WiFi gratuito
nelle città: chi paga?
In tutta
Italia si susseguono iniziative volte alla
creazione di reti wifi gratuite
sovvenzionate dalle pubbliche
amministrazioni: ma i cittadini sanno quanto
PAGANO indirettamente ed a CHI?
ROMA, 09/07/2009
- Questa è la domanda che Assoprovider pone
ai cittadini affinché le PA facciano
CHIAREZZA sulle risorse economiche impegnate
per realizzare reti WiFi “gratuite” e sulle
aziende che vengono pagate con i soldi della
collettività (di tutti) per realizzare (di
certo NON gratuitamente) le infrastrutture
necessarie per il WiFi; infrastrutture che
oltretutto avvantaggiano solo alcuni
cittadini, quelli dotati dei mezzi per
utilizzare Internet solo dove presente la
copertura WiFi e indipendentemente dalla
loro capacità economica.
Assoprovider ribadisce che il contributo
economico PUBBLICO che le PA vogliono dare
per abbattere il Digital Divide del proprio
territorio non deve agevolare un operatore
economico a discapito di un altro ma deve
essere l'occasione per creare infrastrutture
"intermedie" (wholesale) utilizzabili da
qualsiasi operatore alle medesime condizioni
economiche: solo così vi è la certezza della
sua efficienza ed efficacia.
In caso contrario è facile che divenga
l'ennesima occasione di arricchimento dei
soliti noti a danno delle piccole aziende
legate al territorio che realizzano
infrastrutture senza godere di alcun aiuto
PUBBLICO con evidente distorsione del
mercato e/o, peggio ancora, col rischio di
gestioni economiche oscure.
La soluzione per risolvere, anche con il
contributo economico della collettività, le
problematiche di Digital Divide esiste e si
chiama gestione wholesale disaggregata con
accesso non discriminatorio per tutti gli
operatori.