Se ne parla da tempo e in molti - sottoscritto compreso!
- si sono sempre chiesti perché tardasse così tanto ad
arrivare. Ormai quasi tutti si sono buttati a capo fitto
nella memorizzazione dei file "tra le nuvole" e suona
davvero strano che BigG non abbia ancora offerto un servizio
simile. Tant'è che già da qualche anno esistono utility per
utilizzare il proprio "spazio Gmail" (ben 7 GB gentilmente
offerti, gratuitamente, da Google) come un drive virtuale,
perfettamente riconosciuto dal sistema operativo, dove
buttare dentro i propri file semplicemente sfruttando la
capienza stessa del sistema di messaggistica email.
BigG, per inciso, non è certo nuova alle tecniche Cloud,
anzi! Offre già da tempo il suo servizio Google Documents,
ma si tratta della possibilità di creare documenti online
prevalentemente tipo Word o tipo Excel, da utilizzare sempre
online con le relative applicazioni web create dalla stessa.
Per non parlare di Picasa e dello spazio-foto offerto
gratuitamente e/o a pagamento.
Ora è, finalmente, tutto diverso. Saranno i file nostri a
finire tra le nuvole, come già facciamo da tempo con i vari
sistemi Memopal, DropBox, SugarSync, iCloud, certamente con
quel "qualcosa in più" che Google offrirà ai propri clienti
per convincerli a cambiare sistema. O a sceglierlo per
primo, se non si è già "tra le nuvole" da tempo.
Ho
visto cose...
Ho fatto in tempo a vedere (e usare) finanche le schede
perforate: non so se mi devo preoccupare e/o vergognare per
questa cosa, quindi evitare di raccontarla, oppure andarne
fiero e proseguire.
Proseguo... :-)
Erano i primissimi anni '80 e in quel di Pisa, a
Informatica, quando si entrava in sala macchine dovevi
tapparti le orecchie. Una decina abbondante di perforatrici
erano utilizzate a turno da file di studenti-colleghi, dove
venivano "salvati" programmi e dati che poi lasciavamo agli
operatori per l'elaborazione batch, i cui risultati, come le
analisi cliniche, erano da ritirare nei giorni successivi!
A quei tempi si cominciava a parlare di Personal Computer,
solo i più fortunati (e più ricchi) ne avevano a
disposizione uno, il mouse (commercialmente parlando) lo
dovevano ancora inventare, Internet e la posta elettronica
per i comuni mortali apparteneva ancora al capitolo
fantascienza se non, addirittura, a quello della pura
follia.
Ogni scheda perforata, se non ricordo male, poteva
"memorizzare" 80 caratteri, ma difficilmente veniva riempita
per intero. Di solito ne se utilizzava una per ogni riga di
codice (tipicamente Fortran o Algol) quindi poteva contenere
anche la sola parola Begin oppure End.
Come dire che un programmino (ridicolo) da un centinaio di
righe poteva "pesare" (oh, che bello, finalmente usiamo il
termine per quello che è!) qualche etto, mentre gli
elaborati degni di nota erano chili e chili di schede
perforate.
In quel mondo "incartato" c'era ovviamente spazio anche per
gli scherzi goliardici e le rappresaglie più terribili. Dai
blocchetti di schede perforate che una volta caricati dagli
(ignari) operatori provocavano la stampa gigante di un bel
VAFFA, ai dispetti per i colleghi antipatici, ai quali
veniva sottratta o scambiata di posto anche una sola scheda.
Significava quasi certamente provocare un errore
d'elaborazione con blocco d'esecuzione e una nuova lista
d'attesa all'indomani... :-)
Che tempi! (e che str..!!!)
Il
"peso" di dati e programmi
Chi ha cavalcato tutta, o quasi tutta, l'informatica
personale avrà certamente notato come la memorizzazione, più
di qualsiasi altra cosa tecnologica, si sia "miniaturizzata"
nel corso degli anni. I primi dispositivi di salvataggio
"personale" erano i registratori magnetici ad audiocassette
e, per i più ricchi/fortunati, le unità floppy disk.
Chi non ricorda i giganti "flopponi" da 8 pollici (20 cm di
lato per un'ottantina di KB di capienza massima, le prime
versioni) poi sostituiti dai più performanti 5,25" e
successivamente da quelli da 3.5"? La stessa cosa è successa
con gli hard disk: i primi modelli erano davvero giganteschi
e offrivano capacità di memorizzazione oggi ridicole: 5 MB
appena per fare felici tanti! (erano addirittura "risorse"
condivise da più utenti, visti gli altissimi costi in
gioco).
Vogliamo parlare, per finire, dei supporti più moderni, tipo
chiavette USB e schedine di memoria? Di queste ultime la più
grande era (ed è) detta Compact Flash (a guardarla oggi
tutto sembra meno che "compact"), ma poi sono arrivate le SD
e le micro-SD (mi attendo, prima o poi, una nano-SD) con
capacità sempre maggiori e dimensione decrescente. L'ultima
micro-SD che ho acquistato è da 32 GB e come tutte le
micro-SD è grande come un'unghia. Beh, lì dentro, se non sto
sbagliando i calcoli, ci "entrano" più di 23.000
micro(micro?)floppy da 1.44 MB, come quello blu della foto
in alto.
Nel mezzo del cammin...
Sarebbe interessante calcolare, o quantomeno stimare, lo
spazio fisico occupato da un nostro file - ad esempio
l'intera Divina Commedia - utilizzando i vari sistemi di
memorizzazione utilizzati nel corso degli anni.
Su schede perforate il calcolo è facilissimo. Ovviamente
mettiamo un verso su ogni scheda e il conto è subito fatto.
Bastano - si fa per dire! - 14.233 schede, credo una decina
di chili di roba, ovvero molto, ma molto di più del più
lussuoso volume stampato di tutti i tempi. Bell'affare!
Ma
se provassimo a distribuire sul pavimento, ordinatamente, le
14.233 schede perforate quanti metri quadri occuperemo?
Tenetevi forte: 220 metri quadri! (ogni scheda perforata era
155 cm2 e, se non ho sbagliato i conti, tanto fa
la moltiplicazione).
Di flopponi grandi, primo tipo, ce ne volevano 7 o 8 (la
Divina Commedia tutta, in formato TXT, è mezzo mega
abbondante). Del tipo 2, da 5.25", appena un paio (erano da
360 KB), mentre un microfloppy era effettivamente più che
sufficiente a contenerla tutta, tanto nella versione da 720
K quanto per quella doppia faccia, doppia densità, da ben
1.44 MB.
Nel giro di una quindicina d'anni siamo già passati da 220
metri quadri a una manciata di centimetri quadrati: un
floppy ne misurava appena 85.
E più di recente, come stanno le cose? Beh, la micro-SD di
cui sopra, da 32 GB, di Divine Commedie ne può contenere
circa 60.000 (miiii...!!!). Dovremmo provare quindi a
dividere per 60.000 le dimensioni in millimetri quadrati di
quest'unghia di roba. Ve lo risparmio... :-)))
G:
A tutt'oggi, nonostante se ne parli ormai da circa cinque
anni, si sa veramente poco della proposta file-cloud di BigG.
Il riserbo è pressoché totale, nonostante dovrebbero mancare
pochi giorni se non poche ore al debutto.
Si parla di 5 GB gratis per tutti, di scontata compatibilità
multipiattaforma (Win, Mac, iOS, Android), ma si ignorano
completamente i dettagli dell'offerta economica per i giga
in più, tenuto conto che la dotazione iniziale può esser
comoda solo per capire come funziona il tutto e cosa
realmente ci consentirà di fare.
C'è de chiedersi poi se Google, strappato il consenso
all'utente (a fronte, ad esempio, di altri giga gratuiti),
non utilizzerà il contenuto dei nostri file per offrirci
pubblicità mirata... e già mi sembra di udire le urla di
coloro che grideranno allo scandalo per il consueto e sempre
temuto attacco alla privacy operato dai grandi
dell'informatica.
Beh, considerato che Google Drive sarà un servizio
attivabile su richiesta dell'utente, l'importante è che le
cose siano ben in chiaro da subito: poi ognuno si regolerà
di conseguenza.
Io, come sempre, non ci vedo nulla di male. Funzionasse così
anche la pubblicità televisiva... sai quanti pannolini,
adesivi-dentiera, assorbenti, rossetti mi eviterei?!?
:-)