Digitando, digitando... n. 03/2023 del 06.01.2023
Olivetti Quaderno 33: il "minibook" tuttofare Nato nei primi anni novanta dall’italianissima Olivetti di Ivrea (per la quale potremmo scrivere migliaia di pagine senza riuscire a dettagliare tutte le innovazioni tecnologiche che ha donato in decenni e decenni di ONORATO servizio) il Quaderno 33 non poteva essere considerato un normale notebook. Sia per le dimensioni (ben più ridotte rispetto agli impegnativi “portatili” dell’epoca) sia per le caratteristiche offerte tutt’altro che “piccole”. 💪 A differenza degli altri, l'Olivetti Quaderno offriva un “registratore digitale senza nastro” (cit.) pronto all’uso in ogni momento, cosa oggi scontata ma non lo era del tutto una trentina di anni fa. Il suffisso numerico 33 non indicava la frequenza del processore: non era un “33 MHz” com’erano di moda a quei tempi, ma solo un 386SX a 20 MHz. Infatti non ho mai capito perché l’avessero chiamato così… “pensar male” escluso.😒 Era l’evoluzione del primo modello, non-33, lanciato appena un anno prima e presto sostituito da quest’ultimo. Le novità più importanti rispetto al precedente Quaderno riguardavano il display, in questo caso VGA retroilluminato, e la presenza di una piccola trackball pronta a rotolarsi con il “moderno” Windows 3.1 di allora. Il software preinstallato non si fermava certo a questo: troviamo (oltre al sottostante MS-DOS 5.0) anche la suite Microsoft Works, il “personal information manager” Lotus Agenda e naturalmente una utility Windows per utilizzare anche dal sistema operativo - non era infatti un dispositivo esterno… e separato! - il registratore digitale incorporato. Ripeto, tutte cose scontate. Oggi.🤔 Sulla parte superiore, proprio al centro della cerniera display, è presente un’altra chicca: un piccolo display a cristalli liquidi visibile sia a computer aperto che a computer chiuso. Le indicazioni fornite riguardano l'accesso all'hard disk o alla memory card eventualmente presente, lo stato di carica della batteria, l'orario o il tempo di registrazione, la velocità del clock del processore (HI = 20 MHz, LO = 10 MHz) lo stato dei tasti ScrollLock, NumLock, CapsLock. Durante il funzionamento del registratore digitale venivano visualizzate le funzioni di quest'ultimo (ST per Stop, PL per Play, RC per Record ecc. ecc.). Sollevando il coperchio display si accede, come di consueto, al vano tastiera e alla già citata trackball integrata. La tastiera dispone di tutti i tasti di controllo cursore disponibili in prima battuta, la barra spaziatrice, i tasti Enter, Shift, BackSpace, CapsLock, Tab, sono tutti sovradimensionati. L'unico tasto che manca è il Del disponibile nel tastierino numerico, che troviamo in alto a sinistra in "carne ed ossa" (non un tastierino "immerso" nella tastiera alfanumerica). Buono anche il display che, grazie alla risoluzione VGA 640x480 pixel in 16 livelli di grigio, assicurava una visibilità più che accettabile. L’hard disk era da 60 MB e 4 MB era la RAM disponibile, espandibile a 12, con cui eravamo (tutti) felici e contenti!😁
Infine, quando fu messo in vendita costava circa
quattro milioncini di “vecchie lire” che, a
spanne, non sono meno di 4-5 “milaeuro” di oggi.
Sembrano tanti ma evidentemente non lo erano
allora: gli altri portatili più grossi e
performanti arrivavano a costare anche il doppio
o il triplo. Con un centesimo della “potenza” di
oggi.
:-)
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