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Digitando, digitando... n. 12/2022 del 21.12.2022

Apertura

EPSON HX-20: il "primo" portatile...

di Andrea de Prisco

Le virgolette, al solito, non stanno lì a caso. Dico questo perché per prima cosa bisognerebbe mettersi d'accordo su cosa si intenda per portatile. Anche una calcolatrice programmabile, per certi versi, poteva essere considerata tale, così come un gigantesco Osborne 1 o un più compatto HP-85, senza dimenticare il bellissimo IBM 5100 del lontano 1975.😱

L'EPSON HX-20, nato nei primi anni 80, era per la prima volta un'altra cosa. Il primo "semino" che, nei decenni a seguire, avrebbe generato laptop, notebook, subnotebook, ultrabook e via dicendo.

Aveva una tastiera vera (a dirla tutta più vera di quelle dei portatili strafighi moderni), oggi la etichetteremo come "meccanica"; una memoria di massa integrata per salvare programmi e dati; display e stampante con capacità grafiche, "nel loro piccolo".

La tastiera, nonostante le ridotte dimensioni totali del portatilino "formato A4", era abbastanza completa. Con tanto di barra spaziatrice formato maxi, davvero enorme, tasti controllo cursore e finanche quelli funzione, preimpostati e riprogrammabili all'occorrenza.

Il display offriva una risoluzione di appena 120x32 pixel, tutti rigorosamente o bianchi o neri, nemmeno a livelli di grigio. Era sì a cristalli liquidi, peraltro a matrice passiva, ma mancava di retroilluminazione: a questi livelli di sofisticazione tecnologica non c'eravamo, commercialmente, ancora arrivati!

La stampantina poteva essere considerata a sua volta essa stessa un gioiello di miniaturizzazione: era ad aghi, con tanto di nastro telato-inchiostrato contenuto in un apposito microcaricatore, proprio come avveniva a tutt'altra scala in quelle grandi.😲

Meno "spaziale" - pur facendo anch'esso la sua bella figura grazie ai comandi servoassistiti - il registratore a microcassette proposto come optional a pagamento. Alternativamente l'HX-20, grazie alla presenza di serie delle "porte" (null'altro che entrate e uscite audio), poteva collegarsi a un registratore a cassette esterno da pilotare manualmente.

Chi viceversa aveva la possibilità di non accontentarsi, poteva (addirittura) collegare stampante e monitor esterni, un'unità floppy disk, modem, lettore ottico di codici a barre, il che la dice lunga sulle aspirazioni PRO di questo gioiellino.

La memoria era di ben 16 KB (a quei tempi erano tutt'altro che pochi, peraltro espandibili a 32) e utilizzava al "solito" una coppia processori: due Hitachi 6301 clockati a 0,6 MHz, presumo uno per i calcoli veri e propri, l'altro per gestire display, stampante, microdrive, ecc.

Inutile dire che era alimentato da batterie ricaricabili, quindi... portatile - "primo" o "non primo" - lo era a tutti gli effetti!

Ah, dimenticavo: "celo", preso su eBay a poche decine di euri - perfettamente funzionante! - una decina di anni fa e... ogni tanto me lo guardo! 🤓

 

La stampantina integrata era "grafica" come del resto lo era il display. Altra rarità!

 

Il registratore a microcassette, offerto come optional, era servoassistito. Non troviamo, infatti, alcun comando manuale (eccezion fatta per l'eject, ovvero l'apertura dell'alloggiamento nastro).

 

Sul lato destro troviamo l'interruttore di alimentazione, il nottolino per il contrasto del display LCD, le "porte" per il registratore esterno e per il lettore barcode, nonché il già citato comando per l'espulsione nastro (eject).
Non mancava un tasto di RESET, perché... "non si sa mai!".

 

Sul retro il comando per sganciare l'unità a microcassette (sostituibile all'occorrenza con altri moduli); l'ingresso per l'alimentazione che provvedeva anche alla ricarica delle batterie NiCD; due porte seriali per espansioni esterne, incluso un adattatore video e uno collegare per unità floppy disk.

 

Per accedere alla circuiteria "tutta" basta svitare un po' di viti come quelle che potremmo tranquillamente trovare dal ferramenta sotto casa. Così scopriamo che dentro di roba ce n'è davvero tanta, a dimostrazione del fatto che l'integrazione - nonostante siano presenti quasi solo circuiti integrati - doveva ancora fare molti passi avanti.
"Ma che ha fatto, l'ha aperto?"
(vi ho sbloccato, per caso, un altro ricordino...???
😁)

 

:-)

 


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