Digitando, digitando... n. 16/2014 del 15.09.2014
iPhone 6: a bocce ferme (o quasi... :-) Che io non sia (più) un "melaboys" è risaputo. Anche perché, consentitemi, la Apple - come tante altre cose belle o brutte del nostro tempo... - non è più quella di una volta. Lo stesso potremmo dirlo del nuovo melafonino, anzi dei due nuovi super gingilli morsicati made in Cupertino, di dimensioni maggiori, comparabili - era ora! - a quelle della sedicente concorrenza: Samsung, LG, Motorola, HTC... in una sola parola: Android. E così avviene - chissà, magari molti l'avranno dimenticato - che se al lancio del 5 si decantava l'irrinunciabile dote "mono mano" del nuovo nato (qualsiasi punto del display, grazie alle "giuste" dimensioni, quattro pollici e niente più, era sempre a portata di dito) oggi tutto questo non conta più. Perché, si sa, le regole del gioco le fa il mercato... non certo la Apple, almeno da quando non c'è più Steve Jobs. Che chissà cosa avrà detto o urlato, in occasione del lancio dei nuovi "6", da lassù o da laggiù.
Per gli sviluppatori software certamente sì, e nel senso negativo del termine: grattacapi a non finire. Come se non fosse già bastata la sonora mazzata del passaggio da iPhone 4 a iPhone 5 (complicata anche dal fatto che lì variava il rapporto base altezza del display) qui cambiano non solo le dimensioni in pixel, ma anche la densità degli stessi tra un "6" e l'altro. Così se il 5 aveva/ha un display da 1136x640 pixel a 326 dpi, il 6 lascia invariata la densità (sempre 326 punti per pollice) ma i pixel sono 1334x750. Sul 6 biturbo troviamo la risoluzione Full HD da 1920x1080 pixel e 401 dpi di densità. Insomma, un bel casino ottimizzare la visualizzazione per tutte le possibilità (peraltro lo stesso identico problema ce l'hanno i tanto mela-criticati smartphone Android), a meno di non accontentarsi di meccanismi di rendering autogestiti dal sistema operativo, con risultati visivi tutti da verificare. Poi c'è un'altra cosa che non mi torna... Qui a lato, preso dal sito Apple, un banale confronto tra le icone delle App visualizzate rispettivamente sul 6 plus, sul 6 e sul 5. Nei tre modelli le dimensioni delle icone sembrano identiche, sono solo più distanziate nei modelli dal display più grande. La domanda nasce spontanea: sulla maggiore superficie di visualizzazione del plus non ci stavano 5 colonne di icone anziché 4 e magari una riga in più? Sarà un problema del sistema operativo attuale (da risolvere in futuro) o una cosa alla quale non hanno pensato o se ci hanno pensato che diavolo di risposta si saranno dati? Ah, saperlo... :-))) È strano, anche perché lo stesso non è accaduto nel passaggio dal 4s al 5, ovvero dal display 4:3 del primo al 16:9 del secondo. Non si sono limitati a distanziare in verticale le icone ma, saggiamente, è stata aggiunta una riga.
32 GB: chi l'ha visto?
Bene. Si fa per dire! Il modello che poteva semplicemente essere il più sensato, da 32 GB di memoria, semplicemente... non è in vendita. Venghino, siori, venghino troviamo solo tre tagli di memoria, identici per i due modelli, rispettivamente da 16, 64 o 128 GB. Naturalmente non espandibili come è di norma in casa Apple, e non solo per gli iPhone. Dei prezzi, poi, non ne parliamo. Anzi, parliamone: si va dagli "appena" 729 euro del modello più economico (6/16GB) agli oltre mille - 1.059 per la precisione - della versione in oro massiccio (o, senza sovrapprezzo, platino) tutta tempestata di diamanti! Come? Non è oro o platino e non ci sono diamanti incastonati? Strano... :-))) Sta di fatto che sono già sul piede di guerra alcune associazioni di consumatori, non tanto per i prezzi alti in assoluto o per l'assenza della versione da 32 GB (è un'ingiustizia, ma sicuramente non "certificabile") quanto per il fatto che a dispetto della Unione Europea e in barba alla nostra amata o odiata moneta unica capita che, ad esempio, in Germania i prezzi siano un po' più bassi (5-6 per cento in meno, quindi alcune decine di euro) rispetto a quelli applicati qui da noi: cliccare per credere. Ok, ma uno può comprare l'iPhone 6 sull'Apple Store tedesco, e forte del "mercato comune" farselo spedire in Italia, no? "Nein. In diesem Apple Online Store aufgegebene Bestellungen können nur in das Land geliefert werden, in dem der Kauf erfolgt ist". Che, Google Translate alla mano (non conosco certo il tedesco!), suona come: "No. In questo Apple Online Store ordini effettuati possono essere forniti solo nel paese in cui è stato effettuato l'acquisto". Prentere o lasciare: italiani, spaketti-telefoninen!
:-)
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