Il CES, come noto, è un luogo dove da sempre prendono vita le
idee... dalle più geniali alle più bizzarre. E il Consumer
Electronics Show di quest'anno non ha
risparmiato emozioni, alcune anche piuttosto forti.
Una di queste è rappresentata da un concept computer
proposto da Intel (quindi non proprio "pizza & fichi"),
sempre più convinta che il futuro del mobile computing non
può "ridursi" al solo ambito tablet e smartphone.
Abbandonata (o quasi) l'era dei netbook, c'è bisogno di
trovare nuovi settori commerciali nei quali finire di
spremere l'utente, sempre più disorientato in questa selva
di - si fa per dire! - soluzioni.
Il nuovo settore ha già da alcuni mesi un nome, gli
Ultrabook, è c'è chi giura che il 2012 sarà il loro anno. Si
tratta, come detto più volte anche in queste pagine, di
computer portatili "di lusso", caratterizzati da ridotte
dimensioni, prestazioni elevate e prezzo di vendita
"adeguato". Che tradotto in termini semplici equivale a dire
"alto".
Se ne parla come una novità, ma di fatto i computerini di
questo tipo (piccoli e potenti) già c'erano prima dei netbook... è solo che
stanno ritornando di moda, ulteriormente potenziati e
rinnovati nell'estetica e nelle funzionalità. E
visti i maggiori margini di guadagno che, almeno
teoricamente, questi gingilli promettono, i costruttori
possono sbizzarrirsi a piacere. Proprio come ha fatto il
chipmaker Intel con la sua proposta, a detta loro,
rivoluzionaria.
Tutta colpa dei tablet...
Diciamolo. Se Apple non avesse lanciato in campo il suo
iPad, perturbando non poco il mondo dell'informatica
portatile, non staremmo oggi a parlare di Nikiski, né per
tutto il 2011 avremmo cantato di guerre, impari,
all'ultimo tablet.
Già, se da una parte è indubbio (numeri alla mano) che lo
strapotere di questo mondo "piatto" è quasi totalmente
appannaggio della casa di Cupertino, altrettanto vero è che
da quando è atterrato l'iPad (così come è avvenuto qualche
anno prima con l'iPhone) i competitor di Apple non si sono
dati pace per cercare di frenarne il successo. Proponendo a
volte dei quasi cloni
(con
tanto di battaglie legali a suon di brevetti), altre volte
evolute variazioni sul tema, alcune quantomeno discutibili.
Una per tutte: i tablet con la tastiera, che rappresentano
una delle più grandi contraddizioni in termini nel mondo
dell'informatica personale moderna.
Intel, viceversa, ha ipotizzato una soluzione completamente
diversa e certamente innovativa. La sua visione di "via di
mezzo" tra un portatile vecchia maniera e un moderno tablet
(con tutti i suoi difetti) si chiama, orribilmente, Nikiski.
Del notebook eredita una tastiera normale posizionata al suo
posto, un display regolamentare e tutta la potenza di
calcolo necessaria "per farlo andare". Dal tablet prende in
prestito un'ampia superficie sensibile al tocco, posizionata sotto la
tastiera (nell'area comunemente detta poggia-polsi). Ma non
è un semplice trackpad gigante, ma un'ampia area trasparente
e double face che permetterà di interagire con il portatile
anche quando è chiuso. Attraverso la sua trasparenza,
infatti, sarà possibile vedere una parte di display, ed
essendo la superficie del megatrakpad sensibile al tocco anche dal
lato esterno, potremo interagire coi contenuti a suon di
ditate, così come faremmo con uno smartphone o un tablet.
Certo,
da questa finestra, di Windows vedremo solo un pezzetto...
(legge del contrappasso??? :-))) ma essendo l'interfaccia utente della release 8 del nuovo
sistema operativo di Microsoft facilmente adattabile a
qualsiasi tipo di schermo (dal desktop al palmare), non è
escluso che tutto sommato potrebbe anche essere una
soluzione, nel suo piccolo, funzionale.
E' ovvio, un conto è vedere all'opera un prototipo in un keynote
durante una mostra, un conto è prevedere come - e
soprattutto quanto - reagiranno gli utenti davanti a
quest'ennesima, bizzarra, soluzione.
Che dire? Di sicuro è una cosa totalmente nuova
all'orizzonte, poi (come sempre) chi vivrà... vedrà!
:-)
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