea de Prisco - AdP alle 9.53 del 15 febbraio
xErnico: sei quasi irriconoscibile... quanto parli difficile! :-) se continui così ci fai rimpiangere i tempi del cazzeggio... che fa rima con taleggio... per non dire formaggio!!! :-)))))))))))
Scherzi a parte io sono stato chiaro, nella mia nota, soprattutto su un punto: parlo da incompetente. Che fa rima con utente (di FB).
Rileggendo il pezzo alla luce delle tue considerazioni (sicuramente giuste, sia pubblicamente chiaro!) dovrei sostituire la parola DENTRO con la parola DIETRO. Ovvero, riscrivendo la frase per intero: “ma non è che PER CASO il vero business è proprio DIETRO queste applicazioni, tanto di moda?”.
Come puoi dedurre da solo... "mi sposta poco" (il punto di vista). Ma probabilmente così è più sensato.
Ovvero: chi scrive le applicazioni sarà pure in buona fede, ma di certo FB scheda domande e risposte per chiarirsi sempre di più le idee in merito ai suoi utenti. Che sono la vera ricchezza, monetizzabile, di FB.
Hai riflettuto, viceversa, sul "dettaglio" di quanto sia FACILE consentire l'accesso ai propri dati da parte delle applicazioni e quanto sia altrettanto FACILE non farlo? (spontaneamente).
Hai provato (solo per prova...) a disabilitare la possibilità di condividere le informazioni attraverso l’API di Facebook, come ho fatto io? (non per prova, ma convinto). Hai notato quanto è STRANAMENTE complicato?
Alla fine ci sono riuscito (dopo vari "smadonnamenti", appunto!), e sono anche convinto di essere stato TAGGATO dal sistema come un utente ribelle. Chissà se un giorno me ne dovrò pentire, non ricevendo alcun seguito al "le faremo sapere" dopo un colloquio di lavoro.
Tutto qui. (Si fa per dire...)
:-)
AdP |
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Giorgio Govoni alle 10.17 del 15 febbraio
@Corrado, mi sto inimicando un saco di conoscenti per il rifiuto sistematico dei loro inviti, ma io temo tutto quello che mi viene chiesto di accettare senza saperne la motivazione.
@ADP, grazie per il discorso API, ora vado a vedere. Ti aggiungo che la lettura del regolamento è amena, a parte la pessima traduzione ( automatica?). Una per tutte, il regolamento non è fisso, ma cambia continuamente e tu non vieni avvisato, è implicito nella accettazione che hai fatto entrando la prima volta. |
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Giorgio Govoni alle 10.32 del 15 febbraio
@ADP, ci vuole un manuale per sapere in quale ramo del percorso impostazioni si trova la disattivazione. Caffè e tortino al limone da Salza quando torni a Pisa.:)))) per la info! |
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Andrea de Prisco - AdP alle 10.36 del 15 febbraio
xGiorgio: ma caffè & limone (del tortino) non fa la mappazza??? :-)))
(comunque sono pronto a tutto!) |
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Giorgio Govoni alle 10.38 del 15 febbraio
Da Salza no!!! e cmq lo sai che da Salza ci sguazzi nel dolce..
Il percorso per arrivare a quel quadratino da barrare?... |
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Andrea de Prisco - AdP alle 10.52 del 15 febbraio
xGiorgio: il link alla pagina in questione è il seguente:
http://www.facebook.com/privacy/?ref=policy#/privacy/?view=platform&tab=other
Ma il problema è un altro, come forse verificherai anche tu (e chi è interessato alla questione). La selezione, se hai accettato in precedenza altre applicazioni, non è cliccabile.
Il punto è che questi bastardoni NON ti dicono quali applicazioni devi eliminare prima e te le devi "capare" da solo in mezzo a quelle innocue (inteso come ininfulenti per procedere).
Buona caccia!
:-) |
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Serena De Prisco alle 11.52 del 15 febbraio
eh, io c'ho pensato un mese prima di aprire facebook e mi sono letta tutta la privacy prima di fare il profilo percui ritengo di essere piuttosto protetta. Sono capitata subito nella pagina della privacy relativa alle applicazioni e già (con una due applicazioni usate) non era più cliccabile l'opzione di non condividere informazioni. Con la speranza che funzioni, nell'elenco delle informazioni che si vogliono condividere ho deselezionato tutto... voglio vedere che se ne fanno del nome e degli amici! |
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Giorgio Govoni alle 11.56 del 15 febbraio
fatto.. rimosse tutte quelle non facebook.. per quelle "propietarie Facebook" non è possibile la rimozione totale... però!!!!! nonostatnte questo tutto è rimasto come prima...
questa storia mi ricorda tanto "mi manda Rai 3"
Troppo mistero sul " cosa c'è sotto Facebook". Noi Italiani , per natura , siamo sospettosi.
Facebook è notevole per moltissime cose, ma business is business da qualche mese non va più di moda. Più chiarezza non darebbe fastidio e forse la gente sarebbe meno sospettosa.
E per un Govoni che se parla di Aplle non lo sta a sentire nessuno c'è un ADP, che se dice una cosa orienta il mercato. e lo stesso vale per Facebook, magari la gente, obtorto collo, continua a usarlo, ma diffida e molto. |
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Enrico Maria Ferrari alle 13.58 del 15 febbraio
Adp: ma no, come parlo difficile? Sono sempre io, il solito coglione, tranquillo! Anni di uffici stampa mi hanno formalizzato un po' il modo di scrivere, ma sono sempre il solito cialtrone, tranquillo. Hai ragione sulle "stranezze" di Facebook ma te ne dico anche un'altra: prova a cancellare un gruppo che hai creato, è praticamente impossibile. Così FB è pieno di migliaia di gruppi, ma nessuno però sa quanto siano attivi. io ad esempio dopo l'euforia iniziale ne seguo un paio, che oramai viaggiano con ritmo lento di uno-due messaggi al giorno. ma FB può, parlando da un punto di vista di marketing,. vantare migliaia di gruppi aperti, capito i furbi?
Come le SIM card dei gestori telefonici: ognuno ne vanta milioni, ma nessuno dichiara le "silenti", quelle comprate e mai riutilizzate o ricaricate, questo è uno dei segreti meglio custoditi (come mi insegnarono quando ho lavorato per un gestore UMTS). Così Facebook adesso tende a fare milioni di utenti e gruppi, per vantare numeri grossi... |
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Valter Di Dio alle 9.29 del 16 febbraio
Per abitudine sono uno che LEGGE prima di cliccare, così non ho mai attivato o accettato inviti, giochini e robette varie. Ho disattivato tutte le applicazioni che ho trovato già attive (stranamente ogni tanto trovo qualche applicazione che io non ho "autorizzato") e controllo continuamente lo stato delle applicazioni autorizzate. Poi mi sono scaricato l'ambiente di sviluppo per fare applicazioni così mi posso studiare le API e vedere cosa c'è dentro...
E' comunque vero che le "informazioni" che stanno dentro FB non sono così sensibili, né così "vere" (posso anche scrivere di avere tre lauree, parlare dieci lingue e lavorare per la CIA... chi lo verifica?). |
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Giorgio Govoni alle 9.42 del 16 febbraio
@Valter
Per anni , noi , vecchi del mestiere, abbiamo creato caselle in Hotmail ( non ancora Microsoft), con nomi di fantasia, e cognomi della stirpe dei rossi dei verdi e dei bianchi , quasi come i mitici file "pippo1 .. pippo 2...". Ancora adesso controlliamo a www.attivissimo.net ogni parvenza d bufala in arrivo ( e per questo perdiamo amici che ci odiano perchè non ci siamo attivati per il solito disastro ...). Non immettiamo dati da carta di credito , al massimo usiamo postapy ( tanto al più ci rubano 30 euro...) : E detto questo non credi che qualcuno non si sia attivato anche per distruggere noi, vil razza dannata? Se i dati non li metti tu li mettono i soliti utili sciocchi, che ti taggano con nome e cognome in quella foto che , decontestualizzata. ti fa sembrare il peggior elemento del mondo! ... inutile, la tua privacy è fritta e rifritta .... |
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Valter Di Dio alle 10.15 del 16 febbraio
La privacy è un'illusione. Quelli "pericolosi" hanno accesso completo ai nostri dati da ben prima di Internet, quando chiesi il NOS Nato il brigadiere dei carabinieri sapeva vita, morte e miracoli di me. Oggi ti spupazzano un disclaimer "privacy" per farti credere che tutto va bene e che puoi stare tranquillo: col cavolo! Che mi frega se ADP scopre in che anno sono nato o che sono ateo praticante, quando c'è chi con un click può vedere tutti i bonifici che ho fatto e a chi li ho fatti senza nessuna autorizzazione da parte mia. |
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Giorgio Govoni alle 10.25 del 16 febbraio
@Valter mi conforti: a me succsse la stessa cosa: arrivato dai Carabinieri per una cosa simile, cadde un fascicolo e dentro c'ero io e i miei rapporti con la società Italiana! :) Passi per l'ufficio X da militare , ma in caserma al paesello no!..
Ti aggiungo che in una banca , a distanza di otto anni dalla chiusura del conto , in barba alla legge che prevede cancellazioni dopo tot anni, avevano ancora tutto di me e per fortuna mi è toccato dire, perchè la carta di identità, per loro, non vale. |
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