Digitando, digitando... n. 04/2023 del 09.01.2023
Ma questa??? 😲😲😲 No, non ci posso credere! Sapete cos’è quello strano “robo” in foto? È una macchina per scrivere AUTOMATICA. Tenetevi forte: sarebbe in grado di leggere testi, nel senso letterale del termine, trasferendoli su carta e risale (allacciate anche le cinture e possibilmente indossate il casco!) al 1916. Tradotto: vintage, scànsate!!! 😁 Come spesso capita navigando alla cieca nel Web, l’ho scoperta per caso. Più precisamente ero “a far visita a Zia Wiki” e stavo cercando info sui nomi, o per meglio dire numerazioni, delle Olivetti Lettera. Se non si fosse trattato, appunto, di Wikipedia avrei certamente archiviato la questione come bufala, e pure mal riuscita. Invece a quanto pare è tutto vero, come testimoniato anche (ma dovrei dire soprattutto) da una rivista scientifica di allora, LA SCIENZA PER TUTTI, “Rivista quindicinale delle scienze e delle loro applicazioni alla vita moderna. Redatta e illustrata per essere compresa da tutti”. Così recita il sottotitolo in copertina e c’è da crederci. Datata, come dicevo, 1916, in piena Prima Guerra Mondiale, o se preferite quando c’era ancora lo Zar, vero, di tutte le Russie. Non come “quello” di ora. Vabbè! La mia incredulità di sottofondo è talmente tanto “rumorosa” che fatico a capire se fu realizzato un prototipo funzionante o fu solo un’ipotesi tecnologica, presa (ma anche criticata) seriamente. Pur rappresentando di certo un buon inizio, il fatto che potesse avere una scarsa o nulla utilità reale era/è fuori di dubbio, anche perché si basava su alcuni assunti non proprio trascurabili. Ovvero che i caratteri stampati avessero SEMPRE una caratteristica unica tale da poterli “facilmente” distinguere l’uno dall’altro. E qua ti voglio! Come li “leggiamo”? Che domande… con un occhione artificiale gigantesco contenente dei sensori al selenio - ri-tenetevi forte! - in corrispondenza dei punti caratteristici di ogni carattere osservato. Il tutto poi collegato “in qualche modo” - da foto e schemi non sembra granché implementato - a un servomotore del meccanismo di lettura: lo spostamento del foglio via via “scansionato”. Ma soprattutto ai singoli tasti della macchina per scrivere che, rullo di tamburi, diventava servoassistita. Come le successive “elettriche” che molti di noi hanno visto o usato in gioventù. Per finire una domanda: praticamente faceva fotocopie? Da un foglio dattiloscritto si otteneva al più una copia altrettanto cartacea e dattiloscritta, teoricamente fedele all’originale. Ovviamente non erano ancora i tempi dei file digitali e del successivo salvataggio (non cartaceo). Io, GIURO, non vi sto prendendo per il c..o, al limite sono co-vittima di tutto ciò! 😒
OT: il lontano 1916 deve essere stato un anno importante, Zio Albert “rilasciava” la Relatività Generale.
:-)
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