Digitando, digitando... n. 25/2013 del 11.11.2013 Nikon Df, digitale q.b. :-) Nel titolo, pensavo, ci sarebbe stato bene anche un "Amarcord"... di quelli che uso in queste pagine per identificare gli articoli che trattano argomenti del passato, in particolare del passato "di mia specifica competenza". Il punto è che in questo caso non si tratta affatto di un prodotto degli anni '70 o '80, ma di un apparecchio che strizza l'occhio a questo preciso periodo per conquistare gli utenti che l'hanno vissuto appieno, proprio come accaduto al sottoscritto. Fatto sta che nei giorni scorsi Nikon ha annunciato una nuova fotocamera digitale... dall'estetica decisamente retrò, che almeno a guardarla frontalmente ricorda in tutto e per tutto una macchina fotografica a pellicola, proprio come quelli con cui tanti di noi hanno effettuato le prime fotografie... reflex. Dentro, viceversa, incorpora più o meno quanto di meglio Mamma Nikon è in grado di fornire in ambito digitale, tant'è che il sensore di ripresa full frame utilizzato in questo modello pare essere lo stesso dell'ammiraglia D4, caratterizzato peraltro da un numero tutto sommato "esiguo" di pixel (appena 16.2 milioni...) ma dalla qualità, dicono, più che entusiasmante. Inutile dire che non tutti hanno accolto di buon occhio quest'ultima mossa della casa giapponese, in particolare in tanti ritengono che il prezzo di vendita sia un tantino elevato (specialmente di questi tempi...) pari a poco meno di 3000 dollari USD che, ahinoi, diventeranno 3000 euro grazie al cambio 1:1 euro-dollaro che viene applicato spesso e volentieri qui da noi. Vabbè... i conti veri non si fanno comodamente a tavolino, si faranno a tu per tu con il mercato non appena sarà in vendita.
A guardarla dall'alto sembra proprio una macchina fotografica tradizionale. Anche il piccolo display a cristalli liquidi e l'assenza di una leva di carica e del nottolino di riavvolgimento potrebbero continuare a far pensare a una macchina a pellicola, non degli anni 70 e 80, ma degli anni 90. A quell'epoca già esistevano le fotocamere tradizionali con motore incorporato e l'autofocus non era più nemmeno una gran novità. Certo, nulla a che vedere con le performance assicurate dai modelli recenti, ma già si intuiva che eravamo sulla buona strada. Quel che differenza la Df da qualsiasi altra reflex digitale Nikon e il massiccio, quanto gradito, utilizzo di comandi a ghiera. Dalla sensibilità ISO alla compensazione dell'esposizione di +/- 3 EV, dalla modalità di scatto ai tempi d'esposizione, dall'interruttore di accensione al selettore dei modi d'esposizione, tutto è a portata di mano sul lato superiore della fotocamera, esattamente come avveniva nelle fotocamere di 20, 30 e più anni fa. Il tema retrò è riportatofo anche nell'estetica dell'obiettivo (opzionalmente) a corredo, un normale quanto inutile 50/1.8, la cui ghiera metallica lungo il barilotto è un ulteriore richiamo ai vetri dell'epoca. Dulcis in fundo, il pulsante di scatto include anche la filettatura per lo scatto flessibile, un vero e proprio inchino alla fotografia "quella di una volta": commuovente! :-) Vista da dietro, viceversa, la Nikon Df mostra appieno la sua essenza digitale, con il consueto display LDC a colori per visualizzare le immagini scattate o durante la ripresa in modalità Life View, i soliti pulsanti per accedere alla tante funzioni, tutte disponibili come al solito anche tramite voci di menù, per chi proprio non ne può fare a meno di comandare l'apparecchio con gesti, a mio avviso, contro natura. Se poi diamo una sbirciatina al lato sinistro, troviamo tre sportellini in gomma per utilizzi altrettanto contemporanei: un'uscita HDMI, una porta USB (in grado di accogliere anche un modulo GPS, opzionale) e un ingresso per telecomando moderno (anche via radio) nel caso si fosse insensibili all'attacco filettato di cui sopra...
Niente video! (era ora...)
Non fatevi illusioni: la porta HDMI testé citata non suggerisce la presenza di capacità video. Possiamo, sì, collegarla a un televisione, ma solo per vedere "grandi" le foto scattate. Nulla di più. E questa è stata un'altra delle critiche rivolte a Nikon in merito all'apparecchio in questione appena presentato. Io, francamente, non ci trovo nulla di strano. Lo strano, semmai, è che quasi tutte le macchine fotografiche moderne registrino anche il video (così come quasi tutte le videocamere scattano foto). Già che ci siamo perché non incorporiamo anche un lettore MP3, un cellulare e una radiosveglia, così ottempera anche a questi gravosi compiti? Basta poco, che ce vò?!? Sarò "antico", ditemi quello che volete, ma per me una macchina fotografica serve per fare fotografie, null'altro. Deve farle al meglio delle sue possibilità, senza incantare l'utente con caratteristiche e funzioni che nulla o poco hanno a che vedere con la ripresa di immagini statiche: f-o-t-o-g-r-a-f-i-e!
Viceversa, esagerando...
Inutile nasconderlo: sono rimasto favorevolmente colpito dalla Nikon Df, forse proprio perché mal sopporto le eccessive acrobazie tecnologiche, tanto di moda da un po' di anni a questa parte. Anzi, se fossi stato a capo del progetto Df mi sarei spinto oltre, proponendo una fotocamera ancora più romanticamente collegata al passato. Ad esempio impiegando schermi di messa a fuoco intercambiabili finanche con stigmometro a microprismi e immagine spezzata (se non sapete di cosa sto parlando... inutile continuare a leggere! :-))) per facilitare l'utilizzo di ottiche NON autofocus. Poi avrei previsto una versione monocromatica per scattare foto esclusivamente in bianco e nero ad altissima risoluzione (con il medesimo sensore si avrebbe un numero doppio o triplo di pixel a disposizione e una qualità immagine b/n senza compromessi, stile Leica M Monochrom) mentre il corpo macchina l'avrei realizzato ancora più compatto, non necessariamente più leggero, a costo di "esternalizzare" alcune componenti interne. Compreso il motore di riarmo otturatore che - tenetevi forte! - avrei reso opzionale, lasciando di serie solo una leva di carica manuale, proprio come avveniva ai tempi della pellicola. Inoltre, avrei tolto di mezzo tutte le funzioni integrate di ritocco e fotoelaborazione che, sempre a parer mio, andrebbero fatte al computer e non direttamente sul display posteriore della fotocamera... che a questo punto potrebbe essere anche più piccolo e meno invasivo. Dulcis in fundo avrei proposto il tutto in kit non con uno ma con tre obiettivi in stile retrò, nella fattispecie la "famiglia tipica" degli anni '70 e '80: grandangolo 28 , normale 50 e tele da 135 mm. Per la gioia di tutti i nostalgici che di certo non sono (siamo?) pochi! PS: dimenticavo, l'avrei chiamata dF e non Df. Capisciammè! ;-)
:-)
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