Nikon F5 Digital
L'affair «Nikon F5 digital» (un mio 'concept' che scomodò perfino la Nikon Corporation in persona, dalla quale venni contattato all'epoca via email dal Giappone) andò avanti per sei mesi, con interventi su quattro fascicoli di MC, dal luglio 1997 a gennaio 1998.
Sono qui raggruppati, per comodità, a mo' di 'speciale'.
Inutile nasconderlo. Alla fotocamera digitale dei miei sogni ci penso (giorno e notte!) da lunghissimo tempo. Se fossi il presidente della Nikon Corporation non esiterei a promuovere di corsa la progettazione e la realizzazione di una fotocamera digitale atta a soddisfare le aspettative anche degli utenti più esigenti. E, per quanto possa sembrare anacronistico, immaginerei la nuova fotocamera "ad uso promiscuo", digitale o tradizionale a seconda del dorso installato. Una fotocamera sicuramente reflex, con messa a fuoco automatica, mirino intercambiabile, concepita per utilizzare obiettivi e accessori standard, dotata di otturatore elettronico e sofisticato controllo esposimetrico per esporre correttamente le pellicole fotografiche tradizionali.
Quando l'utente, per necessità o per semplice voglia, decide di passare al digitale, non dovrà far altro che installare al posto del dorso tradizionale quello elettronico, dotato internamente di un sensore CCD e esternamente di un display a cristalli liquidi a colori da utilizzare sia per visionare le immagini precedentemente scattate, sia per verificare al volo l'esposizione impostata automaticamente dalla fotocamera. Per salvare le immagini, il medesimo dorso digitale potrebbe ospitare un alloggiamento per schede di memoria PCMCIA da 10 o 20 megabyte, oppure un piccolo hard disk rimovibile per un'autonomia di ripresa ancora maggiore.
Le immagini potrebbero essere salvate in formato JPEG, ma con un livello di compressione non eccessivo, per evitare perdite di dettaglio visibili ad occhio nudo. Come sensore CCD opterei naturalmente per un formato "pieno" 24x36 mm in modo da non falsare l'angolo di campo degli obiettivi a corredo. Utilizzerei un sensore da almeno tre milioni di pixel per risultati, pur lontani da quelli ottenibili con la pellicola fotografica (una diapositiva 24x36 riesce a registrare qualcosa come venti milioni di punti!), comunque sufficienti per ottenere stampe più che dignitose da una moderna stampante a getto di inchiostro di buona qualità.
Nelle mie elucubrazioni mentali digital fotografiche, ho anche elaborato un semplice schema di interpolazione dei pixel col quale ottenere una buona risoluzione reale a partire dai tre milioni di pixel disponibili sul sensore CCD. E' noto, infatti, che i sensori CCD sono solo monocromatici: non sono direttamente sensibili ai colori ma leggono solo variazioni di luminosità. Per realizzare sensori a colori è necessario filtrare secondo il consueto schema RGB della sintesi additiva i singoli pixel di cui è composto il dispositivo di lettura. Tre milioni di pixel, tre milioni di microfiltri RGB, depositati singolarmente sugli elementi di lettura. E non è fantascienza: pensate che l'eccezionale dorso digitale Dicomed BigShot per Hasselblad conta la bellezza di 16 milioni di pixel e, nella versione a colori dello stesso, quest'ultimi sono ad uno ad uno rivestiti da altrettanti milioni di microfiltri RGB. Considerato poi che nella regione del verde il nostro occhio ha la sua massima sensibilità, dei tre milioni di pixel disponibili la metà esatta (scegliendoli in disposizione a scacchiera, vedi figura) li filtrerei utilizzando un pigmento verde a banda moderatamente ampia.
Abbiamo quindi un milione e mezzo di pixel per acquisire, in pratica, l'informazione luminanza della scena ripresa. Considerata poi la disposizione a scacchiera dei pixel verdi, l'interpolazione dei punti mancanti appare assai semplificata: in ogni punto dove non è presente un pixel di questo colore ne troviamo ben quattro nelle sue immediate vicinanze. Lo stesso è possibile per il terzo colore da interpolare: ad esempio dove è presente un pixel blu, nel suo intorno (sempre secondo lo schema in figura) troviamo anche quattro elementi filtrati in rosso, e dove c'è un filtro di questo colore troviamo nelle sue vicinanze ben quattro elementi filtrati in blu (oltre ai consueti quattro tasselli verdi). Lo stesso, anche se in misura ridotta, avviene per interpolare i colori rosso e blu nei punti dove è disponibile un elemento con filtratura verde: in questo caso (tenete sempre d'occhio la figura in basso) abbiamo nelle vicinanze due punti rossi e due punti blu disposti rispettivamente in orizzontale e in verticale.
PS: non correte a prenotare l'incredibile Nikon F5 Digital che vedete illustrata in questa pagina. Fa parte del sogno, è solo frutto della mia fantasia e della potenza esplosiva dell'elaborazione digitale delle immagini. Se poi in Nikon vogliono accogliere il mio invito, sono perfino disposto a cedere gratuitamente l'idea...
Vogliono ammazzare la fotografia digitale... (dite la vostra, please!)
Non mi piace, non sono e non voglio essere pessimista, ma sono ahime' sempre piu' convinto che la stragrande maggioranza dei costruttori di fotocamere digitali ce la stia mettendo tutta per distruggere ("affossare", come dicono a Roma) la fotografia digitale. Naturalmente non ci riusciranno affatto (come vedete anche il mio ottimismo, alla fine, prevale) in quanto gli utenti col "sale in zucca" esistono e non sono affatto una ristretta minoranza.
Non mi e' ancora chiaro, venendo al dunque, a chi sono destinate le fotocamere digitali attualmente in commercio (almeno quelle dal costo ragionevole, diciamo al di sotto dei due milioni, IVA compresa), considerate le reali capacita' di ripresa di questi nuovi giocattolini. Ottime per i periti assicurativi, per pubblicare piccole immagini sulla Rete, per chi ha bisogno di riprendere a risoluzione medio/bassa oggetti da catalogare digitalmente... ma per favore non chiamatele macchine fotografiche!
Nei negozi di fotografia, non c'e' che dire, gli apparecchi di questo genere sono comparsi gia' da un pezzo, ma mai, proprio mai, mi e' capitato di vederne in giro, al di fuori delle suddette imbandite vetrine. E dire che abito a Roma, città' sempre zeppa di turisti provenienti da tutto il mondo, che mi diverto a osservare attentamente (a volte fotografandoli addirittura!) tutte le volte che mi reco a Fontana di Trevi, a Piazza di Spagna o in San Pietro, regalandomi qualche ora di svago di tanto in tanto.
Eppure c'e' chi si entusiasma davanti a display dai colori scintillanti, rimarcando la possibilita' di ottenere ottime (ci vuol coraggio!) immagini senza "sprechi" di pellicola, fruibili immediatamente e altrettanto immediatamente stampabili, memorizzabili, spedibili via Internet in ogni angolo del mondo. Non sono, naturalmente, i pensieri dell'utente (quello, se ci casca, tira piu' d'un "moccolo" al cielo) ma di molti addetti ai lavori, veri saccenti del guadagno facile a tutti i costi, in grado di venderti anche la Luna digitale purche' tu sia in grado di pagarla profumatamente, senza lamentarti ne' ora ne' mai. Poveri illusi...
En passant, voglio raccontarvi (pur senza fare i nomi, com'e' ovvio) di un'accesa - ancorche' divertente! - discussione che avuto alla fine di settembre col "product manager di turno", presso la sede italiana di una grossa, diciamo pure grossissima, azienda giapponese di prodotti fotografici tradizionali e digitali. L'argomento della strana discussione riguardava la "mia" Nikon F5 Digital di cui vi ho parlato nel numero di Luglio/Agosto di MCmicrocomputer. E' presente, testo e immagini, anche in Internet, nella mia homepage all'indirizzo http://www.mclink.it/personal/MC0258. Ha avuto, tra l'altro, l'immeritato titolo di "Sito del Mese" nientepopodimeno che su Fotografare di Agosto, all'interno di un articolo ricco di pagine Web ad alto contenuto fotografico.
Naturalmente l'azienda cui mi riferisco non e' la Nikon Corporation di Tokyo ne' la Nital di Torino (distributore italiano dei prodotti fotografici di questo marchio) ma, comprensibilmente, un acceso competitor della prima. Quel che e' successo ha quasi dell'inverosimile: la persona con cui ho parlato sosteneva, anche troppo "intensamente" per i miei gusti, che nel mio pezzo erano evidenti grosse lacune in campo fotografico e che in particolare un dorso digitale applicato a una fotocamera tradizionale sarebbe stata una scelta (trattenete il respiro...) assolutamente controproducente per l'utilizzo professionale (pausa meditativa...).
Molto divertente. Peccato che da questo punto di vista si tratti, in realta', della scoperta dell'acqua calda, visto che nel medio e grande formato i dorsi digitali li hanno inventati gia' da un pezzo e che quelle pochissime fotocamere da studio esclusivamente digitali (alcune piu' vicine alle telecamere che agli apparecchi fotografici) hanno una penetrazione di mercato quasi inesistente.
Diciamo le cose come stanno: fermo restando che la mia e' solo un'ipotesi tecnologica, nulla di piu', fondamentalmente riesco a individuare solo due plausibili chiavi di lettura circa il curioso accaduto. La prima riguarda, probabilmente, il fatto che nella mia elucubrazione digital fotografica sia stata utilizzata una fotocamera Nikon in luogo di un apparecchio prodotto e distribuito dall'azienda (segreta!) di cui sopra. Del resto, l'irriverente affermazione - resa, tra l'altro, in presenza di testimoni! - non lascia adito a molti dubbi: "... di' la verita' ti ha pagato la signora XXX per scrivere un pezzo simile...".
La seconda chiave di lettura, ancora peggiore, e' da ricercare nel fatto che chi produce apparecchi fotografici digitali di fascia alta/altissima vede con eccessivo sospetto ogni tentativo, anche solo ipotetico a quanto pare!, di rendere digitali - tecnologia permettendo - le fotocamere tradizionali gia' possedute dai fotografi professionisti e i fotoamatori di tutto il mondo. Quindi non solo Nikon F5 Digital, ma anche Canon F1, Olympus OM-2 e Contax RTS III alla bisogna, cosi' come accade per Hasselblad, Fuji, Mamiya e Rollei nel medio formato. Che male c'e'?
Per concludere lancio un appello: correte a rileggervi l'articolo pubblicato su MC 175 a pagina 276 (oppure collegatevi via Internet alla mia homepage prima citata, dove troverete anche le immagini ad alta risoluzione - basta cliccarle col mouse! - della fotocamera digitale dei miei/nostri sogni) e ditemi in tutta sincerita' cosa ne pensate. Potete scrivermi in redazione (oppure via posta elettronica all'indirizzo adp(a)mclink.it) per esporre la vostra posizione al riguardo. Non e' escluso, se il mio invito come mi auguro verra' accolto da un numero ragionevole di lettori, che gli interventi piu' interessanti possano essere pubblicati su MC in questa stessa rubrica, aprendo una sorta di aperto dibattito sul futuro della ripresa fotografica digitale. In barba a chi pensa, sostenendolo in vari modi, che gli utenti intelligenti (professionisti e non) appartengano a una specie ormai rara...
Mi ha scritto la Nikon Corporation!!!
Inutile nasconderlo: l'emozione ha avuto il sopravvento e per buoni due o tre giorni ho creduto di aver avuto solo un'incantevole visione celeste (oserei dire cyan...). Chi mi ha seguito in passato (e in particolare lo scorso mese) sa bene che qualche tempo fa
ho ipotizzato una variante tecnologica della Nikon F5, denominata Nikon F5 Digital, in grado di riprendere immagini di qualità professionale direttamente in formato numerico. Il "progetto" (scritto tra virgolette per ovvi motivi) si basa su un ipotetico (e sottolineo IPOTETICO) dorso completamente elettronico da installare al posto di quello tradizionale per trasformare in pochi attimi la fotocamera tradizionale in fotocamera digitale. Visto che "me la cavo sufficientemente" bene in fotoelaborazioni digitali - il mio peggior difetto è la modestia! - ho incaricato il nostro instancabile Dario Tassa di fotografare la mia normalissima Nikon F5 in varie posizioni, per poi procedere a colpi di fantasia e di Photoshop, costruendo assolutamente dal nulla la fotocamera digitale dei miei/nostri sogni. L'errore (o forse la fortuna!) è stato quello di pubblicare le immagini della "nuova nata" tanto su MCmicrocomputer, sul fascicolo di luglio/agosto di quest'anno, quanto su Internet, all'indirizzo http://web.mclink.it/MC0258/F5.html (correte a vederla se non l'avete ancora fatto). E una volta in Internet... ha fatto il giro del mondo. In pochi giorni ho avuto un migliaio abbondante di accessi alla mia personal page: chi comprendeva l'italiano e leggeva attentamente il testo era ben informato del fatto che si trattasse solo di un'ipotesi tecnologica frutto della mia fantasia (e nonostante l'avvertimento, mi dicono, sono comunque arrivate numerose telefonate alla Nital di Torino, importatore dei prodotti fotografici tradizionali e digitali della Nikon) ma gli utenti della Rete di tutto il mondo hanno creduto erroneamente che si trattasse di un prodotto reale. Ho ricevuto in pochi giorni numerosissime lettere via posta elettronica dagli Stati Uniti, dal resto dell'Europa, dall'Asia, e perfino dalla Nuova Zelanda (l'altro capo del mondo, o quasi, per noi italiani): molti, non comprendendo il testo d'accompagnamento alle immagini, mi chiedevano se il "nuovo" dorso digitale fosse acquistabile in Italia. Ma la vera estasi godereccia (non riesco a chiamarla in altro modo) l'ho raggiunta quando una mattina ho trovato in mailbox questa gentile letterina. Da parte di Nikon Corporation... Date: Wed, 29 Oct 1997 13:34:37 +0900 From: "CS.NETWORK SEC." <XXXXX@nikon.co.jp> Organization: NIKON CORPORATION MIME-Version: 1.0 To: adp@mclink.it CC: XXXXX@nikon.co.jp Subject: Your Nikon F5 Digital website Dear Sir, We thank you very much for your interest in Nikon equipment. We would like to refer to your website of Nikon F5 Digital. Lately, we have got several questions from our dealers/customers who watched your website about a digital F5 back. Since your website is written in Italian and pictures are so realistic, they seem to misunderstand. Thus they asked if we, Nikon have released the new digital F5 back. Of course, we have not. Frankly speaking, we are embarrassed by your website and are worrying that it seems to cause inconvenience to our business. Would you please, therefore, describe the following your comments "This is only my fantasy's dream and a virtual digital elaboration of some images." clearly on the top page in English so that the viewer does not confuse/misunderstand. Your kind cooperation in this matter would be highly appreciated. CS.NETWORK SEC. Nikon Corporation (NB: l'indirizzo e-mail del mittente è stato volutamente mascherato per motivi di privacy) Traduzione (per maggiore chiarezza...) Egregio Signore, Grazie per il suo interesse ai prodotti Nikon. In riferimento al suo sito internet dedicato alla Nikon F5 Digital, recentemente abbiamo ricevuto molte richieste di informazioni da parte di commercianti e consumatori che hanno visto nel suo sito la fotocamera F5 dotata di dorso digitale. Dato che il suo sito è scritto in italiano e le immagini sono molto realistiche, il pubblico potrebbe fraintendere. Ci chiedono se noi, Nikon, abbiamo rilasciato il nuovo dorso digitale per la F5. Cosa che, naturalmente, non abbiamo fatto. Parlando francamente, siamo imbarazzati dal suo sito web e ci preoccupa il fatto che possa causare inconvenienti alla nostra attività. Vorrebbe, quindi, per favore aggiungere ai suoi commenti "Questo è solo frutto della mia fantasia e dell'elaborazione di alcune immagini " chiaramente in capo alla prima pagina e in inglese in modo che il visitatore non sia confuso e che non abbia a fraintendere? La sua gentile collaborazione sarebbe molto apprezzata. CS.NETWORK SEC. Nikon Corporation
Una per tutte...
Probabilmente ricorderete, due mesi fa, il mio pubblico sfogo in questa stessa rubrica, "Vogliono ammazzare la fotografia digitale", riguardo una curiosa discussione avvenuta presso la sede italiana di un'importantissima azienda giapponese di prodotti fotografici tradizionali e digitali (di cui taccio il nome per ovvi motivi "velopietosi"). L'argomento del contendere era, ma guarda un po', la mia ipotesi di dorso digitale applicato ad una Nikon F5, giudicata dal pincopallino italiano di turno addirittura controproducente per l'utenza professionale (come dicono a Roma: "ancora sto a ride..."). Sarà, ma la mia idea (visitabile via internet al sito http://www.mclink.it/personal/MC0258, occhio alle maiuscole/minuscole!) ha in realtà provocato nientepopodimeno che l'intervento dei diretti interessati - si veda numero scorso - essendo stato interpellato telematicamente dalla Nikon Corporation di Tokyo. E scusate se è poco! Pare, infatti, che la mia idea sia stata di imbarazzo per il loro business dato che le mie immagini fotodigitali del "nuovo dorso" sono state giudicate talmente tanto realistiche da provocare confusione e disorientamento nei confronti dei clienti e dei distributori Nikon (sto citando, più o meno testualmente, il contenuto della loro lettera). Ho ricevuto un discreto numero di interventi su quest'argomento, tutti più o meno favorevoli alla mia ipotesi. Una lettera, in particolare, mi ha colpito profondamente e colgo l'occasione per rigirarla, pubblicamente, a tutti i miei lettori. Un saluto cordiale... adp From HAPFRO@mail.asianet.it Tue Dec 2 02:36:21 1997 X-Sender: HAPFRO@mail.asianet.it (Unverified) Mime-Version: 1.0 To: adp@mclink.it From: HAPFRO@mail.asianet.it (Presa Valter) Subject: Nikon Digital F5 Date: Tue, 2 Dec 1997 02:34:36 +0100 A dire la verità, avendo letto il riquadro con la rapidità della prima "passata" che solitamente si dà alla rivista, avevo pensato che la critica (del tutto immotivata e immeritata) fosse venuta da Fotografare. Ma se, come poi ho compreso dalla lettura completa del testo, a criticare è stato un marketing o altro manager (per quanto "top" ), ritengo che non ci sia molto da preoccuparsene. Innanzitutto perché quella del dorso (accessorio) con sensore CCD è una soluzione assolutamente scontata per chiunque si intenda effettivamente di fotografia, una idea che veniva caldeggiata già oltre quindici anni fa, o meglio, addirittura venti. Ai tempi non si parlava certo di computer grafica, ma l'idea accattivante era più o meno questa: "Data la praticità dei dorsi intercambiabili , se ne venisse disponibile uno CCD o CPD (allora c'erano pure loro ...) per le reflex (Nikon F o F2 in primis...), che riprese video sarebbe possibile effettuare in studio utilizzando le ottiche e il corpo della fotocamera al posto di una telecamera....". Alcuni anni dopo, con la comparsa delle prime schede per PC che consentivano di digitalizzare immagini riprese da una telecamera (sistema molto più versatile ed economico per impieghi creativi rispetto allo scanner), questa idea si rafforzò ancora di più mentre oggi ci chiediamo solo "ma quando si decidono???". Sicuramente, facendo una considerazione di marketing spicciolo, verrebbero venduti più dorsi accessori per reflex che non fotocamere digitali, soprattutto per le vastissime possibilità offerte dal parco ottiche e accessori offerte dai cosiddetti "sistemi" reflex. Tutto quello che una Nikon, Canon (visto che non mi ha pagato nessuno, cito tutti...), Pentax, Minolta, Contax, Olympus, Fuji e via dicendo può fare al meglio con la pellicola "analogica", lo potrebbe fare ugualmente con un dorso CCD: macro, microfotografia, telefotografia e chi più ne ha più ne metta. Inoltre, a ulteriore supporto del concetto di dorso accessorio, vorrei solo ricordare che, proprio nell'ambito della fotografia professionale, la fotografia istantanea creata da Edwin Land e nota a chiunque col suo sinonimo Polaroid, si è diffusa e ha raggiunto l'apice dei risultati proprio grazie ai dorsi, dal banco ottico Sinar 18x24 (cm), all'Hasselblad 6x6 (cm) sino alla (noblesse oblige..) Nikon F2 24x36 (mm), per la quale anni fa una Società americana realizzò proprio un dorso di questo tipo; probabilmente non così pratico come per i formati superiori, ma comunque in grado di offrire il riscontro immediato dei risultati di riprese importanti anche se realizzate nel formato Leica (così trova citazione anche la mamma di tutte le 35 mm...). Tutte queste considerazioni per fornirle, se possibile, qualche elemento da poter eventualmente utilizzare nel caso di ulteriori confronti con le affermazioni del suo personale critico che, probabilmente, in vita sua non deve avere avuto (magari non ancora...) passioni come ad esempio quella per la moto. Laddove ducatisti, guzzisti, bmwisti, harleysti si nasce e lo si rimane per tutta la vita con dentro il sacro fuoco per il Marchio. Così come si nasce Nikonisti e, pur considerando le qualità di fotocamere di altre marche e magari anche possedendole, alla fine si fotografa sempre con la cara vecchia F annata 1961 che continua a scattare fotogrammi con una precisa esposizione meccanica, in attesa però - finalmente - di un bel dorso CCD. E Lei, deduco, è un nikonista di incrollabile fede come lo sono io. Quelle sue pagine sulla Nikon F5 Digital si possono definire un vero e proprio "masterpiece" e non si potrebbe definire altrimenti la perfetta concretizzazione visiva del sogno di tanti fotografi (quelli veri, intendo..), che per ora devono continuare a vedersi proporre delle Digital Camera giocattolo o quasi, ad esclusione di quei pochissimi e supercostosi esemplari "top". Un articolo che sicuramente è stato invidiato a MC da tutte le Riviste specializzate del settore fotografico. Su questo non ci sono sicuramente dubbi. Chi, come il sottoscritto, lo ha letto e lo ha apprezzato sia per il contenuto sia per la perfetta realizzazione delle immagini "oniriche".... Al suo critico interlocutore faccia presente che pure un nikonista di incrollabile fede può magari avere in un cassetto anche una gloriosa F1 (quella reflex che per nume tutelare aveva la dea Kwanon ...) e che se arrivasse per primo un dorso CCD proprio per questo modello (o per altri più recenti riguardo il "mass market"), non si farebbe certo problemi ad utilizzarlo. Chi prima arriva, meglio alloggia.... "Capisc' ammè " Cordiali saluti WWW.alter.Presa