Digitando, digitando... n. 29/2009 del 27.07.2009 Privacy (non) vo cercando, ch'è sì cara... :-) Ogni volta che si parla di Facebook, prima o poi si mette in mezzo la "storia" della Privacy. Mi chiedo se anche quando, viceversa, si parla di Privacy, si prende ad esempio Facebook... come se sussistesse un reale binomio al riguardo. Personalmente ho già espresso, proprio nella mia pagina pubblica presente nel noto social network, un forte dubbio al riguardo: ma non è che la gente (circa 250 milioni di individui, ormai) decreta tutto questo successo a Facebook in quanto stanca della propria vita troppo "privata" (del vivere)? A Facebook, questo è certo!, non si può rimanere indifferenti: si può amarlo fino a quasi farne una pericolosissima malattia "rischia-posto-di-lavoro", ma anche moglie-marito-quant'altro, oppure odiarlo al punto da ritenere che lì dentro siano tutti deficienti o sfigati. Ignorarlo del tutto, viceversa, è impresa assai ardua se non impossibile! :-) Qualche anno fa le cose, su Internet, stavano ben diversamente: si andava avanti (inteso come "si poteva vivere lì dentro") soltanto a forza pseudonimi, avatar, nickname, seconde vite, e quant'altro. Quasi a voler rinnegare non solo se stessi, ma la nostra stessa realtà, andandone affannosamente a cercarne un'altra, alternativa (e pertanto diametralmente opposta alla nostra). Era quasi un volersi nascondere... ma non si sa bene da che cosa. La gente sembrava anche contenta di tutto ciò: "che bello essere virtuali in un mondo virtuale!!!" :-))) Bello?!? E perché? Che cosa c'era di bello nel conoscere altri bellissimi avatar con un bel nickname e un'invidiabile reputazione... virtuale? Un po' in veste di giornalista ai tempi (indimenticabili...) di MCmicrocomputer, un po' con la scusa che tutto ciò era indiscutibilmente intrigante (capisciammè... ;-) ho "cavalcato" - un po' - tutte queste mode che si sono succedute negli anni, sin dagli albori della telematica per tutti (a partire cioè dalla seconda metà degli anni '80, ovvero prima ancora che sbocciasse Internet e il suo modo, tuttora attuale, di condividere il mondo). A quei tempi, la cosa che più mi innervosiva in questi, chiamiamoli, rapporti virtuali con altri soggetti virtuali, era il fatto che la gente, in quest'ambito, pareva dimenticare del tutto la propria natura non-virtuale. Quasi, ripeto, ne sentisse il bisogno! Un po', diciamolo francamente, ci si trasformava in vere e proprie bestie, ma nel senso dis-umano e non animalesco del termine! :-) In più di una circostanza ho avuto la netta sensazione di venir trattato, anche da persone apparentemente interessanti (e perché no, intelligenti), come uno "spiritello nel PC". Vuoi parlare con me? Accendi la tua scatola magica e mi troverai lì dentro. Basta poi spegnerla o disconnetterla perché lo "spiritello" sparisca... pronto a tornare quando ne avrai di nuovo voglia! :-) (bello, no?!?) Facebook mi attira e probabilmente attira allo stesso modo altre centinaia di milioni di persone nel mondo, viceversa, proprio per la sua dichiarata trasparenza, non dico imposta, ma quantomeno suggerita ai suoi utenti.
Ci si iscrive col proprio nome e la propria foto (naturalmente la "mamma dei cretini" è sempre incinta, anche lì dentro... e c'è che si registra sotto falso nome, falso aspetto, falso tutto: ma che ci viene a fare nel "libro delle facce"?) ed è fatto per incontrarsi o ri-incontrarsi nel "reale". Come si fa a vedere qualcosa di male in tutto ciò? Si abbina, spesso, la parola Facebook alla frase "pericolo per la Privacy"... ma io proprio non riesco a capire questa cosa. Se provate a fare una "ricerchina" su Google immettendo le due parole Facebook e Privacy, sapete quante pagine saltano fuori??? Quattrocentotrenta milioni!!! (ma non saranno un tantino tante?) Chiudo questa mia breve passeggiata domenicale con un video divertente & simpatico trovato, tanto per cambiare, su YouTube e con un "altrui pensiero" che mi ha colpito (positivamente) e che riporto qui di seguito senza ulteriori commenti: non credo sia necessario. Buona meditazione a tutti! :-) “Facebook ha di suo l’essere generalista e omnicomprensivo, quasi un microcosmo nella rete, dal quale controllare e gestire le proprie relazioni, con messaggi, chat e condivisione di link, eventi o la partecipazione a gruppi con interessi comuni. Il rischio, soprattutto in una prima fase, è di farsi inglobare e pensare che Facebook sia Internet. Non è così. Come ogni strumento, va usato con il giusto equilibrio: possono nascere opportunità professionali inaspettate o idee frutto della condivisione. Basta solo un po’ di sale in zucca.” (Luca Conti su www.pandemia.info) :-) Vuoi commentare l'articolo? Scrivi il tuo messaggio e clicca su Invia. Ricordati di specificare il mittente... ovviamente se vuoi! :-) |