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Digitando, digitando... n. 16/2009 del 27.04.2009

L'insostenibile leggerezza del... bit! :-)

di Andrea de Prisco

E due: dopo aver amorevolmente (?) disquisito, la scorsa settimana, su quanto fosse piccolo oggigiorno un misero bit (e di come avremmo cotto 32mila pizze rinunciando a 16 GB di RAM negli anni 70!), di che parliamo questa settimana?

(tenetevi forte...)

Della sua leggerezza! Già, vi siete mai chiesti quanto sia "leggero" un bit di informazione? E' ovvio che tale riferimento fisico... di fisico ha ben poco, ma altrettanto vero è che le sue implicazioni fisiche, di leggerezza "per l'ambiente" (tanto per capirci) sono tutt'altro che teoriche.

Per essere ancora più incisivi, desidero mettere subito in chiaro la mia posizione al riguardo, tanto per non rischiare di essere mal interpretato... in partenza!

Secondo me sarà proprio il "digitale" che salverà il nostro pianeta.

Proprio in questi giorni il nostro "più grande amico" è stato festeggiato, giustamente, a dovere... e come sempre sono state fatte tante domande e si sono ricevute, altrettanto come sempre, poche risposte.

Si parla, giustamente, di nucleare e fonti alternative, di inquinamento in senso "urbano" (smog, raccolta "pocodifferenziata" dei rifiuti, acustico, ecc.) e in senso "interurbano" (quello che "respiriamo", in senso ampio, in aperta campagna, in fondo al mare, in alta montagna... dove è meno visibile e per questo forse ancor più pericoloso).

Ma... parlando come sempre senza mezzi termini... "Lor Signori" (ovvero i potenti della terra... che a luglio, a L'Aquila, forse comprenderanno bene chi è che comanda davvero sul nostro pianeta) si sono mai chiesti come potrebbe migliorare il nostro mondo se fosse, semplicemente, un po' (un bel po'...) più digitale? (soprattutto dove è maggiormente utile che lo sia... :-)

Della proverbiale "leggerezza ecologica" (intesa come basso impatto ambientale) del mondo numerico, in verità, se n'è sempre parlato. Alzi il mouse chi non ha sentito storielle del tipo: "ora, col digitale, non faremo più file agli sportelli, non taglieremo più alberi per produrre carta stampata"... per non parlare delle mail che, ci si augurava, avrebbero dovuto soppiantare la cara vecchia lettera imbustata.

Sì, forse per mandare gli auguri a Pasqua! Ma quando t'arriva una multa a casa, non squilla il "trillino" di Outlook (o il beep-beep del BlackBerry) ma a suonare, a vuoto nel 90% dei casi, non trovando quasi mai nessuno dall'altro capo, è il citofono di sempre!

Così, appena puoi, mettiti in macchina e vai alla Posta per ritirare la bella sorpresa. Poi ci ritorni un'altra volta dopo i canonici 60 gg. di "entro e non oltre" perché, è ovvio, non puoi dire all'addetto allo sportello: ok, non dovevo parcheggiare lì, vi do mandato (ora) per pagare il tutto alla scadenza! (che fa rima con fantascienza!!!).

Sarebbe interessante calcolare il costo complessivo di una simile trafila, tutto compreso, per l'intera comunità: immagino ben superiore alla multa da pagare! :-)))

Poi, cambiando totalmente scenario, un'altra bella contraddizione in termini digitali "di sempre" - dove, viceversa, proprio il digitale avrebbe dovuto darci una mano nella direzione giusta - è l'uso abusato di contenitori fisici (e per questo MOLTO inquinanti) atti a veicolare ammassi, ordinati (?), di bit. Non bastava il CD (vabbè, diciamo pure che a suo tempo, anni '80, non avevamo ancora alternative...), poi è stata la volta dell'altrettanto proliferato DVD e, un paio d'anni fa, è la volta del Blu-ray. L'avranno finita con i supporti digitali, o tra cinque anni tireranno fuori ancora un'altra inutilità del genere? (grrrrrrrrrrrrrrrrr!!!)

Ma perché per vendermi (giustamente: non critico certo quest'aspetto economico-imprenditoriale della faccenda!) un contenuto digitale, quindi di per sé assolutamente impalpabile, invece di "spararmelo" con un qualsiasi canale digitale a banda larga oggi disponibile (satellite, digitale terrestre, fibra ottica, DSL, UMTS, ecc. ecc.) me lo devi mettere su un dischetto di plastica? E non lo stai nemmeno mettendo sul supporto appositamente per me (quasi fosse un servizio di vendita di "film alla spina") ma quel titolo che io sto acquistando regolarmente - e che TU, produttore, altrettanto regolarmente mi stai vendendo! - è stato stampato come minimo in 10.000 copie di cui, vorremmo sapere, quante ne saranno realmente vendute.

E quelle invendute? Beh, come ogni pubblicazione invenduta che si rispetti... finisce prima o poi al macero. Se siamo fortunati attraverso canali di raccolta differenziata... così possono produrre altri DVD, altri Blu-ray, altri vattelappesca, (continuando a inquinare, s'intende!), per tentare di rivederti, sempre su plastica, qualcos'altro di digitale.

Se siamo sfortunati, finisce nel cosiddetto "umido"... così, sempre in umido, prima o poi ce lo beviamo, mangiamo, respiriamo, indossiamo. Se non addirittura "iniettiamo", finendo qualche traccia anche nei medicinali che prima o poi ci toccheranno! (magari per i motivi appena indicati...).

Da questo... "L'insostenibile leggerezza del... bit!": mica penserete che, dopo tale iter "innaturale", sia tanto leggero da... assimilare, vero?!? :-)


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