Digitando, digitando... n. 49/2010 del 06.12.2010
La rivincita dei sensi. I nostri! Diciamo pure che sarebbe ora. Non tanto di raccoglierne i frutti (questo, effettivamente, è un po' presto!) ma quantomeno di cominciare a parlarne, notizie o non-notizie alla mano. Un po' in sordina, questa settimana, sono riecheggiati sulla Stampa un paio di interessanti rumors riguardanti due tra i più importanti competitor dell'arena informatica: Microsoft ed Apple. In entrambi i casi si tratta di notizie direttamente o indirettamente collegate con l'interfaccia utente o, per meglio dire, con la fruizione dei "contenuti" digitali, attraverso l'utilizzo più naturale e completo dei nostri organi sensoriali. Personalmente questa faccenda la caldeggio da decenni, dai tempi dei primi CD multimediali degli anni '90, per i quali (pubblicamente, su MCmicrocomputer) più volte mi sono chiesto perché si facesse così poco riguardo al completo coinvolgimento/utilizzo delle nostre reali capacità sensoriali. E' una cosa, questa, che nel corso degli anni ha sempre avuto un "prima" e un "dopo". Così, tanto per fare un esempio, prima è arrivata la musica registrata "monocanale" e poi (una volta accortisi che avevamo due orecchie) quella stereo. Prima la fotografia, il cinema, la TV in bianco e nero... poi quelli a colori. In più, da qualche tempo (e sempre perché si è avuta coscienza dei due occhi) vanno tanto di moda le esperienze 3D, che siano al cinema, in TV o sulla console "ultimo grido" dei nostri video giochi. Quello che sta accadendo di recente ha, però, in sé qualcosa di assai più interessante. La tecnologia, finalmente, si avvicina sempre di più all'utente, richiedendoci sempre meno "interfacce" tra noi ed essa. Un esempio eclatante è quello di Microsoft Kinect (in commercio già da qualche settimana, quindi non si tratta nemmeno di ipotesi future) ovvero il sistema di interazione con la console di videogioco Xbox 360, basata - nel senso buono - sul "nulla". Non dobbiamo afferrare alcun dispositivo per interagire ma dobbiamo solo... interagire. Per sferrare, nel gioco, un pugno al nostro avversario non dovremo far altro che... sferrargli un pugno! (se ci pensate è proprio la scoperta dell'acqua calda...) E' a carico della tecnologia riuscire ad interpretare il gesto, non dobbiamo noi occuparci di afferrare un semplice joystick, o il più evoluto dei guanti sensoriali, per comunicare all'hardware e al software le nostre intenzioni. In ambito 3D è, viceversa, notizia della settimana il deposito da parte di Apple di un interessante brevetto riguardante (era ora...) la possibilità di fruire dei contenuti tridimensionali SENZA bisogno di occhialetti speciali, secondo varie tecniche via via susseguitesi nell'arco degli anni (dai protozoici rosso-blu, a quelli polarizzati del cinema, per finire a quelli attivi/LCD dei TV3D domestici). In più, e questa è la vera novità (se no qualcosa del genere s'era già visto), il brevetto Apple consente la fruizione della visione 3D anche da angoli di visuale differenti, cosa che sembrava difficile, se non impossibile, alle altre tecnologie emergenti, come quella recentemente introdotta da Toshiba. Secondo quanto è dato di capire spulciando la documentazione, il sistema consentirebbe di individuare la posizione non solo di ogni spettatore, ma addirittura i singoli occhi, indirizzando ad ognuno di essi l'esatto contenuto tridimensionale. Tutto questo, ovviamente, avverrebbe su schermi di grandi dimensioni e all'interno di ampie aree (dalla sala cinematografica al salotto ultratecnologico di casa), ma chissà che il passo successivo non sia qualcosa del genere - proiettore a parte! - per i dispositivi portatili, che siano futuri iPhone/iPad o più verosimilmente computer domestici. Più interessante, non tanto sotto il profilo tecnologico quanto sulla reale utilità, il brevetto Microsoft, venuto alla luce anche questo in settimana, come quello Apple. La Casa di Redmond ha infatti registrato una tecnologia capace di dare "spessore sensoriale" ai display. Viene visualizzata, ad esempio, una tastiera? Perché non rendere, allora, più morbida (e magari più spessa) la zona di ogni singolo tasto? O, per essere ogni tanto un po' più altruisti, perché non far "emergere" dal display, contemporaneamente al testo visualizzato, il codice Braille per consentirne la contemporanea fruizione anche ai ciechi? Sempre secondo quanto è dato di comprendere dalla visione delle carte, la tecnologia recentemente acquisita da Microsoft si basa sull'utilizzo di particolari polimeri "a memoria di forma", le cui molecole possono essere modificate attraverso raggi UV con differenti lunghezze d'onda. Uno strato di questo materiale posto sopra al display, potrà a piacimento assumere la forma e la densità voluta, creando vere e proprie sporgenze o incavi di spessore o profondità variabile. Sembra fantascienza, e forse lo è. Ma il fatto che sia stato depositato (e riconosciuto...) un brevetto vuol dire che qualcosa di reale, sotto sotto, c'è. Interessante, ma quando ne vedremo reale applicazione? Ah, saperlo...
:-)
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