Conferenza
Internazionale Women&Technologies®:
creatività e innovazione
La seconda
edizione della conferenza internazionale
Women&Technologies® si svolgerà al Museo
Nazionale della Scienza e della Tecnologia
"Leonardo da Vinci" il 9 novembre 2009.
Milano,
18/09/2009 - Nell’Europa contemporanea, il
rapporto tra donne e tecnologie è diventato
sempre più complesso, articolandosi lungo
alcune contraddittorie direttrici. Infatti,
considerata l’importanza delle tecnoscienze
nella vita professionale di oggi, la carenza
di donne impiegate stabilmente nelle
professioni tecnoscientifiche è un problema
irrisolto.
Certamente, non vi è alcuna differenza nel
rendimento scolastico tra ragazze e ragazzi.
Anzi, le ragazze vantano ottimi risultati in
tutte le materie, nel percorso scolastico e
nell’università. Ciononostante, poche
scelgono studi tecnoscientifici. Ancor meno
sono le donne che si avviano a carriere
professionali in questi settori, e solo una
minoranza raggiunge posizioni professionali
paragonabili a quelle maschili.
Eppure, le donne hanno dimostrato non solo
di essere attente fruitrici di tecnologie,
esprimendo saggezza e creatività
nell’adattarle al loro sistema di relazioni
sociali e all’esigenza della sostenibilità,
ma anche di saper dare un contributo sempre
maggiore alla creazione di tecnologie e
all’introduzione di innovazione.
L’edizione 2009 della Conferenza
internazionale Women&Technologies®, di cui è
parte integrante il premio Le
Tecnovisionarie®, vuole rendere esplicito il
problema e contribuire a trovare una strada
per soluzioni a medio termine.
Già al termine della prima edizione di
Women&Technologies, Gianna Martinengo,
ideatrice e chairperson della Conferenza,
affermava: “[…] nella ricerca sulle
tecnologie occorre integrare il contributo
di una pluralità di discipline, secondo
quello che si definisce un ‘approccio
olistico′: non solo logica e matematica,
anche psicologia, scienze sociali e
cognitive, pedagogia, antropologia,
letteratura. La vera innovazione nasce da
qui, dalla capacità di includere punti di
vista diversi per far emergere nuove domande
e nuove soluzioni. Le donne, portatrici di
una visione sempre attenta alla persona e
alle componenti umanistiche di ogni
problema, possono dare un contributo
originale in questo senso […]„
Le tecnologie, proprio per la loro
trasversalità, possono dunque rappresentare
un ideale terreno di incontro e
collaborazione delle diverse discipline,
quelle formali e quelle umanistiche.
Le nuove architetture sempre più centrate
sui servizi richiedono infatti la capacità
di far dialogare tecnologie e persone e di
integrare nelle ICT proprietà tipiche della
vita sociale come: interazione, dialogo e
conversazione, reputazione, e simili.
Anche nelle aziende e nelle pubbliche
amministrazioni, la trasformazione di
modelli organizzativi, economici e
comunicativi richiede professionalità che
tengano conto delle esigenze della persona,
dell’ambiente, delle interazioni sociali,
dei valori.
Occorre quindi motivare le nuove generazioni
“generazione 2015“ verso scelte
professionali fondate su questa
trasversalità e sostenere l’acquisizione di
conoscenze e abilità mediante adeguati
percorsi di apprendimento, sia formali
(scuola e università) sia informali.
Ecco perché, partendo dai concetti chiave di
creatività e innovazione, Women&Technologies®
2009 allarga i campi di discussione e
intervento al tema della trasversalità di
tecnologie e competenze, all’apprendimento
delle tecnoscienze, alle persone e alla loro
dimensione sociale e collaborativa.
In tutto il mondo, le donne stanno
“inventando” tecnologie e stanno
ridisegnando il profilo di molte scienze. La
loro presenza nel mondo tecnoscientifico ha
già messo in crisi pregiudizi consolidati e
contribuito con risorse di intelligenza e di
passione prima relegate in un limitato
raggio di azione.
Possiamo solo immaginare quali mutamenti
potrebbero nascere da un aumento importante
della partecipazione delle donne alla
definizione e applicazione delle politiche
su scienza e tecnologia.
"I love science too much to deprive her
of women's intelligence"
(Roald Hoffmann, Applied theoretical
chemistry, Nobel Prize 1981)