Digitando, digitando... n. 28/2023 del 06.03.2023
Metti un tigre nel motore
È stata, se vogliamo, la logica evoluzione di una usanza precedente: processori privi di particolari bravure matematiche, completabili on demand con un chip aggiuntivo - il cosiddetto coprocessore matematico - che trovava posto in uno slot vuoto sulla maggioranza delle schede madri… di tanti anni fa. Più di preciso, nei primi OverDrive proposti da Intel una delle possibilità di installazione era proprio nello slot del coprocessore matematico, in particolare per le piastre con 486SX, dove SX stava per “semplificato”, ma era anche traducibile in "versione economica". In tutti i casi, l’OverDrive non affiancava (nel senso logico, non fisico, del termine) il processore originario, ma si sostituiva allo stesso anche quando quest’ultimo rimaneva (disattivato) sulla piastra madre. Le maggiori performance riguardavano o una superiore frequenza interna di funzionamento (ed esempio un moltiplicatore più spinto della stessa) o una architettura più evoluta di quella disponibile in origine. Chiaramente le MB dovevano in qualche modo prevedere questo tipo di upgrade, caratteristica tutt’altro che rara, a meno di non incappare in qualche produttore particolarmente cattivo, per usare un eufemismo. Come minimo il miglioramento prestazionale, oltre all’aggiunta delle capacità “matematiche” se non già presenti, poteva riguardare tanto le funzionalità MMX (MultiMedia eXtensions), quanto un vero e proprio salto generazionale (seppur con qualche limitazione, dovuto al preesistente bus dati a 32 bit) da i486 a Intel Pentium.
Come dissi a suo tempo, “Disporre di un Pentium
significa poter contare su un'architettura superscalare
in grado di eseguire più di un'istruzione per ciclo di
clock grazie alla doppia pipeline interna con la
possibilità di raggiungere, con il proprio computer,
potenze di calcolo mai viste prima. E, per quanto possa
sembrare strano, più il nostro 486 è lento, più
l'aumento di prestazioni sarà evidente dopo
l'installazione dell'OverDrive Pentium. Chi dispone, ad
esempio, di una macchina 486 DX2-50, potrà contare su un
aumento (fonte Intel) di performance pari al 92%, chi
dispone di un 486 SX-25, installando l'OverDrive Pentium
potrà contare su un aumento di velocità pari al 343%
ovvero si ritroverà ad avere una macchina quasi quattro
volte e mezzo più veloce spendendo poco più di
ottocentomila lire per compiere questo grande salto. Erano proprio altri tempi, lo ripeto spesso. Nei computer di oggi è un miracolo quando puoi aumentare la RAM, mentre gli aggiornamenti dei processori pare siano diventati tabù. Commerciali. E mi riferisco a chi, come il sottoscritto, per alcune generazioni tecnologiche si auto-assemblava il PC scegliendo (inizialmente) pezzo per pezzo quello più opportuno, salvo poi dover ricominciare tutto da capo, partendo dalla sostituzione piastra madre, in caso di successivi aggiornamenti. Se andava bene riciclavi cabinet, alimentatore e hard disk “secondari”, spesso nemmeno le RAM erano compatibili con i nuovi processori, a meno di non utilizzarle azzoppate, quando graziati da BIOS accondiscendenti “per anziani”. Mala tempora…
:-)
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