Che tempi, che tempi!!! Una volta, se non liberavi (o opprimevi) un popolo, così come se non
vincevi gloriosamente o perdevi miseramente una battaglia,
difficilmente - nel bene o nel male - sarebbe rimasta traccia di te nei secoli a venire: oggi basta un tweet. Ma non un cinguettio
speciale o particolare, di quelli di cui ogni tanto parlano
pure i TG (@Pontifex docet!), è sufficiente anche il più
spensierato dei tweet, liberato magari - come sempre capita
- senza starci a pensare troppo. Così anche un
autobus sfuggito alla nostra rincorsa, o una torta bruciata
nel forno, purché twittata, passerà alla storia!
Eh?!?
Per chi non lo sapesse, di un po' di mesi fa la Biblioteca del
Congresso americano - per inciso la più grande al mondo con
i suoi oltre 28.000.000 di volumi - ha
stretto un accordo con Twitter, peraltro su iniziativa di
quest'ultima, per archiviare elettronicamente e rendere
disponibili per la consultazione - ma soprattutto lo studio
- le centinaia di miliardi di tweet
lanciati dal 2006 ad oggi più, naturalmente, tutti quelli a
venire.
Il che non sarà una passeggiatina... Oggi Twitter viaggia
alla spaventosa velocità di centinaia di milioni di
cinguettii al giorno e sebbene ognuno di questi non occupi
granché (la dimensione, ben nota a tutti, è al massimo di 140
caratteri), come
direbbe Totò, "è il totale che fa la somma".
Se ci aggiungiamo, poi, che non sarà un mega file di
testo con tutto-tutto buttato dentro, ma che gli stessi
dovranno essere strutturati in qualche modo per poterli
aggregare, studiare, estrapolare, interpretare (avete
idea in quante lingue diverse sono?!?) si intuisce
facilmente la mole di lavoro che tutto questo ha comportato
e comporterà, tanto nella fase di startup che volge ormai al
termine, quanto nella fase a regime oggi e negli anni a venire.
Sì, ma perché lo fanno?
Inutile nasconderlo. Twitter da un po' di anni a questa
parte, e ancor di più di recente, rappresenta uno spaccato
della nostra epoca. Una testimonianza storica che va
evidentemente ben oltre l'autobus sfuggito o la torta
bruciata!
Su
Twitter - che potremmo definire come una "piccola Internet
dentro Internet" - ormai ci passa tutto il nostro
quotidiano, dai grandi fatti della politica mondiale al
cosiddetto giornalismo partecipativo, compreso i cinguettii
relativi a eventi straordinari (incluso terremoti,
alluvioni, attentati, ecc.) che hanno diffuso notizie
importanti prima di qualsiasi altro mezzo.
Compresa Internet stessa "prima maniera".
Secondo stime attendibili, infatti, i tweet finora lanciati dal
2006 ad oggi sono circa 170 miliardi. Se moltiplichiamo
tale numero per la lunghezza massima di ognuno di essi (140
caratteri) il totale, testuale, non è che faccia chissà
quanta paura.
Si tratta di poco più di 21 terabyte (non compressi...),
come dire che tutti i tweet lanciati in sei anni e mezzo,
dalla creazione del social network ad oggi, potrebbe
comodamente stare in una mezza dozzina di dischi da 4 TB,
installati in un server da tavolo e/o custoditi in una
ventiquattrore anche piuttosto slim.
Ma,
come dicevamo prima, non è certo la quantità dei dati a
spaventare, quanto l'organizzazione degli stessi per
renderli facilmente fruibili e studiabili. Come dire che il
risultato dell'operazione non è una semplice discarica, ma
una miniera pressoché inesauribile di informazioni.
I tweet sono
e saranno archiviati tutti, senza censura alcuna da
parte della Biblioteca del Congresso. La loro fruizione sarà
consentita, e solo a fini di studio, esclusivamente ai
ricercatori accreditati fisicamente presenti all'interno
della biblioteca. In altre parole, almeno inizialmente, nemmeno
agli studiosi
sarà possibile l'accesso da remoto ai tweet memorizzati.
È inoltre esclusa, proprio in forza degli accordi tra la
Biblioteca del Congresso e Twitter, lo sfruttamento a fini
commerciali da parte di aziende interessate, che pure
sarebbero disposte a pagare a "peso d'oro"
(riferito ai server??? :-))) l'accesso a una
così appetibile banca dati.
E meno male!
:-)
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