Digitando, digitando... (clicca per tornare alla pagina precedente...)

Articolo pubblicato su www.digiTANTO.it - per ulteriori informazioni clicca qui


Digitando, digitando... n. 09/2022 del 14.12.2022

Apertura

HP-97, sogni mostrosamente proibiti...

di Andrea de Prisco

Parliamo più o meno del 1976. Altrettanto più o meno, all'epoca, ero fresco di licenza media o poco più, quindi questo gioiellino non era nelle mie mire-mire a quel tempo. Di certo mi incuriosiva, come qualsiasi altra meraviglia "fantascientifica" che si ravvicinava (del terzo tipo) in quegli anni.

Sorella maggiore della tascabile "67", era la versione da tavolo di dimensioni operative più comode: con tastiera e display più grande, nonché una stampante termica incorporata. Quest'ultima era in grado finanche - si fa per dire... - di tracciare grafici, scaldando asterischi un po' più a destra, un po' più a sinistra sul rotolo di carta termica via via spinto fuori a colpi di "paper advance". Il tutto contando su poche centinaia di byte di memoria "centrale", su minuscole schede magnetiche come supporti di massa, su output esclusivamente numerici via display luminosi a led rossi "sette segmenti" o sulla già citata stampantina quasituttofare. Fine.

Eppure dispositivi di questo tipo aiutavano gli ingegneri a progettare (e a non far crollare...) ponti, dighe e palazzi; i fisici a portare a termine con successo i calcoli dei loro esperimenti; i matematici a risolvere equazioni e problemi anche complessi... in qualche secondo/minuto/ora. Nei limiti, si sa, dei passi di memoria disponibili (in tutto 224) e dei registri numerici (26) dove immagazzinare dati e risultati dei calcoli. La memoria era al solito "volatile", nel senso che spegnendo l'apparecchio si cancellava tutto e i "cappa" (diminutivo di Kbyte) si conoscevano solo di fama, ovvero non erano ancora appannaggio di queste "macchinette". Con rispetto parlando!

Non mancavano a catalogo librerie di programmi già pronti, disponibili su schede magnetiche a sola lettura come quelle in foto. Uno dei più diffusi era certamente lo Standard Pac, che comprendeva programmi di vario genere, dal calcolo matriciale e vettoriale alle funzioni calendario, dalle conversioni numeriche a quelle statistiche di base, senza dimenticare qualche giochino tipico dell'epoca come l’immancabile simulatore di atterraggio lunare (a quei tempi puzzavamo un po' tutti ancora di Missioni Apollo).

Poi c'erano i Pac più seri, come il Business Decisions Pac, il Clinical Lab and Nuclear Medicine Pac, il Navigation, il Surveying, lo Stat e il Math Pac, solo per citarne alcuni.

La programmazione avveniva tramite la famosa (?) Notazione Polacca Inversa, RPN, con la quale si risparmiavano diversi passi di programma pre-trattando (in un certo senso... 🙂) i calcoli da fare.

Si contrapponeva al SOA (Sistema Operativo Algebrico) delle "macchinette" Texas, e stabilire quale dei due fosse il migliore erano - sempre con rispetto parlando - chiacchere da bar! 😁

 


Programmi e dati potevano essere registrati su minuscole schede magnetiche. Esistevano anche di tipo "a sola lettura" (ovvero era inibita la scrittura grazie all'angolo mancante) tramite le quali HP metteva a disposizione - vendeva... - programmi e utility pronti all'uso. Nei modelli successivi, sia HP che Texas, arrivarono i moduli solid state a sola lettura per il software aggiuntivo, di sicuro più affidabili e duraturi delle schedine (comunque) magnetiche.

 

:-)

 


Articolo pubblicato su www.digiTANTO.it e su Facebook. Per ulteriori informazioni clicca qui