Pochissimi giorni fa, nel corso della conferenza riservata
agli sviluppatori Facebook - incontro dal nome che è tutto
un programma: f8, pronuncia... "fotto"??? :-))) - il
"solito" Mark Zuckerberg,
patron
e inventore del social network più famoso del mondo, ha
illustrato il nuovo corso storico della sua mirabolante
creatura.
Dal basso dei suoi (appena) 26 anni d'età, ma dall'altro dei
suoi (ben) 400 milioni di utenti di FB, il piccolo grande
Mark ha, secondo lui, il potere di decidere il bello e il
cattivo tempo in Rete.
L'ultima cosa che s'è inventato - col solito spirito
apparentemente socializzante - è il pulsante "Mi piace" (o "Like"
che dir si voglia...) che tra non molto vedremo NON solo su
Facebook per comunicare agli altri cosa ci piace delle
attività dei nostri "amici".
Lo troveremo, noi altri (perché in USA già lo trovano da
qualche giorno), ben in evidenza su molti siti di varia
consultazione: dai giornali online ai negozi elettronici,
dalle radio alle TV disponibili sul Web, senza dimenticare i
siti, cosiddetti, "data base" che rendono accessibili le
informazioni più disparate.
Così, se leggendo una notizia, consultando la scheda di un
film (in programmazione o meno, poco importa!), ascoltando
un brano alla radio (ovviamente online) o seguendo un
programma televisivo (sempre in Rete) abbiamo finalmente
(???) la possibilità di far sapere a TUTTI i nostri amici
che "quella determinata cosa" ci gusta!
Bello, no? Come abbiamo potuto fare senza, finora?
In realtà immagino che ai nostri amici non gliene "f-otta"
più di tanto! Il vero nocciolo sta da tutt'altra parte: è il
piccolo grande Mark il vero interessato alla cosa.
Io, se fossi in lui, manderei una richiesta di amicizia a
tutti i 400 milioni di utenti con obbligo di accettazione
(pena l'espulsione da Facebook): avendo "accettato"
obtorto collo l'amicizia, almeno - come "amico"! -
avrebbe tutti i diritti di farsi gli affari nostri! :-)))
Invece,
come sempre, saremo sempre più schedati, catalogati e...
finalmente potremo ricevere tutta e sola la pubblicità che
ci serve. Sì, per per spendere un po' di soldi. Che bello!
Per la serie "provare per credere", ho fatto un saltino sul
sito americano della CNN. Ho visualizzato una notizia a caso
(riguardava il Vaticano ma, giuro, non l'ho fatto apposta!)
e ho cliccato sul pulsante "Recommend". Poi ho cercato di
cancellare la raccomandazione... ma non ci sono riuscito.
Quel che è fatto è fatto?!? :-(((
Inutile dire che è già iniziata la rivolta degli utenti,
quantomeno quelli più interessati (a fare casino). Si parla,
come sempre, di nuovo attacco alla privacy, come se fosse
una novità che buona parte di quello che clicchiamo in Rete,
già da tempo concorre a "lasciarci delineare" come utenti di
un certo tipo.
Non è un caso, infatti, che lo spam che riceviamo è
sempre più intonato ai nostri gusti, così come sono sempre
più azzeccati - a volte imbarazzanti! - i piccoli banner che
lampeggiano nelle pagine Internet da noi visualizzate.
Senza bisogno di andare tanto lontano, il buon vecchio
Google ci osserva da sempre. Basta dare uno sguardo alle
notizie "consigliate" di Google News per capire quanto
siamo, continuamente, sotto la lente d'ingrandimento.
Purtroppo, o per fortuna, Internet è anche questo: prendere
o lasciare! Sob...
:-)