

Bello e... espandibile!
L'Asus NUC 14 Pro+ è il secondo 'miniPC' passato per la mia scrivania. Un primo esperimento l'avevo fatto un annetto fa, con un cinesino economico…
Il precedente, e per me primo, miniPC è stato un quasi anonimo BMAX. Acquistato cautelativamente su Amazon… proprio perché, nel caso, l'avrei reso senza tanti problemi o discussioni. Dotato del mio minimo sindacale di una CPU Intel I5, dei classici 16 GB di RAM e dell'immancabile SSD da 500 GB, offriva una carta in più rispetto a molti altri: la presenza inattesa di un ulteriore alloggiamento per installare un secondo SSD, naturalmente entrambi M.2 NVMe. Turbato più che altro dal prezzo sospetto (200 euro o poco più, riferito sempre al BMAX) non nascondo che ero quasi certo di dover procedere entro pochi giorni col reso! E invece, una volta configurato a piacere (con tutto quello di cui avevo bisogno per lavoricchiare) mi ha stupito, nel complesso, positivamente!
Ah, sempre per lo slogan a me caro, Amazon santa subito!, c'è stato pochi mesi dopo anche un piccolo (?) incidente di percorso per il BMAX. Una mattina... non si è svegliato, per la morte (da partigiano?) del disco di sistema, sparito perfino dai radar del BIOS. Chiamo Amazon, e mi viene proposto un reso per cause di forza maggiore (a detta dell'operatore in quanto impossibile da riparare, cosa che speravo non mi proponesse). A questo è seguito il mio contestuale riacquisto dello stesso identico modello… che tanto mi aveva soddisfatto nei primi mesi. Del resto è stato l'SSD a cedere, non il cosetto cinese in toto, che continuava ad avere tutta la mia stima. Così con il nuovo PCino, identico al precedente, ho tirato avanti per un altro annetto, temendo sì qualche altra sorpresina… che però non è arrivata. Onore al merito!
Giorno -1
Come spesso capita, visto che per quel che dovevo farci bastava e avanzava, non c'era un motivo serio per sostituire il valido BMAX. L'Asus NUC 14 Pro+ , che poi ho preso, non l'ho cercato… ha cercato lui me. Mi è passato davanti nel flusso pubblicitario (mirato, come da profilazione spesso azzeccata) di Facebook, colpendo la mia attenzione. Sia per il marchio, Asus, di cui sono abituale e soddisfatto cliente da diversi anni (schede madri in primis, ma anche per qualche notebook incrociato strada facendo), poi per le finiture in vero alluminio, ben più curate di quelle del cinesino plasticoso. Infine, ma non meno importante, per le possibilità di espansione ancora maggiori, cosa alla quale non riesco proprio a rinunciare. Con buona pace di quanti, felici nel loro recinto dorato, la pensano diversamente. Eh!
Espandibilità peraltro agevolata da una soluzione screw-free, finanche eccessiva per i miei gusti. Per accedere all'interno è infatti sufficiente sbloccare il fondo agendo su due slider, a naso un po' delicatini. La prima cosa visibile è la ventola di aereazione, sulla quale tornerò più avanti, montata su un supporto incernierato che copre gli alloggiamenti per la RAM e per i due SSD M.2 NVMe. Ah, a proposito: uno è in formato 42mm - su questo ho installato Windows - il secondo, più classico, da è 80. Anche qui la logica screw-free non mi convince: avrei preferito la consueta vite di fissaggio per gli SSD, anche perché gli affarini plasticosi di blocco, messi al loro posto, sembrano rompersi al solo sguardo (peggio di quelli esterni per lo sblocco del fondo). Diciamo che anche lì potevano fare meglio!
Vabbè, dopo una prima verifica d'obbligo sulle caratteristiche, mi sono tenuto basso per quel che riguarda il processore (l'unica cosa che non si può upgradare successivamente all'acquisto) orientandomi sull'Intel Ultra 5, visto che il gioiellino Asus non è proprio economicissimo: costa non meno di 600 euro quasi vuoto, ovvero al netto delle RAM e degli SSD che nella versione barebone da me scelta non sono forniti. In sintesi, per partire bisogna considerare non meno di un altro centinaio di euro, per permettergli di accogliere ed eseguire il sistema operativo e i programmi. Un po' di più, se vuoi… un po' di più, al solito.
Il secondo SSD, da ben 2 TB, per tutti i miei file, già ce l'avevo in quanto presente nel BMAX: in pratica con una vite ho spostato tutto dal vecchio al nuovo, senza nemmeno perdere un solo secondo per trasferimenti di bit tramite qualcosa. Beh, non proprio, come vedremo.
Giorno 0
Un'altra delle figate di Amazon, si sa, è la consegna pressoché fulminea dei prodotti acquistati. Purtroppo, o per fortuna, il computer (così come capita per ogni acquisto di valore, quale non era considerato il precedente BMAX) non può essere lasciato in un punto di ritiro, ma è prevista obbligatoriamente la consegna a domicilio, con tanto di codice segreto da indicare al corriere, di persona, affinché molli l'osso. Almeno così non c'è il rischio che te lo lancino nel giardino condominiale, se nessuno risponde al citofono. Io mi sono fatto trovare, casualmente… :-)))
Lungi da me descrivervi l'unboxing (non esageriamo!), dico solo che la scatola dell'ASUS si fa notare per la sua coreograficità: si apre a ventaglio… anzi no… ad ala di gabbiano… insomma non ve lo so spiegare, ma di certo - anche questa - non passa inosservata. A corredo c'è ben poco: in pratica solo un inutile adattatore VESA per fissarlo al monitor e l'alimentatore esterno che, con il suo formato slim, sa più di notebook che di miniPC e lo dico in senso positivo. Peccato non abbia il comune connettore USB-C ma quello concentrico, tipico dei vecchi alimentatori. Tanto per cambiare, non c'è manco l'ombra di un manualetto di startup, se non la solita raccoltina di fogliacci multilingua ripiegati e qualche QR code per volare altrove, alla ricerca di documentazione e quant'altro. Soprattutto i driver, visto che NON si riesce a farne a meno come mi sarei aspettato.
Giorno 1
Rimboccate le maniche per la configurazione iniziale, mi sono subito (leggerissimamente) incaxxato un paio di volte. Uhm!
Ovviamente la prima cosa che ho fatto è (provare a) installare Windows 11, cosa che di solito mi riesce al primo colpo, e ci mancherebbe! È successo quasi anche stavolta, ma mi chiedo: come caxxarola è possibile che questo robo (l'Asus) è così strano dentro che nemmeno la porta ethernet viene riconosciuta in automatico? Mi sono stupito non poco che al primo riavvio, dopo l'installazione, mi chiedesse come fare per collegarsi (Windows) alla rete. Ora… se non avevo un altro computer per scaricare il driver… come ne uscivo vivo???
So' ragaaaazzziiii!!!
Buttato dentro il driver LAN - visto che c'ero gli ho fornito anche quello del WiFi che, per fare rima, non si sa mai! - è andato avanti senza intoppi scaricando tutti gli aggiornamenti che (Windows) riteneva necessari. Peccato che, nuovamente, non s'è filato tutti quelli Asus-Asus, ma solo alcuni, lasciandone altri irrisolti in Gestione dispositivi. Chiariamolo: io tutti questi problemini non ce li ho mai avuti, nemmeno quando partivo dalle nude schede madri Asus per PC! Eccheccazz!!!
Vabbè, un giro sul sito loro e - non senza un altro po' di grrrrrrrrr - sono riuscito a trovare un coso che installa tutto quello che serve, con un solo click. Più o meno.
Giorno 2
Superate le prime minime difficoltà per l'installazione e la configurazione iniziale del sistema operativo, come prevedibile il secondo step ha riguardato il setup dei software da utilizzare. Nel mio scenario tipico parliamo principalmente di MS Office, Adobe Photoshop, Acrobat Pro, Affinity Publisher e poco altro: alcuni editor testuali per html/php e qualche utility varia ed eventualia, di cui non riesco più a farne a meno… da decenni.
Per quanto riguarda il capitolo Microsoft (Windows e Office) ho acquistato al volo, online, le licenze… non so come si chiamano… quelle a poco prezzo che non si sa perché funzionano, ma funzionano. E io non ho tempo da perdere per farmi troppe domande. In totale, con un click pagato meno di 48 euro, dopo qualche minuto di timorosa attesa avevo via email i codici di attivazione sia di Windows 11 Pro che di Office 2021 Professional Plus. Non mi pare vero!
Anche l'installazione di Photoshop non ha creato problemi, viceversa non posso dire la stessa cosa per Acrobat Pro 9, per il quale l'installer si rifiutava di collaborare. Voleva - cito testualmente - .NET Framework 2.0 o successiva e, a quanto pare, la 4.8 già presente non gli andava bene. Domanda: che intendono, nel loro universo parallelo, per successivo???
L'assurdo è che ricercando sul Web sembrava che la versione di Acrobat Pro che stavo installando non fosse compatibile con Windows 11, cosa che naturalmente NON mi risultava… visto che lo usavo senza problemi sul precedente BMAX, anch'esso basato sullo stesso sistema operativo. No, non può essere… mi sfugge qualcosa!
E così era: .NET Framework 2.0 a quanto pare deve essere aggiunto manualmente alla bisogna, accanto alla versione più recente, abilitandolo dal pannello Funzionalità Windows dove risulta, semplicemente, non selezionato. Per farla breve, la soluzione era a portata di click… in barba alle cavolate che troppo spesso Nonno Google ti porta, involontariamente, a leggere. Ho tirato un bel sospiro di sollievo…
Giorno 3
Abbiamo finito con i problemini? Non ancora, purtroppo, ma qui Asus davvero non c'entra nulla. Di nuovo mi sono accorto che gli scenari reali sono spesso, troppo spesso, leggermente diversi da quelli che uno - uno a caso! - immagina. Ad esempio il fatto di trasferire una valanga di file dal vecchio al nuovo miniPC spostando l'SSD tra le due macchine, operazione liquidabile agendo su una sola vite, ritenevo svoltasse la questione nel giro di una decina di secondi o poco più.
Mango po' kaiser, per parlare tedesco! Perché, sì, i file te li ritrovi immediatamente sulla nuova macchina… ma io non sono riuscito a capire come comunicare a Google Drive che quegli stessi file che anche lui aveva (e ha) in copia di backup automatico - in mirroring - erano da sincronizzare con qualcos'altro, l'Asus nuovo di zecca, sostituendolo nel gruppo i miei computer al BMAX ormai sedotto e abbandonato.
Questa infatti è la prima volta che faccio un cambio computer principale da quando utilizzo Google Drive per i backup. Prima mi appoggiavo a SugarSync che, viceversa, offriva - e immagino offra ancora - questa possibilità a portata di pochi click e, soprattutto, zero sbatti.
Comunque, per la serie nun c'ho tempo da perde, ho preferito effettuare un ri-upload notturno degli stessi file, ora presenti sulla nuova macchina: peggio per lui, Google Drive, che s'è dovuto gestire una seconda volta gli stessi file momentaneamente rimossi per fare spazio ai nuovi.
Come diceva la saggia Penelope: a fare e disfare non si perde mai tempo!
Prime impressioni
Come credo si intuisca, NON ho proceduto ad alcun reso Amazon. Il mio nuovo miniPC mi soddisfa appieno e, a conti fatti, il prezzo pagato non lo ritengo più di tanto esagerato. Avrei solo preferito evitarmi qualche passaggio per l'installazione iniziale, la questione dei driver non riconosciuti automaticamente è l'unico dettaglio che mi fa storcere un po' il naso.
Vero è che questa macchina non si rivolge agli utenti inesperti, in particolare in versione kit, meglio definibile come barebone, ma avrei preferito comunque una partenza più in discesa. Faccio fatica a comprendere lo scenario che mi sono trovato davanti, pur non avendomi poi fatto perdere tantissimo tempo.
L'altra cosa, per come sono fatto, potenzialmente preoccupabile riguardava la generosa ventola di areazione ben visibile al suo interno. Temevo fosse rumorosa o fastidiosa: in realtà - quantomeno per l'utilizzo che faccio io del computerino - si sente a malapena ogni tanto per pochi istanti, e non ho ancora attivato la modalità sussurro della stessa, come previsto nelle impostazioni del BIOS.
AdP
PS: Qui ho pubblicato alcuni risultati da benchmark mettendo a confronto le due macchine.