Se il 13, almeno qui da noi, è un numero fortunato, di
sicuro non ha portato buona sorte alle tre tipologie di
prodotti rappresentati sulla copertina di MCmicrocomputer di
esattamente trenta anni fa. Parliamo degli accoppiatori
acustici (questi sconosciuti...), dei plotter "prima
maniera" e delle calcolatrici programmabili... anche se
l'HP-75C, ad onor del vero, era semmai (quasi) un computer
tascabile, complice anche il prezzo di vendita che, IVA
inclusa - quella già c'era!!! - superava i due milioncini di
lire di... allora. Come quello un computer "pro", visto che
quelli home già si portavano a casa con un terzo o un quarto
di quella cifra.
A sfogliare quelle pagine, come ormai ripeto ogni volta,
si stenta quasi a credere che l'informatica di oggi sia
figlia di quella di allora. I computer si pilotavano solo
con le dita (non c'erano ancora mouse e finestre), ma per
mezzo di una tastiera alfanumerica, non certo tramite
schermi touch e quant'altro, come succede da un po' di tempo
a questa parte.
C'erano i primissimi modem, dotati o meno di accoppiatore
acustico per incastrarvi la cornetta telefonica, ma non
c'era né Internet né la posta elettronica, almeno come la
conosciamo oggi. Servivano più che altro per mettere in
comunicazione due PC lontani isolati e isolati, e chi
avrebbe mai creduto a quei tempi che nei decenni a seguire
la telematica (una volta si chiamava così) l'avrebbe fatta
praticamente da padrona nella vita di tutti-tutti noi,
tutti-tutti i giorni?
State pensando per caso anche voi a Facebook? Bene...
sappiate che, a conti fatti, a quei tempi il suo fondatore
Mark Zuckerberg non era ancora stato concepito. E' nato,
infatti, nell'84, ma non possiamo certo escludere che
all'epoca fosse quantomeno nei pensieri di Edward e Karen,
suoi ignari genitori! :-)))
A scuola di computer
La sezione News del numero 13 di MCmicrocomputer (novembre
1982) si apre con un breve resoconto e una calorosa
testimonianza della Scuola di computer di MC, organizzata
due mesi prima a Milano, nel corso del SIM-HIFI-IVES, fiera
dell'alta fedeltà, del video e dell'elettronica di consumo.
Un'altra
delle cose dimenticate è che a quei tempi gli home
computer erano praticamente delle scatole vuote, che
l'utente - se voleva utilizzarlo - doveva "riempire" con le
proprie forze più che con il proprio portafoglio. Erano
dispositivi programmabili, ovvero DA PROGRAMMARE se volevi
farci qualcosa. Praticamente non c'erano, o quasi, software
preconfezionati in vendita - tranne che per l'utenza
business - e quindi l'utente domestico i programmini (o i
programmoni) se li doveva scrivere da solo.
E così MC, sia dalle pagine della rivista, sia attraverso
iniziative di questo tipo dava loro una mano. Copio &
incollo: «le "lezioni" si sono svolte una la mattina ed
una il pomeriggio di tutti i giorni escluso il lunedì,
giornata riservata agli operatori del settore. Il successo
dell'iniziativa è andato al di là di ogni più rosea
previsione: sia dal punto di vista dell'affluenza (vi è
sempre stato il "tutto esaurito" e nei momenti di punta
abbiamo contato oltre 120 persone in aula), sia dal punto di
vista dei risultati. Alla fine di ciascun corso, infatti, i
partecipanti hanno avuto la possibilità di rimanere a
"giocare" con il computer, mettendo subito a frutto le
conoscenze acquisite».
Coming
soon... "il" 64
Tra le righe di una news più generica riguardante i nuovi
Commodore in arrivo (qui a lato il quasi mai visto "sistema
500") si ri-parla del 64 che di lì a poco invaderà il
mercato, sulle orme del già fortunato VIC-20 che l'ha
preceduto di una manciata di mesi: appena un annetto o poco
più.
Per
chi non lo sapesse - o più verosimilmente non lo ricordasse
- il Commodore 64 con i suoi 10 milioni di esemplari
prodotti è stato il computer più venduto al mondo, tanto da
finire addirittura sul Guinness dei primati.
«Imminente sembra, in ogni caso, l'arrivo del Commodore
64, una macchina che piacerà molto agli hobbysti. È basata
sul 6510 (che usa sostanzialmente lo stesso set di
istruzioni del 6502) e comprende 64 K di RAM e 20 di ROM.
Può anche operare in CP/M (ovviamente in unione al
minifloppy da 170 K), grazie ad una scheda aggiuntiva che
comprende uno Z-80. Il video è da 25 linee per 40 colonne,
con grafica 320 x 200 punti a 16 colori. Un 6581 è
utilizzato come sintetizzatore di suoni, producendo nove
ottave con quattro forme d'onda e un filtro programmabile
singolarmente per ogni voce».
MAI dire portatile...
Sempre
per ribadire "che altro mondo era" qui a lato potete
ammirare un tipico "portatile" dell'epoca. In questo caso si
trattava del MAI (diminutivo di MAI VISTO??? :-))) e, come
ci narrava MC, era «un interessante microcomputer basato
su Z-80 e sistema operativo CP/M. Si chiama Basic Four S/10
ed è portatile, nel senso che può essere chiuso in modo da
diventare una specie di valigetta. Usa due Z-80 e comprende
16 K di RAM espandibili a 64; i due minifloppy incorporati
sono da 655 K formattati ciascuno. Il video mostra 24 linee
da 80 colonne o 28 linee da 132 colonne, con una risoluzione
di 800 x 300 punti, più una riga di status; sono previsti 8
livelli di luminosità; i caratteri possono essere normali,
in doppia altezza e/o in doppia larghezza e infine con
spaziatura proporzionale; vi è inoltre un set grafico e la
possibilità di definizione di caratteri da parte
dell'utente. Sono presenti due porte seriali RS-232C; oltre
al CP/M si può usare il sistema operativo BB/M (Business
Basic/Micro), multitask, che consente l'uso in multiutenza e
multiprogrammazione».
Ah, però! :-)))
The Last One (incredibile, multipiattaforma!)
Questa, lo confesso, l'avevo proprio rimossa. Esistevano
all'epoca anche i generatori di programmi, dei tools più o
meno sofisticati per la produzione automatica o quasi di
parti di codice (spesso in normalissimo Basic) da usare per
costruire, poi, software anche molto articolati: «Si
chiama The Last One ed è disponibile per Apple, Pet, TRS-80,
Sharp, Ohio e sistemi che girano sotto CP/M. Il The Last One consente di scegliere fra una serie di menu e di opzioni
per specificare le varie funzioni, dalla formattazione di
eventuali maschere di input alla gestione dei file eccetera.
Il risultato è un programma scritto in basic, listabile e
modifica bile a piacere. Il prezzo è di 1.200.000 lire +
IVA.»
Tastiera
ultra-garantita!
Vi dice qualcosa il nome Dragon 32? A me, sinceramente, no.
Eppure al 5° Personal Computer World Show di Londra - 9/12
settembre 1982 - ha avuto
un successo travolgente, tant'è che i nostri due inviati
(Claudio Rosazza e Walter Sanzini) non sono riusciti a
metter piede nello stand - tant'era sovraffollato -
dovendosi accontentare di un misero depliant. Porelli...
:D
Caratteristiche - tenetevi forte!!! - da capogiro: «Il
microprocessore è il 6809E, la Ram standard è di 32 KB
espandibile a 64 KB, il linguaggio di programmazione è il
Basic Microsoft nella versione extended colour provvista di
funzioni grafiche quali set, line, draw, circle, paint etc.
e funzioni sonore. I colori a disposizione sono nove e vi
sono 5 differenti gradi di risoluzione grafica fino a 49152
punti (256 x 192). La qualità della tastiera viene
particolarmente decantata tanto che viene garantita per 20
milioni di operazioni per ogni singolo tasto. Le interfacce
includono stampante parallela, joystick e registratore a
cassette; le espansioni prevedono minifloppy,
microprocessore aggiuntivo a 16 bit, fino a 256 KB di Ram ed
interfacce seriali RS-232 per collegamenti in rete».
Goupil,
non c'è 2 senza 3
Di qua della Manica, al Sicob di Parigi - 22 settembre/1°
ottobre 1982 - è stato presentato
l'atteso (???) Goupil 3, successore del precedente modello
2, che potremmo definire un computer modulare "a incastro".
Secondo quanto scriveva all'epoca MC sarebbe di lì a poco
arrivato anche in Italia: ma quanti? Sì e no un paio sparsi
per tutta la penisola?
«Nella foto sembra un contenitore unico ma è in realtà
modulare, solo che i pezzi si incastrano perfettamente uno
con l'altro: sono disponibili unità centrali basate sul
6809, sullo Z80 e sull'8088, le cui schede possono peraltro
coesistere nell'interno della macchina. Sono disponibili
varie espansioni, fra cui una scheda grafica da 512 x 256
punti e 8 colori scelti fra 256, sintetizzatore vocale,
interfaccia modem, espansione di memoria da 256 K».
Dulcis in fundo...
«L'originalità inglese non ha veramente limiti! Osservate
questo strano oggetto che forse ci sarebbe passato
inosservato se non avesse avuto quel foglio esplicativo sul
frontale. È prodotto dalla Decom Computer Supplies ed al suo
interno ci potete alloggiare la vostra stampante; dopo aver
chi uso il pesante coperchio il silenzio sarà pressoché
totale anche se la vostra stampante sta producendo delle
immagini grafiche in bit-image. Esiste in due versioni: mini
per stampanti ad 80 colonne (99 sterline) e midi per
stampanti a 132 colonne (125 sterline); in occasione della
mostra - 5° Personal Computer World Show di Londra, ndr
- venivano offerte rispettivamente a 88 e 110 sterline».
E già, le stampanti una volta facevano tanto rumore! Anche
questo, forse, è stato dimenticato...
:-)
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