Vulnerabilità
nei test e negli ambienti virtuali: le sfide
del Disaster Recovery in Italia secondo
Symantec
Il Symantec
Disaster Recovery Research Report 2009
evidenzia in Italia uno stallo della spesa
IT nelle soluzioni di DR, nonostante la
necessità di miglioramenti negli ambienti
virtuali e nei test
Cupertino, Calif.
– 20 luglio 2009 - Symantec Corp. (Nasdaq:
SYMC) ha annunciato i risultati della quinta
edizione dello studio "IT Disaster Recovery"
da cui è emersa una crescente pressione nei
confronti delle organizzazioni dovuta
all'aumento dei costi legati al downtime e
ai più rigidi requisiti di Service Level
stabiliti per mitigare il rischio aziendale.
Lo studio ha inoltre messo in luce come i
budget DR (Disaster Recovery) siano
destinati a non sperimentare alcun
incremento per i prossimi anni, mettendo
pertanto i professionisti IT nelle
condizioni di dover ottenere di più con
risorse uguali o inferiori. La ricerca, che
ha coinvolto oltre 1.650 IT manager di
grandi aziende – 50 in Italia - ha rivelato
che, a livello globale, i test e la
virtualizzazione continuano a rappresentare
in questo campo una delle maggiori sfide per
le imprese. Secondo gli intervistati i test
delle strategie DR producono un impatto
sempre più forte su clienti e fatturato, e
un test su quattro fallisce. Un terzo circa
dei programmi di disaster recovery delle
imprese non prevede test sugli ambienti
virtuali; una percentuale di ambienti
virtuali di poco superiore non risulta
disporre di un sistema di backup regolare–
mettendo in luce il bisogno di più strumenti
di automazione capaci di funzionare
attraverso tutti i vari ambienti.
La situazione in Italia
La ricerca di Symantec fotografa uno
scenario italiano che rispecchia le tendenze
globali: per gli intervistati italiani gli
attacchi dei virus ( 64%) e i disastri
naturali ( 48%) sono le principali cause che
spingono le aziende a creare una strategia
di Disaster Recovery, mentre web server (
60%) e i database servers ( 50%) sono le
principali tecnologie aziendali attualmente
coperte da un piano di Disaster Recovery,
seguite dalle applicazioni, come ad esempio
l’ERP (48%) e dalle email ( 40%).
Ingenti costi legati al downtime
Secondo i risultati del sondaggio, in Italia
il costo per l'esecuzione o
l’implementazione di un piano di disaster
recovery per ciascun caso di downtime
ammonta a circa 65.000 dollari. Un dato
preoccupante se si considera che un test su
quattro fallisce e che la quasi totalità
delle imprese si è trovato a dover mettere
in atto il proprio piano di disaster
recovery. Gli intervistati hanno riferito
che il tempo medio impiegato per
ripristinare le attività aziendali di base a
seguito di un caso di interruzione del
servizio è di circa cinque ore, che salgono
a sei per ritornare a una situazione di
completa normalità e produttività.
Tendenze della spesa per DR nel 2010
Lo studio dimostra come le decisioni delle
imprese italiane sugli investimenti in DR
sono molto diversificate. Le nostre aziende
infatti si distribuiscono con un peso
specifico identico ( 23%), tra quattro fasce
di investimento ( < 1M$,1-25M$, 25-50M$,
50-100M$) e soltanto l’8% investe più di
100M$. Queste cifre, secondo il 68% degli
intervistati, sono destinate a rimanere
invariate durante il 2010, complicando
ulteriormente la sfida degli IT manager che
saranno chiamati a sfruttare al meglio le
risorse a disposizione inclusi hardware,
software e personale tecnico.
Disaster recovery: i test migliorano ma
restano sempre una grande sfida
Quest'anno il 26% degli intervistati
italiani ha riferito di eseguire i test DR
con una frequenza semestrale, mentre il 22%
con frequenza annuale. Inoltre, è emerso che
un test su quattro si rivela fallimentare,
evidenziando un forte bisogno di
miglioramento in questo senso. Alcune delle
ragioni più ricorrenti per le quali le
aziende italiane omettono i test sono le
seguenti:
- mancanza di risorse in termini di tempo
del personale (44%)
- interruzione delle attività per i
dipendenti (44%)
- problemi di budget (40%)
- disservizi ai clienti (34%)
Un altro aspetto preoccupante è dato dal
fatto che, rispetto agli anni passati, un
numero maggiore di aziende ritiene che
l'impatto dei test di disaster recovery si
ripercuota significativamente su clienti,
fatturato e brand reputation. Il 48% degli
intervistati italiani ha, infatti, ammesso
che questo tipo di test peserebbe sulla
propria clientela e sulla brand reputation,
il 46% che impatterebbe su vendite e utili,
il 42% sulla perdita dei dati e sulla
competitività. Symantec propone alle imprese
una serie di metodologie di test DR da
eseguire frequentemente e senza alcuna
interruzione sulle operazioni aziendali.
Symantec ritiene, infatti, che le persone e
i processi rappresentino la ragione
principale del fallimento dei test, mettendo
così in evidenza la maggiore necessità di
automazione in questo campo.
La virtualizzazione continua a essere una
grande sfida
Il 62% degli intervistati italiani ha
affermato che la virtualizzazione è la
ragione che porta a rivedere i piani di
disaster recovery, mentre la metà dei server
virtuali utilizzati in azienda risulta
essere coperta da un piano di DR. Il 46%
degli intervistati ha additato la differenza
degli strumenti per gli ambienti fisici e
virtuali come le sfide maggiori alla
protezione dei dati negli ambienti virtuali,
mentre il 40% ha segnalato la mancanza di
capacità storage per il backup e di
strumenti avanzati di recovery.
A livello mondiale la ricerca ha rivelato
per la metà degli intervistati alcuni altri
importanti elementi:
- La mancanza di strumenti per la gestione
storage costituisce la sfida primaria nella
protezione dei dati e delle applicazioni
mission-critical all'interno degli ambienti
virtuali (53%)
- Le limitazioni in termini di risorse, come
personale, budget e spazio, rappresentano le
maggiori sfide alle procedure di backup
delle macchine virtuali, generando il
bisogno di una maggiore automazione e di una
migliore capacità nel fare leva sugli
investimenti IT esistenti al fine di
abbassare i costi (51%)
Indicazioni
Come questo studio ha dimostrato nel corso
degli anni, la mancanza di risorse continua
a rappresentare un problema, nonostante i
costi del downtime siano sbalorditivi. Le
imprese possono agire in questo senso
implementando soluzioni di automazione che
minimizzino l'azione umana e che risolvano
anche altri punti deboli presenti nei piani
di disaster recovery.
Dato che i test di disaster recovery sono
inestimabili ma rappresentano pur sempre un
rischio di impatto sostanziale sull'azienda,
inclusi clienti e fatturato, le imprese
dovrebbero ottimizzare il successo dei test
prendendo in considerazione e implementando
metodologie trasparenti nei confronti della
loro operatività.
Per concludere, le imprese dovrebbero
includere nei piani di disaster recovery i
responsabili della virtualizzazione,
soprattutto per quanto riguarda le
iniziative di test e backup. Gli ambienti
virtuali dovrebbero essere trattati come
server fisici, e le aziende dovrebbero
essere disposte ad adottare strumenti
multi-piattaforma e multi-ambiente, o a
standardizzarsi su un numero inferiore di
piattaforme.
“Questa edizione dello studio identifica con
chiarezzagli aspetti cruciali legati a
questo tema, i relativi rischi nascosti e le
best practice per l'implementazione di
soluzioni DR. Se da un lato alcuni aspetti
registrano una tendenza positiva, dall'altro
l'impatto del downtime risulta più pesante
che mai”, ha spiegato Giancarlo Marengo,
Country Manager Symantec Italia. “Il costo
crescente del downtime mette ancora più in
risalto l’aspetto economico del problema ,
il che si traduce in una maggiore pressione
sull'IT. Se le imprese non proteggono i loro
ambienti virtuali, non eseguono i test dei
loro piani DR e assistono al fallimento di
un test su quattro, allora è necessario
introdurre tempestimanete un cambiamento
verso una migliore gestione del rischio. Le
aziende dovrebbero pertanto implementare
soluzioni in grado di risolvere tali
necessità, consentendo allo stesso tempo di
fare leva sulle risorse esistenti”.
Symantec Disaster Recovery Research Report
2009
Giunto alla sua quinta edizione, lo studio
Symantec Disaster Recovery Research 2009 è
un'analisi annuale globale che Symantec
commissiona con l'intento di fotografare le
tendenze delle aziende in materia di
preparazione e pianificazione nel disaster
recovery. Condotto dalla società di ricerche
indipendente Applied Research durante il
mese di giugno 2009, lo studio ha coinvolto
oltre 1.650 IT manager di grandi aziende in
24 Paesi fra Stati Uniti, Canada, Europa,
Medio Oriente, Asia Pacifico e Sudamerica,
con l'obiettivo di comprendere e analizzare
alcuni degli aspetti più complessi associati
al disaster recovery.